Storia
La Struttura


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Nel Piano dell’offerta formativa convergono le linee fondamentali che contraddistinguono l’Istituto nella sua esperienza di sperimentazione autonoma e guidata: è il documento fondamentale, la carta della scuola, nella quale sono chiarite le finalità formative, gli indirizzi attivati, le scelte pedagogiche e didattiche ,le modalità dell’organizzazione , dell’autoverifica, tutto quanto serve a rendere l’istituzione scolastica di fronte alla collettività ( in funzione della quale è istituita e deve produrre formazione) chiara e trasparente e a darle una sua identità.

Nella convinzione che alla base di ogni scelta pedagogica debba esserci una proposta educativa discussa e condivisa , i principi di tale proposta - che il Collegio dei docenti ha elaborato e riesaminato nel tempo - sono oggetto di questa progettazione con cui l’Istituto si mostra all’esterno, mettendo a disposizione tutte le risorse umane, organizzative e culturali per garantire ai propri studenti un migliore servizio. Dal momento che la finalità della scuola è quella di educare persone libere da pregiudizi, fornite di specifiche e aggiornate competenze professionali, capaci di operare come cittadini responsabili, e solidali, essa deve essere efficace centro di formazione e di cultura operando in un clima di consenso sociale su un progetto culturale condiviso da studenti e famiglie.

L’Istituto riafferma come obiettivi una formazione culturale ampia e la flessibilità della offerta didattica, con una specificità di indirizzi e occasioni che, da una parte rispondono ai bisogni e alle richieste dell’utenza, dall’altra si integrano nel processo di innovazione che la nostra società ha da lungo tempo avviato.

Una formazione culturalmente ampia non deve comunque esaurirsi solo in una serie specifica di competenze assunte: il nostro auspicio è che lo studente acquisisca una capacità continua di “ imparare a imparare” e che la eserciti poi nel prosieguo degli studi e nella professione , abbia il senso della scuola che ha frequentato, ricordandosene con nostalgia e riconoscendo i cambiamenti subiti, ami più il se stesso cambiato di quello prima del cambiamento.

CAPITOLO 1

LETTURA DEL TERRITORIO

Il bacino di utenza della nostra scuola si colloca nell’ambito territoriale dei comuni di Petilia Policastro, Mesoraca, Roccabernarda e Petronà e si caratterizza come contesto socio-culturale tipico dell’entroterra crotonese, privo di una rete stradale efficiente, di strutture per l’aggregazione dei preadolescenti e degli adolescenti e con diffuse situazioni di disagio economico.

Si tratta di un territorio collinare e montuoso situato per la maggior parte tra le valli del Tacina e del Potamo che si estende su una superficie di 301 kmq. La sua connotazione economica è basata sul terziario per la massiccia presenza di attività commerciali e di addetti alla pubblica amministrazione, come impiegati ed insegnanti.

L’orografia, la precarietà dei servizi di trasporto, l’assenza di opere infrastrutturali moderne, la mancanza di raccordi adeguati con il mare ed i centri più importanti come Crotone e Catanzaro, fanno vivere a quest’area numerose forme di marginalità.

I quattro centri abitati, tre in provincia di Crotone (Mesoraca, Petilia Policastro e Roccabernarda) ed uno (Petronà) in provincia di Catanzaro, hanno complessivamente una popolazione di 24.390 abitanti e presentano una struttura economica e produttiva molto debole, con gravi ripercussioni di carattere sociale. Il territorio soffre, infatti, di gravi problemi di degrado ambientale, di criminalità, di emarginazione sociale e il reddito pro capite, in base ai dati ISTAT, è inferiore del 50% della media dell’UE, e ancora più basso di quello delle regioni più povere d’Italia.

Altri punti deboli, oltre a quelli già menzionati, sono costituiti dal rallentamento delle nascite e dalla mancanza di posti di lavoro, che uniti ad un elevato flusso migratorio verso città e regioni del Nord Italia, rischiano di provocare un forte declino demografico le cui conseguenze più immediate sono l’invecchiamento degli abitanti e una vistosa diminuzione della popolazione scolastica. Problema centrale per questo territorio rimane, dunque, quello della disoccupazione e della esclusione dei giovani dal mercato del lavoro. Con la crisi del settore delle costruzioni l’occupazione si è ridotta notevolmente e sono ripresi i movimenti migratori verso le aree centro-settentrionali che negli ultimi tre anni hanno riguardato circa quattromila persone. Questo nuovo esodo costituito principalmente da giovani, ha svuotato il territorio di grandi energie, facendo venire meno un importante fattore di sviluppo.

