REALIZZAZIONE
BULLET TIME "The Matrix" è un'avventura di fantascienza mescolata ad arti marziali, dove la realtà può non essere quello che sembra. Per ritrattare i mondi in cui essa è ambientata, un'impressionante serie di effetti speciali visivi è stata utilizzata. Il responsabile degli effetti speciali John Gaeta non ha difficoltà ad ammettere che dopo aver letto per la prima volta la sceneggiatura dei fratelli Wachowski si era convinto dell'impossibilità di realizzare il film: "C'erano troppe scene da tagliare perché mi sembravano tecnicamente impossibili da realizzare, il mio primo parere fu negativo!". Lo stesso Gaeta cambiò idea quando, insieme al suo staff, creò una tecnica di ripresa rivoluzionaria: la Bullet-Time photography o Flow Motion. Il Bullet-Time è una scelta stilistica per mostrare che ci si trova in una realtà artificiale e che la dimensione del tempo e dello spazio è diversa da quella in cui viviamo. E' rallentare il tempo a tal punto da vedere tutto ciò che si ha intorno in modo chiarissimo. Il Bullet-Time è stato inventato appositamente per "The Matrix", come svela Gaeta: "Il Bullet-Time venne ideato specificamente per "Matrix", ma credo che sia il frutto delle osservazioni dei registi, che seguono la tecnologia e che fanno le domande giuste al momento giusto". Il sistema di ripresa "Flo-Mo" consente di creare intere sequenze simili a quelle che nei videogiochi vengono elaborate in tempo reale, cambiando la posizione della telecamera in rapporto alle acrobazie dei personaggi sulla scena. La videocamera digitale usata per le riprese del film ha un'opzione di "big ralenty" che arriva a catturare fino a 12.000 fotogrammi al secondo; ciò permette di suddividere e scomporre l'azione in singoli frammenti e di ricomporli assegnando a ciascun movimento una velocità differente, amplificando così l'effetto drammatico di una scena di combattimento iperreale. Tutto inizia con una simulazione; le informazioni ottenute con la simulazione al computer sono la base per le sequenze temporali. Ogni fotocamera fotografa un determinato istante in un momento preciso: può essere scelto a piacimento ogni attimo in tempo reale da fotografare. "Quindi, se ho un attore che sta cadendo giù posso catturare l'intero evento nel tempo necessario a compiere un giro del cerchio. Oppure posso catturare solo un brevissimo attimo. E' così che determiniamo a che numero di fotogrammi andranno le cineprese. Sfruttando il Bullet-Time, Gaeta ammette che potrebbe filmare la stessa scena più volte creando una simulazione di 100 fotogrammi al secondo, 500 o 2.000 fotogrammi al secondo con lo stesso movimento di fotocamera e con la stessa velocità. "Posso spostare la cinepresa in avanti e avanzare nel tempo. O posso bloccarla bruscamente e andare all'indietro mentre l'azione va in avanti. Posso filmare la scena da entrambi i lati allo stesso tempo incrociandoli alla fine. Posso filmare a ondate, come cicli di pellicola che si accavallano come onde al centro". E' possibile, in pratica, separare la parte temporale della ripresa da quella spaziale: è cioè possibile violare il principio in base al quale se la cinepresa si sposta, quello spostamento lo effettua in un lasso di tempo così che lo spostamento della cinepresa implica necessariamente l'avanzamento dell'azione. Se durante un combattimento voglio spostare la cinepresa dalla posizione spaziale A alla posizione spaziale B devo tener conto del fatto che l'azione è solitamente molto veloce: questo vuol dire che nel passaggio dalla posizione A alla posizione B il combattimento sarà andato molto avanti. Con la Flo-Mo posso agire prescindendo dalla dipendenza di queste due coordinate: posso cioè decidere se far compiere un grande spostamento alla cinepresa (ad esempio girare completamente intorno ai due combattenti) rallentando il tempo di svolgimento dell'azione (proprio perché l'azione viene scorporata in un numero enorme di fotogrammi che mi permettono di decidere la velocità, e cioè la durata della sequenza stessa). Sarà poi il computer a creare i raccordi tra un fotogramma e l'altro: i fotogrammi catturati non saranno infatti gli unici che si vedranno. Vi è cioè l'interpolazione, che è la creazione digitale di fotogrammi che sono il risultato dell'elaborazione di fotogrammi reali; vengono, cioè, analizzati i fotogrammi reali che si hanno a disposizione, così da poter creare nuovi fotogrammi di momenti da inserire tra i momenti catturati per allungare i movimenti, stirarli al punto da creare effetti di compressione temporale.
