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Nivolet

Prima la fase organizzativa e preparatoria...(e il volantino)

Ho telefonato a Satti: mi hanno confermato la partenza da Via Fiochetto alle 7.05 (dovrebbe essere un diretto sino a Ceresole, salvo trasbordo - poco probabile)

costi:

sino a Pont 3,20
da Pont a Ceresole 2,10
l'arrivo a Ceresole è previsto alle 9 e 30
c'è anche il bus da Ceresole al Nivolet alle 9 e 40 con costo di 1,30
i costi dovrebbero essere andata e ritorno (ne sono sicuroo solo da Ceresole al Nivolet)
il numero verde per info: 800 - 990097 questo è quello che mi hanno detto!!!
Baci e bici
                saigon

Il bus per il rientro parte da Ceresole alle 16.00. Come per l'andata le bici che non ci stanno sul bus le trasportiamo con il camioncino.
Bye bike
                Giorgio

Mentre ci sono vorrei segnalare che domenica 13 al parco del Gran Paradiso ci sono altre iniziative organizzate dall'ente parco, dalla Provincia di Torino e dalla Regione Valle d'Aosta nonche dai comuni di Ceresole e di Valsavaranche a seguito dell'inaugurazione del servizio navetta nel tratto in alto della strada del Nivolet.
Questo servizio purtroppo non elimina il grande traffico auto sulla strada fino al lago del Serru e peraltro consente il traffico nel tratto superiore a tutti coloro che prenotano ai ristoranti dei rifugi (in beffa a chi sale per conto proprio).
La manifestazione ha lo scopo di eliminare il traffico su tutta la strada e far partire le navette dall'ingresso del parco.
Bye bike
                Giorgio

Un articolo di Repubblica che parlava dell'iniziativa della massa critica torinese.

... quindi le cronache della giornata....

Siamo da poco tornati, esausti ed accaldati, dalla massa al colle del Nivolet.

Ora non ho tempo e voglia di stare a raccontare tutto per filo e per segno (lo farò magari nei prossimi giorni, lavoro permettendo), ma voglio far sapere a chi non è potuto venire con noi, che è stata una delle cose più divertenti della mia vita.

Anche se sono pieno di scottature (giornata stupenda, il sole picchiava duro) e i muscoli sembrano di granito, l'esperienza di questa "scorrazzata" in alta montagna è impagabile!

Ciao

                  Ablonzitov

La Banda Massa Critica si ritrova alla stazione degli autobus, carica le bici sul furgone e poi sale sul bus che subito deve fare una lunga deviazione perche' in lontananza appare una lunga colonna di fumo nero (cattivo presagio?), cambia bus a Pont, il furgone segue fedelmente.
La Banda Massa critica arriva al lago di Ceresole (circa 1600 m di altezza), breve colazione, volantinaggio e si parte. Credendo che la strada sia notevolmente più breve e meno difficile, qualcuno parte con un accelerazione turbo, lo ritroviamo un chilometro piu' in su' semi esploso sdraiato su una panca. Ma la salita e' implacabile non resta che scendere dalla sella e spingere, spingere, spingere mentre intorno si aprono panorami mozzafiato. Qualcun altro abbandona la bici, la lega all'unica palina stradale e viene recuperato dal preziosissimo furgone in appoggio, è dura, il sole picchia, il morale resta alto. Al lago del Serru' (mt. 2275) anche il furgone deve fermarsi, non puo' piu' proseguire, la banda Massa Critica aumenta sensibilmente di numero e continua lentamente ma inesorabilmente ad arrampicarsi lungo una ripida strada che sembra non finire mai.
La banda Massa Critica arriva finalmente al rifugio Citta' di Chivasso (mt 2612) e divora una bella polenta con contorni vari. Ma il tempo passa ed è ora di tornare, anzi. Il bus è gia' partito!
La banda Massa Critica tenta di raggiungere il bus e si lancia giu' per la discesa tra i tornanti, è incredibile quanta strada abbia fatto, stentiamo a credere ai nostri occhi, poi scatta una mini massa nei confronti degli autosauri (nel frattempo la strada e' stata incredibilmente riaperta al traffico) e qualche contrasto e' inevitabile.
Nota: se fai una massa in una strada di montagna, l'automobilista che ti sorpassa corre subito dalla mamma a protestare per la bua subita e poco piu' giu' solerti tutori dell'ordine ti aspettano perche' "è stata segnalata una bicicletta con una targa 'No Oil' che occupava impropriamente la carreggiata".
La banda Massa Critica riprende la corsa ma l'autobus è ormai lontano, la banda supera Ceresole e prosegue, ormai priva della fresca aria di montagna e immersa nella puzza degli scarichi delle auto, è meglio fermarsi e aspettare con calma l'autobus successivo.
La banda Massa Critica entra in paese in cerca di refrigerio e per aspettare l'autobus, ma c'è un manifesto leghista di troppo su un muro, impossibile resistere, qualcuno si incazza, urla, ("se torni qua di metto un paletto da mezzo metro su per il culo"). La massa applaude le eleganti e forbite frasi e la preziosa informazione sull'uso alternativo dei paletti da mezzo metro e decide di proseguire.
La banda Massa Critica, per evitare la lunga galleria si avventura in una vecchia strada ormai dissestata facendo lo slalom tra buche, massi, frane, passando in piccole ma buie gallerie e selvaggi panorami. Forse la banda massa critica e' entrata in un buco spazio temporale? Ma alla fine è nuovamente sulla strada principale e arriva ben presto a Locana dove finalmente si ferma, assalta un piccolo bar e svuota il frigo di bevande fresche e dissetanti.
La Banda Massa Critica carica le bici sul furgone e aspetta l'autobus che la carica, pero' la porta solo un po' piu' in la', alla stazione di Pont dove aspetta una altro bus che la carica, ma la porta solo un po' piu' in la', alla stazione di Cuorgne' dove la aspetta un treno (data di fabbricazione 1967, fonte Ablozintov) ad aria caldissima super diffusa.
La banda Massa Critica, stanca, sudata, scottata ma felice arriva alla stazione di Porta Susa.
La banda Massa Critica ha pedalato per circa 42 Km, ha fatto una salita di circa 16 Km con 1000 mt di dislivello, ha usato in prevalenza bici da città, qualcuna senza cambio, qualche mtb.
Come ha detto il buon John Belushi: "qui si tratta di fare un'azione assolutamente stupida e futile e siamo noi gli unici in grado di farla"

