E.Munch
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  VAMPIRO(1893 - 1894)

Oslo, Munch Museet

EDVARD MUNCH(Loeten, 1863 - Oslo, 1944)

 

Soggetto

La bellezza perversa e maledetta e la forza distruttrice della donna-vampiro bevitrice di sangue. Nel dipinto viene raffigurata una coppia di amanti, un uomo e una donna, ambientati in un luogo chiuso, probabilmente una stanza. Qui vediamo un uomo che sembra rifugiarsi nell'abbraccio confortante della compagna, i suoi lunghi capelli rossi che lo ricoprono, ma l'immagine ha il sapore di una resa, di una sottomissione, come se, nonostante l'intimità del gesto, non ci fosse amore, ma solo una triste incapacità di rapportarsi serenamente con la donna.La figura femminile avvolge l’uomo in un abbraccio totale. Della figura maschile non si riesce a delineare chiaramente il volto, probabilmente perché Munch, in questo modo, vuole sottolineare lo stato di sottomissione dell’uomo rispetto alla donna. Ella lo cattura con il suo braccio destro e sembra lo costringa entro un cappio. Il tutto rimanda all’immagine della morte, ripresa dai capelli della donna così rossi e fluenti da rievocare il sangue. Munch, per sottolineare l’importanza del soggetto donna - vampiro, utilizza una luce frontale, volta a mettere in risalto il suo incarnato rispetto a quello maschile. Per accentuare l’aspetto sensuale e passionale della figura femminile, la rappresenta nella sua nudità carnale.Lo sfondo segue il profilo della figura femminile e insiste nel voler suggerire un’idea di soffocamento e di oppressione.Tutto il dipinto gioca ancora una volta sul simbolo della donna distruttiva, della donna nemica (tema già trattato da Marat), della donna seduttrice che trova la sua completa realizzazione nell’annientamento del maschio.Il suo abbraccio non lascia via di scampo e sembra inghiottire l’amante in un incubo erotico.

La linea, i colori, la luce

La tela rappresenta una inquietante metafora dell’ossessione e si evidenzia per la potenza delirante delle tinte, la carica violenta dal colore e gli effetti spettrali della luce. Gli andamenti linea predominanti sono circolari e ruotano attorno ad un grande ovale caratterizzato dall’imponente macchia scura in alto che scende a sinistra percorrendo in parallelo il movimento dei capelli e la linea del braccio, sino a chiudersi in basso, confondendosi con il braccio stesso, il gomito, la spalla e il vestito dell’uomo, per poi risalire in alto a destra ricongiungendosi con il punto di partenza. All’esterno di questo grande ovale si notano altre linee circolari dal colore biancastro, che creano vortici, mentre l’interno raffigura in piccolo le stesse linee dell’esterno, che si può definire come una proiezione ingigantita della testa della donna, dei suoi capelli e del suo braccio. L’effetto raggiunto è potente e toccante perché crea un suggestivo dinamismo all’interno del quadro, determinandone il centro focale nei capelli della donna. Tale centro, che impedisce ogni linea di fuga all’occhio dello spettatore, ingigantendo in tal modo i corpi in primo piano.

A questo punto intervengono il colore rosso-sangue dei capelli e il bianco-pallido del braccio, che fungono da fulcro visivo perché spiccano immediatamente per contrasto dello sfondo nero dominante e nel contempo precisano il soggetto ossessivo e allucinato dell’opera: Munch opera una stessa scelta cromatica per i capelli della donna assatanata e per il sangue che fuori esce dal collo dell’uomo, illuminando l’intera composizione di una luce irreale e spettrale, priva di contrasti chiaroscurali e pregna di oscuri simbolismi. Sotto quelle scelte coloristiche, dietro la pennellata calda e sensuale si cela il dramma dell’umanità, il suo destino di immobilità e di impotenza, la presenza schiacciante della malattia, della follia e della morte, che annientano ogni palpito vitale, che devitalizzano l’uomo riducendolo alla stregua di un corpo esangue.

La tela si inserisce pienamente nell’ambito della visione decadente e tormentata che Munch ha avuto della vita e riprende tematiche a lui care, come lo straniamento dell’individuo da se stesso e dagli altri, e il senso oppressivo di ansietà.

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Domina il tema della donna, secondo una concezione ambigua, complessa: si veda come da Pubertà, fino alla Donna - vampiro, la donna è un simbolo evadendo il quale non ci si salva.

Munch vede la donna come epicentro di uno sconvolgente mistero sessuale, di cui avverte tutta la profondità e le molteplici stratificazioni, senza però poterlo sondare perché privo degli strumenti "analitici " o per meglio dire " psicoanalitici, di cui invece dispongono i grandi romanzieri del '900 come Proust e Joyce. Una profondità, dunque, che evoca attraverso miti e figure simboliche che, per il fatto stesso di non poter analizzare e quindi possedere razionalmente la realtà sessuale, risulteranno invariabilmente improntati da un senso di minaccia e di crudeltà divorante.

 Nasce così l'identificazione tra la donna e l'immagine mostruosa del vampiro. L'uomo è preso da un senso di consunzione ed esce infranto e disfatto dall'incontro con la donna. In altri dipinti, rimosse per il momento le torbide implicazioni sessuali la donna è vista sotto gli aspetti sereni della madre e della figlia.