VERGA,
I Malavoglia
Mena,
diminutivo di Filomena, è una delle protagoniste del romanzo. E’ una
ragazza giovane, "la Mena entrava nei diciassett’anni, e cominciava a far
voltare i giovanotti quando andava a messa", nipote di padron
‘Ntoni e figlia di Bastianazzo e della Longa. Fin dall’inizio del
romanzo viene delineato il suo carattere pacifico, sottomesso alla volontà
della famiglia: questa è la prima descrizione che di lei viene data: "Mena
(Filomena) soprannominata <<Sant’ Agata>> parchè stava sempre al
telaio, e si suol dire <<donna di telaio, gallina di pollaio, e triglia di
gennaio>> ". Il suo promesso sposo è
Brasi di padron Cipolla "il quale, dopo compare Naso il beccaio, passava
pel più grosso partito del paese, e le ragazze se lo mangiavano con gli
occhi". Mena non è molto contenta di questo matrimonio, ma non si oppone
alla festa di fidanzamento. Dopo poco tempo le condizioni economiche dei
Malavoglia entrano in crisi e padron ‘Ntoni è costretto a vendere la casa del
Nespolo allo zio Crocifisso, con conseguente umiliazione ed emarginazione della
propria famiglia. Il matrimonio allora va
a monte, "Mena però era tranquilla, e s’era rimessa la spadina
d’argento nelle trecce da se stessa, senza dir nulla.[...] Sua madre la
covava cogli occhi, mentre lavorava accanto a lei, e l’accarezzava col tono
della voce, quando le diceva: - Dammi la forbice, o, tiemmi la matassa- che se
la sentiva nelle viscere, la sua figliuola, ora che tutti le voltavano le
spalle; ma la ragazza cantava come uno stornello, perché aveva diciotto anni, e
a quella età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli uccelli vi
cantano nel cuore. Per altro il cuore non ce lo aveva mai avuto per quel
cristiano, lo disse all’orecchio della mamma, mentre ordinavano la trama. La
madre era la sola che le aveva letto nel cuore e che ci avesse lasciata cascare
una buona parola in quell’angustia.- Almeno se ci fosse stato compar Alfio,
non ci avrebbe voltate le spalle anche lui. Ma quando sarà tempo del vino nuovo
tornerà quì". Nell’ultimo capitolo
compar Alfio chiede a Filomena di sposarlo in nome dell’amore che c’era
stato fra di loro negli anni passati. "Se mi volete ancora, compare Mena,
disse finalmente, io per me son qua. La ragazza rifiuta, a malincuore, la
proposta. "No compar Alfio, io non son più da maritare". Il libro si
conclude con la rinuncia di Mena, che per mantenere intatto l’onore della
sorella Lia, rinuncia ai suoi sogni. Questo romanzo descrive
la vita quotidiana degli abitanti di un paese, soffermandosi sulle vicende di
alcuni personaggi. Mena deve affrontare il matrimonio con un uomo che non ama,
ma non oppone resistenza, in quanto sono i suoi genitori che scelgono per lei.
Tale realtà si poteva riscontrare facilmente fino a non molto tempo
fa, quando le libere scelte da parte delle giovani erano rarissime. Inoltre Mena
non riesce a prendere decisioni personali senza farsi influenzare pesantemente
dalle "chiacchiere di paese". Verga preferisce descrivere la fanciulla
tramite ciò che dice e pensa piuttosto che dilungarsi sul suo aspetto fisico. |