Armando

Ecco il resoconto di un nuovo massacritico della gita al Nivolet:
Ciao Piero,
ti scrivo subito della giornata passata nel Gran Paradiso, ringraziandoti della "dritta" e dispiacendomi della tua assenza.
Beh, che dirti, i primi 1000 metri di dislivello per raggiungere Ceresole da Locana sono duretti ma pedalabili, il più è riuscire a scaldarsi ma la pendenza fino a Noasca è lieve, quindi tutto o.k.
Il fastidio è stato affrontare la galleria, solo metà, perchè per la prima parte la superi percorrendo la strada vecchia, dal fondo un po' sconnesso. Questa strada si immette a metà galleria, il problema è che la lunghezza totale supera i 2 km con pendenza del 15%.
Beh, pollo io che mi son fatto stà fatica perchè mi ha poi detto un ragazzo che se si esce nuovamente dalla galleria dopo 50 metri, ci si ritrova sulla strada vecchia e da lì fino a Ceresole. Ed in effetti al ritorno son passato di lì e il fondo è anche meglio che nel primo tratto ( ma la pendenza è peggiore, punta al 21%?!?).
Ho quindi raggiunto i "massacritici" mentre distribuivano volantini agli automobilisti e che si sono rivelati subito molto simpatici. Io mi sentivo un po' fuori posto per via del mio look supertecnologico con bici stralucidata e gamba depilata, ma nessuno me l'ha fatto pesare. Comunque ho tratto una bella lezione di umiltà. Dopo qualche chilometro infatti ho deciso di staccarmi dal gruppo per via del procedere un po' discontinuo che martellava un po' le mie gambette.
Purtroppo con la bici da corsa è difficile procedere senza un ritmo continuo e così sono salito in solitaria al Nivolet, senza dimenticare giunto al parcheggio del Serrù di urlare ai leghisti del gazebo contro il traffico regolamentato di vergognarsi.
Poi al colle sono sceso al rifugio Chivasso, curioso di sapere la loro posizione riguardo al "blocco" e timoroso di foraggiare un eventuale collaborazionista dei padani.
Beh, il timore se ne è andato subito quando mi hanno spiegato le idee molto etiche che animano la loro gestione: clientela che ami la montagna e non che la sfrutti.
Comunque la lezione mi è arrivata quando, mentre scendevo verso il parcheggio del Serrù convinto di incontrare laggiù i compagni di salita agonizzanti, me li sono trovati appena tre chilometri più sotto. A questo punto naturalmente ho girato la bici e sono risalito con loro, con la conferma pratica che è la volontà e non la tecnologia a fare le imprese. Sono stati grandi!!!Penso che il colle del Nivolet abbia visto per la prima volta oggi una Graziella [con le ruote, perchè in carne ed ossa ce ne sono tante :-)] percorrere i suoi tornanti!!!

Vabbè, spero che le notizie sul pecorso ti possano servire. Da parte mia ti dico che pedalare su di una strada con così poco traffico (i mezzi navetta e quelli dei guardiaparco ogni tanto passavano) è veramente un piacere. Ora ti saluto chè mi devo ancora ripigliare dal sole e dalla fatica.
Spero ti sia rimesso in salute,
a presto
                    Ale

Grazie ad Armando per la cronaca del Nivolet e ad Ale per i commenti sulla resistenza dei mssacritici che non hanno mollato fino in cima.
Per me é stato un godimento soprattutto avere 2000 m di discesa e la scoperta del tratto fuori gallerie con un paesaggio lungo il torrente straordinario.
Commentando a posteriori i fatti, oltre ad essere stata una bella esperienza, penso che la nostra presenza abbia avuto importanza nella pluridecennale storia della strada. Anche se la massa non é stata grossissima ha comunque raggiunto lo scopo di essere stata presente ad una scadenza importante e presa in considerazione dagli enti coinvolti nelle decisioni. L'allarme iniziale al nostro arrivo nel parco dimostra che abbiamo seminato anche un brivido di panico per chi si é occupato della gestione della prima giornata di chiusura del tratto superiore della strada.
Bisogna dare atto che vedere il colle praticamente sgombro dalle auto é sicuramente un passo avanti rispetto al passato; parlando poi con Walter Giuliano dei problemi ancora da risolvere ha convenuto che sono da aggiungere alcuni interventi migliorativi (colleganmenti con bus da Torino, allungamento dell'orario di chiusura della strada).
Voglio segnalare che é uscito un articolo sulla Sentinella del Canavese con foto di Salvatore.
Bye bike
                    Giorgio

... e infine il link ad alcune foto della giornata....

  1. Nivolet 1

  2. Nivolet 2

  3. Nivolet 3

  4. Nivolet 4

  5. Nivolet 5