Va detto, comunque, che il panorama di questo territorio non è tutto di arretratezza e sottosviluppo. Vi si leggono anche segni incoraggianti di dinamismo sia pubblico che privato. Alcune iniziative legislative quali i "Progetti di lavori socialmente utili" hanno consentito l’assunzione di un centinaio di giovani disoccupati. Industrie di trasformazione costituite da piccole imprese artigiane e collegate con i settori agricoli maggiormente rappresentativi come l’olio, i funghi e la castagna sono nate in diversi punti del territorio e specialmente a Sofome, Roccabernarda e Petronà. In tutto il territorio numerose sono le botteghe artigiane dove si lavora il marmo, il ferro, il legno per produrre cancelli, ringhiere per balconi e scale, lampadari, mobili, strumenti musicali,opere ad intaglio, restauro di mobili antichi. Tra i prodotti tipici vanno annoverati principalmente caminetti, arredi per giardino, mobili per la casa come tavoli, sedie, armadi, cesti, cassapanche, credenze, ma anche attrezzi e suppellettili tipici della tradizione locale come mestoli, ciotole, mortai e zuccheriere. La lavorazione del ferro battuto si trova principalmente a Mesoraca, ma anche a Sofome ad opera di artigiani mesorachesi. Una menzione particolare merita la forgiatura di Giuseppe Cistaro i cui ferri battuti vengono esportati in Francia, Corsica, Svizzera, America e perfino in Giappone. Girando per il centro storico di Mesoraca è possibile ancora imbattersi in botteghe artigianali che lavorano la latta, una lamiera d’acciaio dolce stagnata con cui si fabbricano recipienti per prodotti alimentari, lanterne ed oliere a forma di ampolla. La lavorazione del legno, caratterizzata principalmente come attività di servizio, (dalla segheria, alla carpenteria, al restauro, alla fabbricazione di cesti, di zampogne, di mobili) è un’attività molto diffusa e radicata a Mesoraca nella cui frazione da quattro anni funziona anche una bottega di liuteria. Molto praticata è anche l’arte del restauro dei mobili antichi, il cui centro di produzione più vivace è a Foresta di Petilia Policastro, dove operano tre restauratori.

Dal punto di vista morfologico il territorio è determinato da forti dislivelli altimetrici. Dai 1800 metri sul livello del mare dei monti Femminamorta e Gariglione, l’altitudine digrada dolcemente verso i colli di Principe, Montano, Matontia, Petraia e Campizzi per raggiungere i piatti orizzonti della pianura che si estende fino alla statale 106. Un’altra caratteristica di quest’area è costituita dalla varietà della vegetazione. Nella parte alta predominano boschi di faggio e conifere, mentre il castagno costituisce la specie arborea più diffusa dai 700 ai 1200 metri. Scendendo di quota diventa predominante l’uliveto. Lungo il fiume Tacina e suoi tributari, specialmente nella zona di Roccabernarda, si trovano grandi distese di aranceti, ma vi si coltivano anche ortaggi che servono il mercato locale e provinciale. La coltivazione dell’ulivo occupa una posizione preminente nell’agricoltura di questo territorio. Le piante, soprattutto quelle poste a quote più alte, producono una qualità d’olio molto pregiata e molto richiesta in campo nazionale e comunitario. Il bosco è il più esteso della provincia di Crotone e racchiude al suo interno una grande varietà di luoghi ed ambienti di rara e incontaminata bellezza e di straordinario valore ambientale. Ne fanno parte alcune fra le cime più alte della Sila Piccola, dalle quali si godono vasti panorami su valli impervie,grandi forme calanchive e colline argillose. Le sedi scolastiche sono ubicate a Petilia Policastro (Liceo Scientifico) e Mesoraca (Liceo Linguistico e Socio-Psico-Pedagogico), due comuni che vantano origini remotissime e che la tradizione fa risalire addirittura agli Enotri. La fondazione di Petronà, invece, risale agli inizi del Settecento, quando alcuni coloni provenienti da Sersale e dalla Calabria Citra presero in fitto la Difesa omonima dai Domenicani di Mesoraca ai quali era stata donata dall’Università locale nel 1681 in cambio dell’istituzione nel convento dei frati predicatori di una scuola di morale e di teologia. Fu per molti anni con Marcedusa e Arietta una frazione di Mesoraca diventando comune autonomo agli inizi dell’Ottocento durante il dominio francese insieme a Roccabernarda. Anche quest’ultimo comune ha origini molto antiche ed è, probabilmente, quello che anticamente era chiamato Rocca di Tacina e Rocca dei Pagani. La presenza dell’uomo fin dai tempi remotissimi in quest’area è accreditata dalle recenti e casuali scoperte di altari votivi e reperti vari in località Serrarossa. La denominazione Roccabernarda, dovuta a Bernardo del Carpio che la tenne in feudo, risale al XII secolo. Nei quattro comuni sono tuttora vive e sentite molte tradizioni religiose. I festeggiamenti in onore del SS. Ecce Homo, della S. Spina e dei Santi Patroni scandiscono i mesi e le stagioni. Ogni anno, fin dal lontano 1687, a partire dal quarto giovedì del mese di maggio, lungo la strada che conduce al santuario del SS. Ecce Homo e per quattro giorni consecutivi si tiene un importante appuntamento fieristico in cui si possono trovare oggetti di vario genere, nonché mobili, attrezzi da lavoro, vimini e bestiame. Ma è anche un’occasione per le popolazioni del circondario per celebrare con gioia la loro devozione alla statua taumaturgica del SS. Ecce Homo, scolpita dal Beato Umile da Pietralia nel 1630. Un’altra fiera, ancora più antica, si tiene nelle vicinanze di Roccabernarda ed è denominata fiera di Molerà. Anche qui, il primo settembre di ogni anno si trovano a convegno decine di contadini, pastori e commercianti di tutto il Crotonese per i loro traffici di bestiame e attrezzi da lavoro. La presenza del monachesimo basiliano prima, benedettino, cistercense, domenicano e francescano poi, ha caratterizzato profondamente l’immagine storica, artistica e culturale di questa zona del Crotonese. Su un pianoro a 780 metri di altitudine si possono ancora ammirare i resti di un’antica abbazia cistercense, mentre ai piedi di due montagne della Sila si stagliano i cenobi francescani del SS. Ecce Homo e della Santa Spina, entrambi meta di continui pellegrinaggi da ogni parte della Calabria. Notevole è pure la presenza di monumenti artistici all’interno dei due centri abitati di Mesoraca e Petilia Policastro. Tra questi la chiesa del Ritiro, un edificio costruito tra il 1761 ed il 1772 e dedicato alla Madonna Assunta in Cielo che costituisce uno dei più grandi esempi di architettura sacra in stile barocco rintracciabili in Calabria.