L'impianto, completamente smontabile, può assumere qualsiasi forma, determinata da ciò che si è composto nella simulazione, "può fare curve, può fare archi, può fare spirali. Praticamente si può fare qualunque cosa si voglia"; anche l'altezza e la direzione delle fotocamere dipende dalla simulazione. Il verde di sfondo potrà poi essere sostituito con uno sfondo verosimile per rendere la scena credibile. Vengono fatte delle foto al set reale prima e dopo l'esibizione in aria. Il tutto è digitalizzato e con l'aggiunta di particolari all'ambiente (luci ed ombre) viene generata una perfetta copia virtuale del set reale. Le immagini degli attori sullo sfondo verde vengono scorporate e sovrapposte a quelle del set virtuale. Combinando al millesimo i movimenti delle sequenze ottenute si riesce a dar vita al risultato che tutti conosciamo. Nella sequenza in cui Neo evita i proiettili sparatigli dall'Agente Brown, esegue una spettacolare caduta all'indietro in cui resta come sospeso in una posizione impossibile. Di tutto ciò, però, c'è poco di reale. Per permettere l'acrobazia, gli addetti agli effetti visivi hanno dovuto creare un'animazione al computer e decidere in seguito il metodo migliore di piazzare le fotocamere e le cineprese, calcolando i movimenti di Keanu Reeves. L'impianto verde di questa sequenza utilizza 120 fotocamere e 2 cineprese normali. Le 2 cineprese vanno una a 150 fotogrammi al secondo e l'altra a 120 (in altre riprese del genere l'ultima cinepresa è una Photosonics. Quella andrà a 360 fotogrammi al secondo). Il tutto è disposto in cerchio, così da garantire la rotazione di 360° con partenza dall'alto e arrivo rasente al suolo. In questo ambiente Keanu Reeves, sfruttando dei cavi ed una imbracatura alla vita, registra la sequenza. Dopo essere stato scorporato, viene sovrapposto ad una versione in wireframe del set per testare l'efficacia dell'effetto finale preventivamente. "Sono dei piccoli passi verso qualcosa di molto più
grande che non sarà alla portata di tutti per qualche altro anno. Ma c'è
gente in tutto il mondo che si sta grattando la testa per trovare nuovi modi
di fotografare. Sarà tanto rivoluzionario come quando si misero le cineprese
su una gru o quando apparvero poi le steadicam. Gaeta paragona il Bullet-Time all'invenzione della gru e delle steadicam, ma in realtà questo sistema è ancora più rivoluzionario di quanto abbia ammesso. Il sistema, infatti, ricorda gli esperimenti effettuati nel 1800 dai ricercatori che volevano mostrare il movimento, perciò misero molte macchine fotografiche lungo un percorso attraversato da un cavallo e fotografarono le varie pose che messe insieme portarono alla creazione del cinema. Perciò il Bullet-Time è rivoluzionario come l'invenzione del Cinema! PALAZZO GOVERNATIVO Una delle sequenze più spettacolari è la distruzione dell'atrio del palazzo governativo: il massacro venne realizzato con un insieme di effetti pratici dal vivo, stuntmen, effetti visivi e intensificazione digitale. Elementi in miniatura vennero costruiti e filmati per la sequenza ma vennero successivamente rimpiazzati con effetti in computer grafica. Per mostrare l'esplosione dell'ascensore e la sua scia di fuoco nell'atrio si decise di costruire un modellino in scala del set. Il modellino doveva comprendere il pavimento, le mura, le colonne, e le figure posizionate per corrispondere al set reale. I personaggi vennero costruiti intorno a un'armatura avvolta in una soffice schiuma d'uretano. Le uniformi vennero cucite prendendo come modello quelle dei soldati reali che interagivano sul set. I soldati vennero poi dipinti e dettagliati per renderli il più simile possibile alle controparti umane. L'atrio in scala venne costruito dal reparto costruzioni mentre le figure erano in lavorazione. Il pavimento e le mura vennero realizzati usando cemento compatto blindato: le colonne erano fatte di alluminio pesante che le avvolgeva completamente, permettendo al reparto delle luci e delle telecamere di bloccare la luce e i ripari per le telecamere durante le riprese. L'intero set venne montato su un supporto in pendenza così che il modellino poteva essere angolato per modificare l'aspetto dell'esplosione. L'esplosione venne creata con un serbatoio di propano con un dispositivo di