Emilio CERASANI
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Emilio Cerasani

ORIGINE DELLA CATTEDRALE DI S. SABINA
A S. BENEDETTO DEI MARSI


Sull'origine della cattedrale di S. Sabina in S. Benedetto dei Marsi, si hanno poche e frammentarie notizie.
Si ritiene, però, che il tempio sia sorto come privato oratorio, sopra un sepolcro o presso una cripta, ove i cristiani segretamente si riunivano per devozioni e culti. Solo dopo l'Editto di Costantino (313 D.C.) essa potè essere edificata, come si potrà rilevare dai Sinodi Romani da cui, peraltro, non è possibile provare la partecipazione del vescovo dei Marsi per le continue scorrerie dei barbari che infierivano, con spietata violenza nelle nostre contrade. Ad ogni modo, il primo Vescovo dei Marsi, storicamente accertato, attraverso la Biblioteca Vaticana, ha nome Quinto, che fu presente al Concilio di Costantinopoli II del 533 al seguito di Papa Vigilio.
Soltanto dopo tale epoca, con S. Elpidio, e ad opera della comunita dei neofiti, si puo ritenere che abbia avuto inizio la costruzione della cattedrale di S. Sabina e la cappella, in contrada Arestina, dedicate al santo accennato e a S. Eutichio ove per più secoli furono venerate le loro spoglie.
A tal riguardo, ci corre l'obbligo di ricordare che il corpo di S. Eutichio nel 968 fu donato da Alberico Vescovo dei Marsi, all'imperatore Ottone I e quello di S. Elpidio nel 969 a Teodoro, vescovo di Metz, parente dell'imperatore. La Cattedrale di S. Sabina nell'attuale sistemazione almeno in ordine alla facciata anteriore, appartiene ai sec X-XI Fu abbellita dai Conti di Celano e particolarmente da Berardo.
Dalla testimonianza del Febonio (1) storico dei Marsi si ha notizia che "La chiesa era a tre navate sostenute da colonne con capitelli di marmo ornati di bassorilievi e pitture in stile greco. Conservò il matroneo fino ad una cerca epoca. L'abside centrale era sostenuta da pilastri di pietra a base quadrangolare coi relativi archi. Nel suo complesso semicircolare era formata di pietra levigata anche nell'esterna struttura. Il portale marmoreo di vario colore aveva gli interstizi illustrati verosimilmente con molti animali, arricchito da tre colonine a fusto cilindrico nei due lati, a guida di icona. Gli architravi erano variamente costruiti: in alto erano sostenuti da marmo bianco e nero" .
Sappiamo con certezza che la cattedrale fu edificata sulle rovine del Capitolium, presso l'antico tempio di Giove ad onore della martire Sabina come risulta da una Bolla di Pasquale II (1099-1118) che recita:
Antigua cathedralis in ipsa civitate Valeria, primum constructa fait sub invocationem sanctae Sabinae".
La vocazione e l'origine della santa meritano una breve menzione "Sabina fu matrona romana nel pieno senso del nome che la fa discendere dagli antichi abitatori del Lazio le cui donne furono rapite dai compagni di Romolo Figlia di Erode preposto all'estrazione dei metalli e moglie di Valentino ambedue di nobile estrazione e ricchi di beni temporali. Rimasta vedova rinunciò ad ogni agiatezza offertale dalla sua posizione sociale, alta e prestigiosa. Nella casa della Santa trovarono rifugio molti cristiani. Subì il martirio per avere lasciato gli idoli ed essersi votata a Dio. Ne restarono ammirate le genti e in particolare i confinanti Marsi i quali furono i primi ad innalzarle un monumento all'alba del di lei martirio. Si spiega così la nascita di un culto si vasto e continuo nel vicino confine!
Qui nacque Papa Bonifacio IV che resse il complesso templare, secondo la regola benedettina.
Col tempo la Basilica divenne un grande tempio adorno di insigni opere d'arte e fu motivo di ammirazione e lode di molti scrittori. Vi aveva la residenza il Vescovo, come si evince dalla Bolla di Stefano IX diretta a Pandolfo:
"Ecclesiae Sanctae Sabinae antiqua civitate marsorum episcopalem sedem largimur".
Per la sua posizione di notevole prestigio Pasquale II le attribuì dominio e potestà su tutte le chiese della Diocesi. Vi ebbero sepoltura molti Vescovi tra i quali S. Berardo che fu capo della chiesa marsicana dal 1110 al 1130 con meriti immensi!
E sia pure un cenno, lasciamo alla penna di E. Agostinone l'incanto che egli prova a riguardar la cattedrale nella sua "Italia artistica":
- S. Sabina è un trionfo di luci e ombre con armonia di colori determinati dal tempo: è una solenne composizione architettonica e scultorea ornativa, che la resero imponente ed elegante nell'antica Marruvium! ".
In seguito la cattedrale e lo stesso palazzo vescovile, esposti alle invasioni, alle ribalderie dei masnadieri e allo straripamento delle acque del Fucino deperirono a tal segno che fu impossibile per il vescovo risiedervi talche Matteo Colli chiese ed ottenne dal Papa Gregorio XIII (1580), l'autorizzazione a trasferire la Comunità religiosa da S. Sabina, alla nuova cattedrale di S. Maria delle Grazie di Pescina dove furono accolte e custodite come abbiamo più volte riferito le preziose reliquie di S. Sabina e, piu tardi, quelle di S. Berardo, nostro venerato protettore, luminoso esempio di umiltà, bonta ed amore dono del Signore.

(1) Muzio Febonio nacque ad Avezzano il 13.7.1567, e mori a Pescina i1 3.1.1663 Scrisse °Historia Marsorum in 3 libri pubblicata a Napoli nel 1678

 


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