Tutti i processi: Lodo Mondadori
Il lodo arbitrale sul contratto Cir-Formenton fu emesso il 21 giugno '90 da tre arbitri,
Carlo Maria Pratis, Natalino Irti e Pietro Rescigno, incaricati di dirimere la controversia
(la cosiddetta "guerra di Segrate") tra Carlo De Benedetti (Cir) e Luca Formenton per la vendita alla Cir del 25,7% della Smef, la finanziaria
che controlla la Mondadori. Il lodo diede ragione alla Cir dando a De Benedetti il controllo del
50,3% della Mondadori.
La decisione del collegio arbitrale venne però annullata dalla Corte di Appello di Roma con una sentenza
dei giudici Arnaldo Valente, Vittorio Metta e Giovanni Paolini.
Proprio in relazione a questa sentenza, che portò poi all'accordo tra De Benedetti e Silvio Berlusconi,
che diventò proprietario della Mondadori,
i magistrati milanesi ipotizzano per il leader del Polo l'ipotesi di reato di concorso in corruzione in atti giudiziari.
400 milioni di lire, provenienti da fondi esteri occulti della Fininvest, sarebbero finiti,
nel 1992, all'ex giudice Vittorio Metta con la mediazione di Cesare Previti, Attilio Pacifico e
Giovanni Acampora, anche loro rinviati a giudizio.
Nel novembre 2000 la Cassazione ha confermato il proscioglimento (e non l'assoluzione con
formula piena) di Silvio Berlusconi dal reato
corruzione semplice che, grazie al riconoscimento di attenuanti generiche, è stato dichiarato
prescritto perchè i fatti risalgono
al 1991 (la prescrizione matura dopo 7 anni e mezzo). Le attenuanti generiche erano state
concesse a Berlusconi, oltre che per la "corruttibilità del sistema giudiziario romano", anche perchè egli
raggiunse una transazione con la parte lesa (la Cir) che portò alla riduzione della gravità del danno
Sono confermate le accuse (e quindi l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari) verso
Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora, per cui continua il processo a Milano.
Anche se prosciolto, Berlusconi è stato chiamato a testimoniare, dal Pubblico Ministero Ilda Bocassini,
in quanto il flusso di denaro che è servito a corrompere i magistrati proviene da conti esteri
addebitabili al Cavaliere. Nel gennaio 2002 il processo è stato unificato a quello Imi-Sir, sempre per corruzione di giudici,
che vede come imputati comuni Previti, Metta e Pacifico.
A fine aprile 2003 viene emessa la sentenza di condanna per Cesare Previti (11 anni di carcere), Attilio Pacifico, Giovanni Acampora
e Vittorio Metta.
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