scatto solenoide, fornito e operato dal reparto degli effetti speciali. Un'enorme esplosione venne filmata mentre si espandeva nel modellino: molte riprese vennero effettuate con differenti gas a pressione a durata diversa. KUNG FU Il Kung Fu affonda le sue radici nella notte dei tempi. Pare che nel III secolo d.C. un medico fece delle ricerche sistematiche osservando i sistemi di combattimento di cinque animali: la tigre, l'orso, il cervo, la scimmia e la gru. Si tratta di un certo numero di gesti di combattimento che si ritrovano attualmente nella maggior parte degli stili di Kung Fu, amalgamati in seguito a quelli di altri animali: serpente, topo, cavallo e mantide religiosa. Il Ju Jitsu ha invece una storia più recente: è un'antica arte marziale giapponese, nata intorno al 1500, che ebbe il suo periodo di massimo splendore fra il 1600 e la metà del 1800. Era praticata principalmente dai Samurai che la utilizzavano per i combattimenti a mani nude. Nei secoli si è appropriato anche dell'uso delle armi anche se ha lasciato questa specializzazione al Kobudo, divenuto nei secoli completo e specifico sistema di uso delle armi antiche quali Nunchaku, Tonfa, Kama, Sai, Bo, Naginata, tutte di evidente origine contadina e trasformazione ed evoluzione degli strumenti quotidiani di lavoro. Il suo studio nacque dal bisogno dei combattenti di graduare l'intensità dell'applicazione, passando dal semplice controllo per immobilizzare e catturare l'avversario all'eliminazione definitiva dello stesso. Ebbe particolare successo nella neutralizzazione di avversari dotati di armatura, dove i controlli ed indebolimenti alle articolazioni (non protette) furono più efficaci dei colpi diretti. La leggenda ne fa risalire la prima intuizione al medico giapponese Shirobei Akiyama, che durante un'abbondante nevicata, avrebbe osservato come i rami di un salice si flettessero scaricando senza danno il peso della neve che aveva spezzato i rami più robusti di altri alberi. Il termine Ju Jitsu significa "Arte della dolcezza o flessibilità (Ju significa Morbido, Jitsu significa Tecnica), riferendosi allo spirito con cui deve essere assorbito un attacco per controllare la potenza dell'assalitore e sfruttarla a suo danno. E' una tecnica essenzialmente completa dal punto di vista tattico difensivo in quanto utilizza combinazioni di colpi: calci pugni, gomitate e ginocchiate, oltre ad una serie di proiezioni e di leve articolari che portano alla neutralizzazione di un attacco portato da persona armata o disarmata o da più persone. Il kung fu è un'arte spettacolare che è molto adatta per i combattimenti cinematografici. La prima star di film con arti marziali è stata Bruce Lee, seguito poi da Jackie Chan (che usa le arti marziali nelle commedie). Oltre a questi attori asiatici, anche in America sono nate star come Norris, Seagal e Van Damme (attore europeo, trasferitosi negli USA). Per i combattimenti di Matrix perciò è stato deciso di adottare il Kung Fu, così i fratelli Wachowski hanno richiesto anche l'intervento di uno dei maggiori maestri di Kung Fu di tutto l'oriente: Yuen Wo Ping, che è stato in grado di ottenere incredibili acrobazie grazie ad un complicato sistema di funi, utilizzando gli attori come se fossero delle marionette sospese nell'aria. Wo Ping disse "Non so come abbiano trovato il mio numero". Stava girando a Pechino e ricevette una chiamata dai fratelli che gli volevano parlare. Disse: "Sono molto occupato. Non ho tempo". Poi ci fu un'altra chiamata. Quando lesse la sceneggiatura la trovò geniale. Così decise di farlo. Wo Ping ha accettato di collaborare, a patto che i protagonisti imparassero ad eseguire da soli i propri numeri ed a combattere sostenuti da cavi invisibili, senza ricorrere a controfigure. "L'allenamento è molto intenso e richiede grande impegno e serietà" dichiara Wo Ping. "Per prima cosa si deve imparare a lavorare con le funi, a mantenere l'equilibrio e poi si comincia a lavorare sospesi in aria. Uno tra i movimenti più difficili da imparare è atterrare senza perdere l'equilibrio mantenendo una certa naturalezza, come se il salto fosse stato spiccato senza l'ausilio di un qualche strumento. Solo a questo punto si passa al Kung Fu". Questo significava mesi di preparazione, pratica poco in uso in