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La fantasy di Bradbury.  

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E’ nato nel 1920 dunque sta per compiere 82 anni. Il nome è di quelli da leggenda: Ray Bradbury, uno dei grandi scrittori (in assoluto) del secolo scorso. Torna alla ribalta quest’anno per una serie di eventi che lo riguardano. Intanto, continua a scrivere ed è stato pubblicato da poco in Italia (ne parleremo) Ritornati dalla polvere, uno dei suoi pochi romanzi (ha scritto soprattutto racconti), mentre in America è appena uscita una raccolta, Another for the Road.

Ma non finisce qui, infatti sono stati acquistati i diritti per realizzare ben 5 film tratti dalle sue opere.

Mel Gibson produrrà (e Frank Darabont dirigerà) il remake (ricordiamo il celebre film di Truffaut del 1966) di Fahrenheit 451; la Universal si è aggiudicata i diritti per Cronache marziane; il remake de L’uomo illustrato sarà interpretato da Ben Kingsley (la versione precedente è del 1969); e ancora Sound of Thunder sarà interpretato da Pierce Brosnan e diretto da Peter Hyams. Infine lo stesso Bradbury sta adattando il suo racconto Frost and Fire per una sceneggiatura.

Ray Bradbury, infaticabile, ha recentemente rilasciato un’intervista dove parla del suo rapporto con la science fiction e il fantasy. Riguardo questi argomenti, insiste nel direi che il suo unico romanzo di fantascienza è stato Fahrenheit 451; tutte le altre sue opere le classifica nel genere fantasy. Secondo le sue parole la differenza fra i due generi non è poi così sottile: la fantascienza sarebbe la scienza del possibile, il fantasy, dell’impossibile. Nonostante la sua definizione di “scrittore di cose impossibili”, Bradbury è stato l’ispiratore di invenzioni prefigurate nei suoi libri: l’idea del walkman della Sony è partita da lui e raccolta prontamente da un ingegnere giapponese, la TV interattiva, gli schermi da parete al plasma che cominciano ad entrare nelle nostre case ci sono già in Fahrenheit 451. La realtà virtuale la troviamo ne Il veldt mentre ne L’assassino fanno la loro comparsa i nonni dei nostri cellulari.

Nonostante questa fervida inventiva tecnologica, nonno Ray continua a battere sui logori tasti della sua macchina da scrivere.

Ma quale potrebbe essere il peggior scenario possibile riguardo quello che ci aspetta nel nostro futuro? La risposta è pronta e inquietante: non ci sarà bisogno di bruciare i libri perché non ci saranno più libri da bruciare.

29/05/2002

 

Ray Bradbury

 

 

 

La locandina di Fahrenheit 451 di Truffaut