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Bessie Smith

"Ferma tutto, devo sputare!"
Mentre l'orchestra e i tecnici del suono aspettavano, la giovane donna negra alta e formosa lasciò a metà la canzone che stava eseguendo e sputò per terra.
Il presidente della compagnia che incideva i dischi per l'etichetta Black Swan , nauseato, licenziò immediatamente la ragazza. E perse una fortuna.
La ragazzona era infatti Bessie Smith ed era destinata a diventare una delle più grandi artiste negre di tutti i tempi e una delle più eminenti figure del Jazz.
Bessie Smith , malgrado la sua volgarità nei modi e nella conversazione, era una donna complessa, con una personalità molteplice e imprevedibile. Di pessime maniere se ubriaca, e ciò accadeva spesso, poteva essere dolcissima ed estremamente generosa. Spese o per meglio dire dissipò una fortuna non solo per il sesso e i suoi innumerevoli amanti, ma anche in incredibili atti di carità.
Di squallida origine, fece fortuna con la sua arte e alla vetta della sua professione conquistò una popolarità immensa, accaparrandosi l'ammirazione e gli applausi di amici e rivali. Anche a distanza di anni, il suo canto non ha perso nè il fascino nè la carica carismatica che l'hanno resa famosa e popolare.
Probabilmente le parole del critico Paul Oliver che riporto intergralmente, sono le più efficaci per descrivere le sensazioni che i suoi ascoltatori provavano e quale fosse su di loro l'impatto della sua musica.
"Sembra che nessuno sia riuscito a svelare la complessità della sua enigmatica personalità e neppure coloro che la conoscevano bene e l'hanno ascoltata frequentemente hanno potuto spiegare la profonda emozione che la sua arte vocale destava negli ascoltatori.
Avere ascoltato Bessie Smith dal vivo deve aver significato molto più che partecipare alla audizione di una grande artista del canto; molte persone che hanno avuto la fortuna di sentirla anche una sola volta, ricordano questo avvenimento come un fatto di grande importanza nella loro vita.Essa ipnotizzava i suoi ascoltatori con la forza della sua personalità e , come sempre accade a chi venga sottoposto ad ipnosi, l'impressione non ha mai interamente abbandonato coloro che provarono la sua magia. Anche i musicisti che suonarono con lei, del resto erano completamente dominati e, nella maggior parte dei casi, fornirono prestazioni tra le più brillanti della loro carriera
".
Le incisioni meccaniche dell'epoca riescono a malapena, come nel caso del tenore Enrico Caruso, a darci soltanto una pallida idea di che cosa fosse la sua voce e la capacità di coinvolgere gli ascoltatori, ma sforzandosi di ascoltarla con attenzione, si riesce a comprendere quale fosse la grandezza di questa sfortunata artista.
Elizabeth Smith nasce a Chattanooga nel 1895, da una famiglia poverissima e sconosciuta. In quegli anni per i negri la vita non era facile e i ragazzi dovevano imparare sin dalla più tenera età a cavarsela e a difendersi da soli.
Senza dubbio la dura infanzia incise sul carattere e sull'anima della cantante che dovette cominciare presto a fare rispettare i propri diritti anche in ambito familiare, con le sorelle e con la madre.
La sua carriera inizia all'incirca nel 1910 quando ha la possibilità di entrare nel complesso di Gertrude "Ma" Rainey, se vogliamo escludere qualche esibizione da dilettante, come cantante bambina. Alla scuola di una maestra di tale valore apprende i fondamenti della sua arte: i blues campestri, la danza, le canzoni di vaudeville, la drammaticità della dizione, la capacità di esprimere quei sentimenti che impregnano il blues e farne partecipi gli spettatori. In breve tempo la sua voce diviene forte e calda come un ottimo vino, adattissima al suo repertorio, e lei la utilizza sapientemente assaporando le parole, rigirandole in bocca, quasi degustandole e alterando la dizione in modo da ottenere la massima espressività dai fonemi e la massima efficacia rappresentativa.