un'industria dove il tempo di una star è molto costoso. I due registi osservano: "Per noi non è stato facile accettare una condizione del genere. Come fai a chiedere ad un attore di allenarsi per quattro mesi, quando in quello stesso periodo di tempo potrebbe girare un altro film? La reazione di Keanu alla nostra richiesta ci ha sbalordito. Ha subito capito che la nostra non era un'idea campata in aria, che l'allenamento era necessario e richiedeva molto impegno. Dobbiamo riconoscere che tutti gli attori hanno dimostrato una grande serietà professionale sottoponendosi ad un allenamento duro e molto intenso". I 4 protagonisti passarono 4 mesi di addestramento con Wo Ping e la sua gente di Hong Kong. Hanno veramente dovuto imparare uno stile di combattimento che non avevano mai conosciuto. Hugo Weaving ha detto: "Inizialmente, credo che Wo Ping ed il suo gruppo ci abbiano presi per degli incapaci. E lo eravamo, senza speranza! Ma dopo un pò hanno capito che forse avremmo potuto arrivare ad un livello quasi decente". Wo Ping riconosce: "Considerato che nessuno degli attori aveva mai praticato un'arte marziale, i risultati ottenuti sono stati superiori alle aspettative. Questo grazie alla serietà con cui tutti hanno affrontato l'impegno". Va sottolineato che tutta la parte della preproduzione riguardante l'addestramento degli attori si è svolta negli Stati Uniti e, solo successivamente, l'intera troupe ha traslocato a Sydney in Australia. Le riprese australiane sono durate in tutto 118 giorni. Inoltre durante l'allenamento statunitense, Keanu Reeves ha dovuto sopportare un notevole stress se si considera che solo poche settimane prima era stato operato al collo a causa di una fusione spinale di due vertebre: ogni seduta di allenamento vedeva Keanu alle prese con un fastidioso collare che non solo intralciava lui ma inibiva anche gli stessi maestri di arti marziali nel convincerlo ad andare fino in fondo nello sforzo fisico. MODELLINI Per realizzare i diversi modellini e sostegni per "The Matrix", la produzione del film ha realizzato un dipartimento di miniature e creatori di modellini, sotto la supervisione di Tom Davies. Il modelshop era responsabile per la produzione di sostegni mobili, armi, pezzi speciali, oltre a modellini per tre particolari sequenze che sono state realizzate con le miniature. Un film come "The Matrix" può vantare una squadra di oltre 20 creatori di modelli, sostegni, scultori, modellatori e lavoratori di metallo occupati per quasi un anno. Spesso i creatori dei modelli erano richiesti nel dipartimento artistico mesi prima che la produzione iniziasse per aiutare a realizzare i molti progetti e concetti previsti. Le loro costruzioni tridimensionali aiutavano i molti dipartimenti nel pianificare la costruzione dei set, progettare l'illuminazione e come la scena doveva essere ripresa. Questi modelli in preproduzione erano il primo passo per la creazione degli oggetti finali. Durante i dodici mesi della preproduzione, il modellificio produsse una grande varietà di sostegni e pezzi di allestimento, in collaborazione con gli altri reparti della produzione. L'arma laser di Cypher, la bomba dell'ascensore e il contenitore della cimice vennero costruiti con materiali diversi come alluminio, ottone, resina acriloide, acciaio puro e uretano. La macchina per estrarre la cimice a Neo funzionava ad aria compressa ed era costruita in alluminio e vetro con all'interno tre piccoli razzi esplosivi per tirare fuori la cimice e farla finire in un contenitore di vetro. La console d'addestramento di Tank era un insieme di parti elettroniche e componenti vari montati su un braccio meccanico in alluminio. I computer e i telefoni occuparono per molto tempo i modellatori. Alcuni sostegni di computer erano costruiti per corrispondere ai veri computer presenti sul set, ma permettevano di realizzare un particolare effetto in camera Altri computer vennero costruiti partendo da modellini forniti dal reparto artistico. I telefonini vennero modificati per aprire lo sportello quando l'attore premeva un pulsante, ne venne costruito anche uno di dimensioni doppie per la scena in cui cadeva dal grattacielo. Anche il materiale umano fu selezionato per l realizzazione di alcune sequenze del film: per avallare l'idea