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From Hell e ABC

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Recentemente due fumetti si sono meritati una particolare attenzione, uno perché ha concluso il suo corso editoriale italiano e l’altro perché, con la sua settima uscita, ha compiuto il giro di boa del primo anno in edicola. Difficilmente riuscirei a immaginare due opere più diverse, una accurata ricostruzione storica in bianco e nero e una coloratissima raccolta di testate supereroistiche, eppure queste due opere sono accomunate da una caratteristica importante: lo sceneggiatore (ad essere corretti in Italia sono accomunate anche dall’editore)
Sto parlando di Alan Moore, e i fumetti in questione sono "From Hell" e "America’s Best Comics".

"From Hell" è un’accurata ricostruzione di una possibile "verità" sui delitti di Jack lo squartatore, e l’accuratezza della ricostruzione è proprio quello che rende particolare questo fumetto; ciascun volume è accompagnato da una serie di note che avvalorano o giustificano le scelte dell’autore, rifacendosi a saggi o documenti dell’epoca. Se questo può sembrare noioso, è, invece, a mio parere, quello che rende il fumetto sottilmente più inquietante di quella che sarebbe potuta essere una semplice opera di finzione. Come in tutte le opere ben fatte i piani narrativi sono molteplici, ed è sicuramente riduttivo pensare a From Hell come ad una semplice ricostruzione (per quanto riuscita) di delitti vecchi di un secolo, in questo fumetto possiamo trovare "un affresco sulla società vittoriana e sui suoi umiliati e offesi, un trattatelo sulla massoneria e sull’architettura magica londinese,  una parabola sulle false illusioni e sulle trasfigurazioni della fantasia umana, una riflessione sulla genesi del male, sulla costruzione delle verità universali e sulle colpe invisibili dei processi storici", per usare  le parole di Leonardo Rizzi, uno dei traduttori della Magic Press.

Vale la pena spendere anche qualche parola per i disegni di Eddie Campbell, che, ad una prima impressione, sono francamente brutti, ma una volta superato lo scoglio del tratto scarno e spigoloso si rimane impressionati dalla crudezza di una narrazione grafica che sa essere sempre efficace, senza mai cadere in facili effettacci grand guinoleschi nel proporre i particolari più efferati dei delitti, e che riesce a catturare in maniera personale ed efficace l’atmosfera della Londra di fine diciannovesimo secolo, regalandoci una città magica e al tempo stesso squallida.

In conclusione un fumetto profondamente originale, maturo e personale, ma soprattutto imprescindibilmente legato alle meccaniche di un mezzo di comunicazione da sempre a torto relegato a forma di intrattenimento povera e subordinata ad altre più nobili.

  "America’s Best Comics" (o in breve ABC) non è propriamente un unico fumetto, ma un sorta di collana che raccoglie testate diverse ("Tom Strong", "Promethea", "Top Ten" e "Tomorrow Stories", che a sua volta è un antologico di storie brevi) realizzate da disegnatori  diversi e sceneggiate da Alan Moore. Un’altra cosa accomuna queste testate, trattano tutte di supereroi  (tranne Jack B. Quick), ma lo fanno in maniera molto particolare. Facciamo qualche esempio. Top ten parla delle vicende di un distretto di polizia in una città popolata da superuomini, alieni, mutanti e dei, e non come possono esserlo Metropolis o la New York della Marvel, a Neopolis non ci sono esseri umani normali; immaginate "NYPD" in cui i protagonisti sono uomini, donne e cani (ma anche gatti e topi!) in calzamaglia. L’effetto straniante è totale, e la serie è una delle più interessanti. Promethea, invece, nasconde dietro ad una supereroina stile Wonder Woman una intrigante storia sul  narrare e sul potere dell’immaginazione, anche se questa definizione è riduttiva per una serie che in ogni numero si spinge sempre più avanti sulla strada della "sperimentazione" narrativa, coadiuvata anche dagli eleganti disegni di J.H. Williams.

Tutte le storie a modo loro sono una dimostrazione di cosa sia possibile fare qualcosa di innovativo, pur restando all’interno delle regole di un certo fumetto mainstream. A detta dello stesso autore, fumetti come Top Ten e Promethea, sono più sovversivi di From Hell, proprio perché, a prima vista, si mantengono all’interno dei confortevoli (per il lettore) confini del fumetto "commerciale" (a questo proposito, ma non solo, consiglio la lunga intervista a Moore pubblicata sul numero 7 di Mano ed. Coconino Press, dove tra l’altro è pubblicata anche una ideale prosecuzione di From Hell, illustrata da Oscar Zarate).            

(marzo 2002)

alcuni indirizzi utili



una foto di Alan Moore
 
(una completa cronologia dei lavori di Alan Moore)
 
 

(una rivista on-line con moltissimo materiale sul barbuto magus)
 

(una delle innumerevoli biografie)
 
il logo di America's Best Comics
 
 
 

(la pagina di Campbell)

 
 
 
 
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