La donna vista dagli uomini
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    Durante l'età imperiale la donna ci viene presentata come ingannatrice e di facili costumi, queste caratteristiche riguardano soprattutto le donne che stanno al fianco degli imperatori come ci dimostrano appunto le opere di autori come Giovenale e Tacito.

   Luca Canali nel suo libro"Scandali e vizi privati delle donne dei Cesari" giustifica questo atteggiamento in relazione all'importanza che l'imperatore ha ora nella società romana. Infatti essendo l'imperatore la massima autorità statale e divina ciò suscitava l'ambizione di molti e soprattutto delle donne che stavano al loro fianco che "si si sentivano finalmente liberate dall'immagine tradizionale di donna romana che le voleva brave madri e massaie. Erano proiettate ora nella grande, altissima politica dell'impero, in quanto madri, figlie, sorelle di uomini di potere. dunque una rivincita, una rivendicazione tutta al femminile che mirava a sottomettere l'uomo e a regnare per mezzo di lui. Soprattutto in età Giulio-Claudia, in cui la successione al trono era legata a fattori di sangue.

   Messalina, prima moglie dell'imperatore Claudio ci viene presentata da Giovenale nella VI satira come una donna molto licenziosa non dedita ai suoi doveri di madre e moglie ma dedita solo ai piaceri della carne tanto da ottenere l'appellativo di "meretrix augusta". Gi autori antici come Tacito ricordano però anche la crudeltà di questa donna causa di innumerevoli morti, ordite con la complicità dei potentissimi liberti, per neutralizzare rivali e pretendenti. Teatro di crudeltà, congiure e assassini come ci testimonia il 14° libro degli "Annales" di Tacito, fu anche quello che animò Agrippina, seconda moglie di Claudio. Il suo scopo era in fatto quello di spianare la strada al trono di suo figlio Nerone. Nel 14° libro degli "Annales" di Tacito viene inoltre descritto l'omicidio di Agrippina da parte del figlio Nerone, sotto la Spinta di Poppea che si vedeva ostacolata nel poter regnare liberamente dalla madre di Nerone! come ci racconta Tacito pare che Agrippina, di fronte ai sicari indicò di essere colpita al ventre. Come a dire: colpite il luogo che aveva generato il "mostro" di suo figlio

 

        Nei secoli successivi la donna ci viene presentata in maniera diversa infatti nel medioevo la vita e l'immagine della donna fu fortemente influenzata dalla presenza della Chiesa. Vi é una maggiore attenzione verso il sesso femminile di cui si sottolinea soprattutto la dolcezza e il ruolo materno, la sua funzione principale è quella di educatrice che insegna e tramanda ai figli i valori morali e spirituali, l'insegnamento religioso, le credenze popolari e un'istruzione elementare che permette di leggere e scrivere. Le donne devono essere comunque spose sottomesse ed obbedienti.   In seguito il ruolo della donna é continuato ad essere sottovalutato rispetto a quello degli uomini, benché la figura femminile cominciasse a crescere d'importanza nel campo letterario. La donna era rappresentata come un essere angelici, provvidenziale, bellissimo e candido e il mondo in cui stavano era molto differente dalla situazione in cui realmente vivevano le donne allora.

La figura femminile nella letteratura ha in ogni modo avuto sempre un ruolo di principale importanza

        Fra ‘800 e il ‘900 nei romanzi ci vengono presentate diverse figure di donna: Manzoni nei “Promessi Sposi” ci presenta Lucia che rappresenta l’idea le della rassegnazione cristiana. Di ben altro tipo di rassegnazione di parla invece Verga, che nei “Malavoglia” ci presenta la figura di Mena, donna contadina che x l’onore della famiglia e costretta rinunciare all’amore.     

    Nel decadentismo ha avuto piena cittadinanza la donna fatale, che succhia le energie vitali dell’uomo in quanto si coniuga a pieno con la tendenza alla perversione, tipica decadente e con i torbidi vagheggiamenti della psiche malata. Si riprende così il tema già presente nel Romanticismo della donna vampiro di Baudelaire, esempio di femminilità perversa, animata da una forza demoniaca. L’immagine della donna vista come vampiro è inoltre ripresa anche in ambito figurativo. E. Munch ci presenta infatti nel suo quadro “vampiro” una donna che avvolge un uomo in un abbraccio mortale levandogli ogni forza e vitalità e che si presenta come figura dominante all’interno del dipinto grazie al colore dell’incarnato e dei capelli, rosso sangue, e della luce frontale che tende a sottolineare la sua figura creando dietro di lei un ombra scura che sottolinea maggiormente l’oppressione della donna. 

L’eredità della donna-vampiro verrà trasformata nella “bellezza maledetta” e nella “divinità simbolica dell’indistruttibile Lussuria”. Tale modello fu accolto da D’Annunzio che lo semplifica ai limiti di personificazioni contemplative e sensuali, in molte sue opere come ad esempio ne “il piacere”. In D’Annunzio si propone come uno dei temi più ricorrenti perché risponde alla sua sensibilità ferina e istintivamente portata al femminino, esplicandosi nella creazione di vari personaggi accomunati dal gusto per la perversione la lussuria e il sanguinario.

Svevo ci presenta infine nei suoi romanzi la donna borghese. È possibile tracciare x questo autore una continuità fra le diverse donne dei suoi romanzi.

 

        Nei primo anni nel XX secoli nel manifesto del Futurismo viene anche decretato il disprezzo della donna in quanto esempio di debolezza e fulcro della famiglia, una delle istituzioni sociali, infatti i futuristi esaltavano la forza ed erano contro le istituzioni sociali come il matrimonio e per il divorzio. Inizialmente, nel 1919, il fascismo seguì le posizioni degli intellettuali futuristi. Nello stesso anno parlò in favore del suffragio femminile, ma tali posizioni vennero abbandonate di fronte al movimento dei reduci e all’avversione verso il lavoro femminile da parte dei sindacati e al rigido antifemminismo cattolico-rurale. Dopo il Concordato con il Vaticano del 1929 avvenne un rafforzamento dell’antifemminismo fascista. Nell’ Italia fascista il regime affrontò il duplice problema dell’emancipazione femminile e della politica demografica e la dittatura giustificò le proprie battaglie demografiche in chiave di salvezza nazionale.

Il fascismo cercò di imporre le gravidanze proibendo l’ aborto, la vendita di contraccettivi e l’ educazione sessuale. Allo stesso tempo favorì gli uomini a spese delle donne all’ interno della struttura familiare, del mercato del lavoro del sistema politico e della società in generale.