Con abiti semplici audacemente drappeggiati sulla sua imponente e statuaria figura, solo un filo di perle al collo Bessie era bella e colpiva la fantasia degli spettatori.
In breve tempo lascia il complesso dei "Rabbit Foot Minstrels" e si lancia nel mondo dello spettacolo dimostrando anche una certa ingratitudine verso la sua insegnante, e ben presto diventa la voce più ricercata per i teatri e i vaudeville e la cantante più scritturata.
In quegli anni canta accompagnata solo da un pianista, nella fattispecie Clarence Williams (l'autore di "Basin Street Blues") e si può ascoltare nello stupendo brano inciso nello stesso periodo dal titolo "Down Hearted Blues" e forse quello ancora più bello dal titolo "Gulf Coast Blues".
Dei dischi con le prime incisioni con Clarence Williams del 1923, in un anno furono vendute più di due milionio di copie: cifra semplicemente spaventosa se considerate il pubblico a cui erano destinate , certamente non ricco, e l'elevatissimo costo dei dischi del tempo, di alcuni ordini di grandezza superiore a quello odierno. Infatti era politica diffusa delle case discografiche di allora, tenere basso il costo dei giradischi (relativamente) e molto elevato quello dei dischi, politica seguita anche adesso per esempio, dalla Polaroid per le sue macchine a sviluppo istantaneo oppure da molte case produttrici di stampanti per computer il cui costo delle cartucce di inchiostro è di poco inferiore a quello della stessa stampante.
Sarebbe troppo lungo seguire le tappe della sua carriera artistica ed enumerare tutti i musicisti con cui lavorava in quegli anni. Inoltre esulerebbe dallo scopo di questo lavoro che non vuole essere biografico. Alla fine vi darò un elenco di libri in cui potrete trovare notizie più dettagliate.
Comunque almeno per sommi capi elenchiamo i nomi più conosciuti. Gli anni vanno dal 1924 al 1927, che racchiudono la maggior quantità di dischi incisi da Bessie. L'accompagnano musicisti del calibro di Fletcher Henderson (raffinatissimo e colto direttore di orchestra, più che solista di compless, pianista, arrangiatore sofisticato, con robusti studi universitari di matematica e una laurea in chimica), Louis Armstrong, Charlie Green, James P.Johnson, Don Redman, Joe Smith, il clarinettista Buster Bailey, Jimmy Harrison. Precedentemente aveva cantato in uno spettacolo anche con il giovanissimo Sidney Bechet e con James "Bubber" Miley cornettista e trombettista che sarebbe diventato famoso con Ellington.
Un aneddoto narra che fu ascoltata in sala di incisione da Thomas Alva Edison che la giudicò "voce non buona". D'altra parte Edison, che generalmente incideva dischi di cantanti sdolcinati per un pubblico bianco, non poteva apprezzare lo stile controcorrente di Bessie e nemmeno capire la primitiva sensibilità del pubblico a cui lei si rivolgeva. E poi non dimentichiamo che era sordo!!!
Alla fine del 1924, in dicembre, incide "Dying Gambler's Blues" dove possiamo ascoltare uno splendido Charlie Green che sfodera tutto il suo virtuosismo di trombonista e che serve a dare maggiore risalto ed espressione alle parole di Bessie.
Ma l'incontro certamente più importante è quello, nel 1925, con il giovane trombettista Louis Armstrong; sebbene avesse solo 25 anni (Armstrong nacque il 4 luglio 1900) egli era all'apice del suo genio inventivo e la sua cornetta suonata con la sordina è probabilmente un modello di accompagnamento mai superato nella storia del jazz. Questi duetti sono forse gli esempi più significativi dell'esecuzione del jazz-blues: una frase vocale contrapposta ad una frase strumentale, frase di risposta che da risalto e maggior valore a ciò che la cantante dice. Tutto ciò appare con chiarezza in "Reckless blues" e ancor di più in "St. Louis Blues".