dell'anomalia in Matrix (rintracciabile attraverso i deja vu), nella scena della fontana (quella in cui Neo viene colpito dallo sguardo della ragazza vestita di rosso) sono state utilizzate numerose coppie di gemelli che hanno richiesto una fase di casting specifica per la scena molto lunga e faticosa. ELICOTTERO Una delle sequenze finali richiedeva un elicottero Bell 212 che doveva precipitare, e successivamente schiantarsi contro un edificio prima di esplodere. Per fare la scena dell'elicottero, le riprese sono state effettuate in due palazzi separati. Questa scena ha richiesto un elicottero in scala 1:4 rispetto all'originale e una facciata di un palazzo. Il reparto dei modellini venne coinvolto nella costruzione di una sezione di un edificio in scala 1:4. Lavorarono al progetto il reparto costruzione e gli allestitori degli effetti speciali, dando vita ad una struttura alta 12 metri fissata ad un'impalcatura. All'interno della facciata c'era vetro rinforzato fatto a specchio nella parte alta dell'impalcatura e poi spruzzato dietro con uno strato trasparente per rendere più reale l'edificio. L'area dell'impatto centrale aveva pannelli staccati preparati similmente. I pannelli di vetro vennero assicurati all'impalcatura con del silicone. I registi rivelano: "Volevamo che il vetro esplodesse come un cerchio che si espande. Per capire come poter fare tutto ciò al vetro e quale vetro usare ci sono voluti tre mesi di intensa ricerca". Posti dietro ai pannelli di vetro separati c'erano pezzi d'arredamento d'ufficio come scrivanie, sedie, computers, scaffali e pile di carta. Questi pezzi non erano ad alta definizione: non era richiesto che si vedessero in primo piano, ma tuttavia aumentavano il livello di dettaglio complessivo della scena dell'esplosione. Ovviamente la parte più complessa dell'operazione era la creazione dell'elicottero: oltre all'utilizzo dei modellini si decise di costruire una copia delle stesse dimensioni dell'originale per girare la scena in studio. Uno dei primi progetti per il dipartimento dei modellini è stato la costruzione di una replica dell'elicottero. Questo ha permesso alla produzione una grande flessibilità e controllo nel girare la scena, altrimenti complicata con un elicottero reale. La produzione trovò e prese in affitto un corpo di elicottero e altre parti separate da un restauratore; mentre il reparto modellini preparava il corpo e produceva gli stampi e le varie parti, il reparto del lavoro dell'acciaio fabbricava l'ossatura in acciaio su cui montare i pannelli creati. Benché avessero un elicottero vero con cui lavorare, era lontano dall'essere completo: molti dei pezzi erano stati smarriti o danneggiati. I fogli di foamex sono stati usati per riparare o rimpiazzare i pannelli smarriti. Il foamex è un PVC espanso facile da tagliare e che ha la capacità di fissarsi molto bene con gli adesivi al calcio. Le componenti che sono state costruite dalla scalfittura includono sia gli sportelli frontali che gli stabilizzatori posteriori e i tubi di scappamento. Gli sportelli e gli stabilizzatori sono stati costruiti con fogli di foamex, le prese d'aspirazione e il tubo di scappamento, invece, sono stati incavati, rispettivamente, nello stirene e nella schiuma d'uretano. Per facilitare il modellamento della parte inferiore dell'elicottero, questa è stata sospesa con delle catene. Prima del modellamento, tutti i buchi e le aperture sono stati sigillati con plastilina o nastri d'alluminio. Tutti i grandi pezzi sono stati modellati in modelli multiparte in lana di vetro. Le parti piccole che potevano essere rimosse dall'elicottero come le manopole, i pomelli, le luci vennero creati in silicone. Il modello venne lucidato con la cera e lana di vetro per più di una settimana. Per preparare gli stampi, i bordi vennero ripuliti da ogni difetto e dove necessario rattoppati. Gli stampi furono trattati con la cera, poi gli venne spruzzato sopra del gel e adagiati u un panno di lana di vetro. Appena ogni sezione veniva fuori dal suo stampo veniva decorata e attaccata allo scheletro di acciaio tramite viti e chiodi. Le sezioni vennero ulteriormente lucidate per aggiungere un senso di solidità, le giunture vennero miscelate insieme con sostanze semoventi. Fu costruito anche un interno