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La nuova antologia di racconti che ci propongono Margaret Weis e Tracy Hickman è un piccolo viaggio tra personaggi noti (per chi abbia avuto modo di leggere le Cronache o le Leggende di
Dragonlance) e volti nuovi, tutto nel più tipico stile fantasy. Organizzate in quattro brevi volumi, le sei storie che
compongono la saga hanno infatti come protagonisti vecchie conoscenze, a partire da Raistlin e
Caramon, Tasslehoff e Tanis, e sconosciuti "emergenti", come la giovane Nikol e il chierico
Michael, e le loro avventure si collocano in un arco di tempo che dai giorni precedenti il Cataclisma arriva fino al decennio successivo alle Guerre dei Draghi.
E, naturalmente, sono eroi senza macchia e senza paura.
Se Cronache e Leggende ci avevano proposto un gruppo di impavidi pronti, sì, a dare la vita per la giusta causa, ma con un occhio (minimo, in verità ) anche agli aspetti più "umani", passionali e irrazionali del loro carattere, adesso risulta sempre più difficile staccarsi dallo stereotipo dell'eroe per dare vita a qualcosa di nuovo e, perché no?,
sorprendente.
I buoni sono proprio buoni; magari per un secondo sono tentati dal "lato oscuro", ma no, eccoli ritornare sulla retta via, come in fondo in
fondo tutti noi ci aspettavamo.
I cattivi sono proprio cattivi, e ci fa sempre piacere vederli sconfitti e prostrati dalla giustizia e dalla verità.
Le eroine sono tutte bbbone, dolcissime, comprensive, intelligenti, mirabili esempi di virtù, eccetera, ed anche se ci verrebbe voglia di chiederci dove nascondano il fisico da culturista di ogni degno guerriero, evitiamo di farlo, perché sappiamo tutti che è così che le vogliamo.
Ci sono gli orchetti e i draghi, le locande accoglienti e le fredde notti in accampamenti di fortuna. Insomma, tutto quello che ci vuole per far sentire a casa un giocatore di ruolo!
E poi c'è Raistlin, spietato, orgoglioso, misterioso, ma prodigo di carezze per bimbi sfortunati e di lezioncine morali per i più grandi
(sigh); Tass, forse un po' invecchiato, ma sempre smagliante; l'eroica Nikol, destinata da uno stolido maschilismo a non poter diventare Cavaliere (ma non vi preoccupate, si dimostrerà più degna e coraggiosa di interi eserciti di maschioni armati pesantemente, parola di Lord Soth
-sigh-); il mite guaritore pronto a rinunciare a tutto per amore...
E' il trionfo dei buoni sentimenti!
E mentre la narrazione si snoda lineare e senza particolari slanci o "virtuosismi", leggiamo contenti le gesta di quelli che sono un po' i nostri personaggi, assediati, massacrati o osannati a seconda dell'umore di un Master, pardon, di dei volubili (e leggermente
bastardi) che a quanto pare non hanno niente da fare se non contendersi il mondo (qualunque esso sia) per scopi non meglio identificati. Fa eccezione l'ultimo racconto della saga, intitolato "Il migliore", dove l'incipit scontato viene riscattato dal fatidico colpo di scena…bhè, più o meno.
(novembre 2001)
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