CRITICA LETTERARIA: DANTE

 

Luigi De Bellis

 
 
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La complessità della "Commedia"
di E. POUND



I vari «sensi» che possono attribuirsi alla Commedia ne costituiscono la ricchezza e la complessità interna che, per Pound, sono il segno della grande poesia. Ma il senso che più interessa il celebre poeta e critico americano (guidato in questa concezione dalla sua stessa esperienza di autore di un poema che ambisce a rinnovare l'esperienza dantesca. nel nostro tempo) è l'aspetto intellettuale del viaggio dantesco nell'oltretomba.

La Commedia è, nel senso letterale, la descrizione della visione che Dante ebbe di un viaggio nei regni abitati dopo la morte dalle anime degli uomini; in un senso ulteriore è il viaggio dell'intelletto di Dante attraverso quegli stati d'animo in cui gli uomini, di ogni sorta e condizione, permangono prima della loro morte; inoltre, Dante, o intelletto di Dante, può significare «Ognuno», cioè «Umanità», per cui il suo viaggio diviene il simbolo della lotta dell'umanità nell'ascesa fuor dall'ignoranza su verso la chiara luce della filosofia. Nel secondo di questi sensi, il viaggio è lo sviluppo mentale e spirituale di Dante. In un quarto senso la Commedia è un'espressione delle leggi dell'eterna giustizia, del «contrappasso».

Ogni grande opera d'arte deve la sua grandezza a una qualche complessità di tal genere. L'Amleto non è un grande dramma perché narra le disavventure di un introspettivo principe di Danimarca, ma perché chiunque lo legga si riconosce in Amleto, ed in più anche dimostra che i sogni, o i pensieri dell'uomo

               Come between him and the deed of bis band, 
               Come between him and the hope of bis heart.


Non vi è dubbio che Dante concepisse l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso reali come stati e non come luoghi. Qualche tempo prima Riccardo di San Vittore aveva espresso questa credenza, che per di più fa anche parte del dogma esoterico e mistico. Ma per i fini dell'arte e della religione popolare conviene meglio oggettivare queste cose; e ciò era tanto più naturale in un'epoca in cui era convenzione poetica personificare astrazioni e pensieri, gli spiriti della vita e dei sensi, cioè, di fatto, qualunque cosa che potesse essere considerata un oggetto, un'essenza o una qualità. Leggendo la Commedia conviene quindi considerare le descrizioni dantesche delle azioni e delle condizioni delle ombre come descrizioni di stati mentali in cui gli uomini erano in vita e nei quali sono destinati a rimanere dopo morti; il che vale a dire che le personalità interiori stanno visibili davanti agli occhi dell'intelletto di Dante guidato da una personificazione della cultura classica, della teologia mistica e delle potenze benefiche.

2000 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it  - Collaborazione tecnica Iolanda Baccarini - iolda@virgilio.it