La nostra scuola è impegnata da tempo nell’azione di conoscenza, recupero e tutela del patrimonio storico e artistico del territorio e mira a diventare un centro di costruzione e diffusione della cultura quale strumento di elevamento, di rinnovamento e di riscatto di un’area emarginata come la nostra. Ma l’azione educativa e didattica del Liceo è rivolta anche ad altri aspetti della vita sociale per migliorare le opportunità di successo a tutti gli studenti incalzando le amministrazioni comunali e provinciale per un serio investimento nella politica dei trasporti, per il miglioramento dei collegamenti tra le sedi scolastiche e centri urbani, per la realizzazione di scuole più sicure ed efficienti.

L’inefficienza delle strutture scolastiche, la mancanza di biblioteche e di centri culturali per l’aggregazione degli adolescenti, hanno contribuito notevolmente a creare una situazione di esclusione e di emarginazione dalla società per gran parte delle giovani generazioni. Le speranze di crescita del territorio sono perciò legate ad un nuovo modello di scuola che,senza rinnegare la vocazione propria alla formazione, sappia accreditarsi anche come centro propulsivo, che lavorando in sinergia con i quattro comuni e la provincia di Crotone diventi un’agenzia in grado di identificare problemi ed opportunità, elaborare strategie, individuare e suggerire agli Enti validi progetti imprenditoriali e sistemi produttivi nuovi,capaci di innovare il welfare locale e di creare finalmente condizioni territoriali e di sicurezza necessarie al trasferimento delle imprese nella nostra area.

La scuola dell’autonomia, la scuola del terzo millennio, la scuola riformata, la scuola che si apre all’esterno,deve essere sempre più funzionale alla realtà in cui opera, deve trasformarsi in osservatorio e servizio per l’impiego e l’occupazione facendo leva sulle risorse umane, intellettuali e ambientali e sull’elevata scolarizzazione dei giovani. Far affermare la nuova centralità della cultura del lavoro all’interno dell’offerta formativa. E’ questa la vera scommessa per fare uscire il territorio dalla sindrome della disoccupazione, del sottosviluppo e della rassegnazione.

TERRITORIO DI MESORACA, PETILIA POLICASTRO, ROCCABERNARDA, PETRONA’

INDICATORI DEMOGRAFICI dell’area di provenienza degli alunni

Mesoraca Petilia Policastro Roccabernarda Petronà Totale
Superficie territoriale 93,56 96,43 65,52 45,50 301,01
Altitudine 430 m. s.l.m. 554 m. s.l.m. 180 m. s.l.m. 880 m. s.l.m.
Popolazione residente 7.590 9.996 3.705 3.099 24.390
Numero famiglie 2.414 2.824 1.234 1.072 7.634
Densità popolazione 81 106 56 68 81
Nati nel 1999 77 132 40 23 272
Popolazione 0-14 anni 1.606 2.021 716 508 4.851
Popolazione 0-17 anni 2.000 2.533 896 647 5.076
Popolazione 15-64 anni 4.788 6.514 2.439 1.983 15.724
Numero abitazioni 3.214 4.417 1.525 1.268 10.424
Popolazione anziana 65-oltre 1.196 1.461 550 525 3.832
Popolazione straniera residente 23 26 14 10 73

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