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Da RAINEWS24 del 17 novembre 2001

Lodo Mondadori. Confermato il proscioglimento di Berlusconi

La Cassazione ha confermato il proscioglimento per prescrizione nei confronti di Silvio Berlusconi, in relazione all' accusa di corruzione in atti giudiziari per la vicenda "lodo Mondadori". In particolare, i supremi giudici hanno respinto il ricorso del procuratore di Milano Pietro De Petris contro il proscioglimento di Berlusconi cosi' come stabilito il 19 giugno del 2000 dal Gup Rosario Lupo.
Inoltre la cassazione ha respinto il ricorso con il quale i legali di Berlusconi chiedevano la piena assoluzione e non il semplice proscioglimento, maturato in seguito alla prescrizione per il riconoscimento delle attenuanti generiche. Inoltre la cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi dell'ex giudice Vittorio Metta, di Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Cesare Previti. Dunque per loro continuerà, davanti alla 4/a sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Paolo Carfì, il processo per i risvolti della vicenda "lodo Mondadori" che li vede imputati di concorso in corruzione in atti giudiziari.
Pacifico, Previti, Acampora e Metta, oltre al pagamento delle spese processuali, sono stati condannati anche a pagare un milione ciascuno alla cassa delle ammende. In questa parte del procedimento in cassazione erano costituite come parti civili la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della Giustizia e la Cir di Carlo De Benedetti. Secondo l'ipotesi di accusa - che esce confermata da questa decisione emessa dalla cassazione - 400 milioni, provenienti dai fondi esteri occulti della Fininvest, sarebbero finiti, nel 1992, all'ex giudice Vittorio Metta, relatore della sentenza con la quale la corte di appello di Roma mise fine alla cosiddetta "guerra di Segrate" dando ragione alla Formenton-Mondadori (e quindi alla Fininvest) e torto alla Cir di Carlo De benedetti. In base all'ipotesi accusatoria, Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora avrebbero svolto il ruolo di mediatori tra Berlusconi e Metta e, come tali, insieme all' ex magistrato, sono imputabili di concorso in corruzione in atti giudiziari (art. 319/ter codice penale).
Diversa invece era la posizione di Silvio Berlusconi nei confronti del quale la corte di appello di Milano, lo scorso 25 giugno, aveva ipotizzato il reato di corruzione semplice che, grazie al riconoscimento di attenuanti generiche, è stato dichiarato prescritto perchè i fatti risalgono al 1991 (la prescrizione matura dopo 7 anni e mezzo). Le attenuanti generiche erano state concesse a Berlusconi, oltre che per la corruttibilità del sistema giudiziario romano, caratterizzato da "un sistema di mercimonio delle pronunce", anche perchè egli raggiunse una transazione con la parte lesa (la Cir) che portò alla riduzione della gravità del danno. Invece il 19 giugno del 2000 il gup Rosario Lupo aveva prosciolto tutti gli imputati. La decisione fu riformata lo scorso giugno dalla corte di appello di Milano con un verdetto che ha superato il vaglio di legittimità. La decisione della cassazione è stata presa in camera di consiglio dalla 6/a sezione penale.



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