dell'elicottero completo di tutto utilizzando lana di vetro e fogli acrilici. I controlli per mani e piedi erano stati stampati in resina e successivamente attaccati al cruscotto e all'ala dell'elicottero. L'interno venne pitturato ed esposto all'aria per dargli un look usato, e poi mascherato per permettere di essere simile all'elicottero attualmente usato per la sequenza di volo. Alla fine, l'elicottero fu completato e poi sospeso sul set di fronte un'enorme facciata di vetro. L'intero processo richiese quasi quattro mesi di lavorazione per una sequenza che sarebbe durata non più di trenta secondi. Mentre l'elicottero di dimensioni reali prendeva forma nel laboratorio, una piccola squadra iniziava a lavorare sugli elicotteri in scala 1:4. Il modello doveva fare la sua pirotecnica fine, alla periferia di Sydney. Il progetto era di girare usando diverse telecamere ad alta velocità, così che la scena sarebbe stata molto dettagliata. Il laboratorio voleva anche essere responsabile della preparazione dei pezzi per l'edificio in scala 1:4 su cui si sarebbe schiantato l'elicottero. Vennero creati quattro modelli di elicottero. Due vennero inviati al reparto degli effetti speciali per i test pirotecnici e le prove necessarie. Rimanevano due modelli dell'elicottero, di cui solo uno era rifinito completamente, l'altro venne creato in caso fosse stato necessario rigirare la sequenza: dato che la prima ripresa fu un successo, l'altro modello non venne mai usato. Il reparto degli effetti speciali aveva costruito un'attrezzatura capace di far roteare l'elicottero nell'edificio in una traiettoria predeterminata. Questo ha permesso un preciso posizionamento di tutti gli elementi per l'esplosione e la posizione delle telecamere La squadra degli effetti attrezzò l facciata dell'edificio con cerchi concentrici di detonatori e piazzò ventilatori per soffiare i detriti di vetro verso l'esterno. Tutti gli effetti pirotecnici si avviarono con un timer computerizzato, riprogrammato per le varie esplosioni al secondo. Dopo mesi di pianificazioni, costruzioni, e test esaustivi, tutti gi elementi erano pronti. Tutto era al proprio posto, in attesa delle riprese a mezzogiorno quando non c'erano ombre sullo schermo verde. Le squadre si trovavano in una posizione di sicurezza quando doveva verificarsi l'esplosione. Le telecamere vennero accese, e quando raggiunsero la velocità, i registi dissero azione! Uno spettacolare impatto ed esplosione si verificò, con tutti i parametri identici a quelli prestabiliti. Come già detto, tutto si verificò in meno di trenta secondi. FUMETTI
I
fratelli Wachowski crearono anche dei disegni in stile giapponese per
mostrare cosa volevano realizzare. Certe cose, certi combattimenti, prima
potevano essere mostrati solo nei fumetti. SCIENCE FICTION La Science-Fiction inizia nel 19°secolo, quando nella letteratura compaiono i romanzi soprattutto di Jules Verne e H.G.Wells. Nel cinema il primo a fare Science Fiction fu Méliès, che a differenza dei fratelli Lumière e di Edison, non filmava la realtà, ma inventava storie come "Voyage dans la Lune". Questo genere però è relegato tra i film di serie B. Negli anni '20 il tedesco Fritz Lang lo riporta ai massimi livelli con il film "Metropolis", in cui sono presenti anche dei robot. Dopo la seconda guerra mondiale, grazie ai film di George Pal, la Science-Fiction ha acquisito importanza. Kubrick è un altro regista che ha contribuito alla categoria con il film "2001-Odissea nello spazio". Nel '82 viene realizzato il capostipite del genere Alternative futures, Blade Runner. E a questa categoria appartengono anche The Road Warrior, con Mel Gibson, Demolition Man, con Stallone. ALTRI In Matrix così i registi hanno usato il Kung fu, con la tecnica dei cavi, usata di solito nei film asiatici, e hanno inventato la flow motion per creare alcuni effetti che solo nei cartoon erano possibili. Ma ci sono anche molti altri effetti speciali e scene che hanno richiesto interventi digitali, ma non sono ritenuti tanto importanti da approfondire i metodi di realizzazione. Ad esempio le scene di Neo al momento del risveglio nella vasca, che è stata girata in studio, e la scena dello specchio, da cui sono tratte queste foto.
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