Da la Repubblica 28 gennaio
2002
I temi delle inchieste Imi-Sir e Lodo Mondadori
Al centro dell'inchiesta Imi-Sir c'è una presunta
tangente di 66 miliardi che sarebbe stata versata nel 1994. Secondo i pm
milanesi, Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, la famiglia del petroliere Rovelli
avrebbe consegnato somme ingenti agli avvocati Previti (21 miliardi), Pacifico
(33 miliardi) e Acampora (13 miliardi) per "aggiustare" - corrompendo, secondo
l'accusa, i giudici romani Squillante, Verde e Metta - la causa tra la Sir di
Rovelli e l'Imi. Causa che fruttò alla famiglia del petroliere mille
miliardi.
L'inchiesta Lodo Mondadori riguarda un pacchetto di
azioni in mano alla famiglia Formenton che passarono nelle mani della Fininvest
grazie ad una sentenza della Corte d'Appello che, secondo l'accusa, sarebbe
stata anch'essa "aggiustata". La vicenda del lodo arbitrale sul contratto
Cir-Formenton inizia nel 1989, quando tre arbitri vengono incaricati di dirimere
la controversia tra Carlo De Benedetti e la famiglia Formenton che riguardava la
vendita alla Cir da parte di Formenton di 13milioni e 700mila azioni Amef contro
6 milioni e 350mila azioni ordinarie Mondadori. Il lodo arbitrale fu favorevole
alla Cir: Silvio Berlusconi prese la presidenza di Mondadori e De Benedetti
conquistò il controllo del 50,3% del capitale ordinario Mondadori. Il 24 gennaio
1991, però, la Corte d'Appello di Roma, presieduta dal giudice Valente e
composta dai magistrati Vittorio Metta e Giovanni Paolini, dichiarò che l'intero
accordo, e quindi il lodo arbitrale, era da considerarsi nullo.
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