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The Invisibles

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Tutto comincia la mattina del 22 dicembre del 2012. Un giorno in cui la storia si scontrò duramente con la più impensabile delle apocalissi, un evento presentito e annunciato dai profeti delle culture più diverse: la biblica Armageddon, il Ragnarok nordico, il Quinto Sole degli Aztechi, il Quarto Mondo degli Hopi, la Rottura dei sigilli, l’Estasi, l’Eskaton, il Giorno del Giudizio.
Ci siamo quasi.
Non vi siete mai chiesti come mai il tempo scorra sempre più in fretta?

 A sentire Morrison, Invisibles è il tentativo di descrivere un rapimento alieno. Non so se sono d’accordo, e soprattutto non so se fidarmi di lui. Non mi fido di un esperto di complotti internazionali, controcultura e disinformazione. Non è l’unico di cui non ci sarebbe da fidarsi, e, proprio per questo, leggere Invisibles è necessario. Prendetelo come un Anarchist Cookbook al contrario. Non spiega come combattere, ma cosa combattere. Meglio ancora ci spiega perché combattere. O forse ci costringe a chiederci se vogliamo combattere.

Non hai scelta: libertà senza confini oppure  eterno controllo.

Invisibles è un fumetto complesso, per la mole di argomenti trattati, per le innumerevoli citazioni, per i riferimenti a tutte le teorie più o meno oscure che lo affollano. E’ un sovraccarico informativo.

Informazione troppo veloce.
Informazione troppo calda.

E in questa selva di informazioni, a volte fuorvianti, è facile perdersi. Soprattutto per l’autore, che rischia di frustrare chi legge. L’abilità di Morrison probabilmente sta proprio nel riuscire a portare avanti (attenzione, "portare avanti", non "concludere") la narrazione in modo sempre coerente e intrigante, senza mai forzare, alternando momenti di azione frenetica a dialoghi allucinati e divertenti, situazioni familiari a scene ai confini della realtà. E tutto questo senza trascurare i personaggi, che sono tutti in qualche modo memorabili, dalla comparsa al protagonista, e le dinamiche che li muovono, che non sono mai banali (un esempio su tutti: l’evoluzione del rapporto tra Jack e Fanny, che passano dall’ostilità omofobica del primo nei confronti del secondo, ad una complicità che parte dal comune amore per il ballo).

 La realtà è questione di linguaggio

 Nel numero 16 della serie originale Grant Morrison vedeva il futuro della stessa quanto meno incerto a causa del calo di vendite, allora, per cercare di superare il momento di crisi e portare a termine questo progetto che riteneva molto importante, nella pagina della posta, invitò i lettori a compiere un rito magico propiziatorio focalizzandosi su un sigillo magico mentre si masturbavano.

Ha funzionato.

Invisibles non è un fumetto sulla magia.

Invisibles è una magia.

 

Mamma l’universo non è ciò che pensi.

La fuori ci sono alieni e demoni e linguaggi segreti come in tivvù.

E il mondo sta per finire e nessuno te l’ha detto, mamma.E comunque niente è reale.

 

[I personaggi] [Leggere The invisibles] [Mage: the Ascension]

Gli errori in questo articolo sono 
un tributo alla vittoria finale del caos. 

Entropia unica via.

(marzo 2002)

 link Invisibili:

www.barbelith.com/bomb

un bel sito con molto materiale riguardante il fumetto. 
Particolarmente utili le annotazioni, 
che sono disponibili anche in italiano su www.newsarama.it

www.invisibilia.co.uk/invisibilia.htm

la Homepage della mailing list invisibles

link su Morrison:

www.comune.modena.it/glamazonia/biblio/morrison
www.grant-morrison.com

 

Morrison, tra i grandi inglesi che hanno sconvolto il fumetto negli anni
passati, è probabilmente il più trascurato. Meno 'geniale' di Moore, meno 
'fruibile' di Gaiman, questo autore spesso viene ingiustamente ignorato
nonostante i suoi lavori siano spesso di grande valore.
In questo sito potete trovare una bibliografia italiana di questo autore:

www.comune.modena.it/glamazonia/biblio/morrison/
grantbiblio.htm