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Il Settecento
Carlo Goldoni: la riforma della commedia
Il Goldoni si prefisse di restituire alla letteratura: italiana la commedia, sottraendola agli arbitrii delle compagnie teatrali che praticavano esclusivamente la "commedia dell'arte", non scritta ma improvvisata dagli attori. Oltre che essere scaduta nella volgarità, questa privava il teatro italiano della commedia d'autore, cosa che non avveniva nel resto d'Europa. Nella sua opera riformatrice egli incontrò non poche resistenze sia da parte delle compagnie teatrali che da parte dello stesso pubblico. Procedette perciò per gradi componendo prima il "Momolo cortesan", di cui scrisse per intero la sola parte del protagonista e lasciò le altre parti alla improvvisazione degli attori (1738), poi "La donna di garbo", completamente scritta (1743). Da allora compose sempre e soltanto commedie interamente scritte, sforzandosi di conservare in esse la vivacità, la spigliatezza, l'arguzia tipiche della commedia dell'arte.
Per questa riforma un grande merito va assegnato al Goldoni, ma è chiaro che la sua vera grandezza deriva dal valore artistico delle sue opere.
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