Con queste interpretazioni, Bessie divenne popolarissima e i suoi dischi furono pubblicizzati dai maggiori quotidiani dell'epoca, con avvisi a pagina intera. In quegli anni si trovava a Chicago (dove tra l'altro ebbe occasione di ascoltarla Bix Beiderbecke che rimase incantato dalla sua arte) che era una città ricca e la vita poteva essere particolarmente piacevole se provvisti di mezzi economici: e Bessie lo era dato che con il suo canto guadagnava e faceva guadagnare moltissimo. Anche a New York, dove lei successivamente si trasferì, le cose non erano molto differenti e la cantante dalle mani bucate spendeva moltissimo in futilità e soprattutto per il gin per cui aveva una spiccata predilezione. Pensate che il critico Paul Oliver afferma che lei e il marito spesero nel 1926 in sei mesi la bellezza di 16.000dollari di allora!!! Era generosa in maniera quasi irresponsabile: dava denaro ai bambini che la acclamavano dietro la porta del suo camerino e anche a quanti si rivolgevano a lei e spesso in maniera sproporzionata.
Era anche una incallita bevitrice e diventava violenta quando era ubriaca e irascibile; talvolta lo era anche in scena e l'eccesso di gin certamente non migliorava la qualità della sua voce, che era da contralto. Pertanto era prevedibile un rapido declino anche se la vita le riservava una sorte peggiore.
Sarebbe impossibile qui enumerare tutti i suoi dischi; ne ho citato soltanto alcuni per esempio ma una discografia completa è reperibile in ogni buon testo. Comunque la sua fama non venne meno fino a tutto il 1927. Ma dal 1928 in poi qualcosa cominciò a cambiare. La diffusione della musica anche attraverso la radio aveva fatto sì che i gusti del pubblico si modificassero. Esattamente come il fonografo aveva prodotto il declino dei pianisti di Ragtime e la diffusione della nuova musica chiamata jazz, così la radio segnò la fine del vaudeville aprendo le porte dello spettacolo ad una infinità di spettatori con un processo simile a quello che molti anni dopo doveva coinvolgere la televisione. Inevitabilmente queste trasformazioni dovevano incidere sulla fortuna degli artisti e quelli che non seppero adeguarsi finirono per essere dimenticati.
Bessie tentò ancora di rimanere sulla breccia con un proprio vaudeville-show e nel 1930 partecipando ad un cortometraggio "St. Louis Blues" ma la battaglia era combattuta ad armi impari. Tentò anche di commercializzarsi e di passare ad un genere più leggero, ma ormai tutto cambiava e per quanto facesse, non riuscì più a ritornare agli antichi splendori. Da allora ebbe ingaggi di secondo ordine, declinando rapidamente.
Nel 1933 John Hammond le organizzò l'ultima seduta di incisione con musicisti di valore, come Leon Chu Berry, Jack Teagarden, Benny Goodman ed altri. La sua voce stava incrinandosi irrimediabilmente e le vendite dei suoi dischi furono modeste. Continuò a declinare esibendosi in circuiti minori, in feste private e addirittura guadagnandosi da vivere come venditrice di caramelle.
Finì la sua vita tragicamente, in un incidente d'auto, mentre si stava avviando a partecipare ad uno show. La sua auto si scontrò con un camion e dai rottami fu estratta gravemente ferita e con un braccio quasi staccato dal corpo. Sulla sua tragica fine fu imbastita una vergognosa leggenda e una ignobile speculazione. Fu infatti detto che morì dissanguata perchè rifiutata dagli ospedali in quanto negra. Ciò è completamente falso. Essa fu soccorsa quasi subito, operata anche se per la gravità delle ferite si spense durante il giorno nel primo pomeriggio.
Una accurata descrizione della tragica fine di Bessie Smith si può trovare, oltre che nella splendida biografia di Paul Oliver già citata, anche nel libro Jazz di Arrigo Polillo, ai quali vi rimando per ulteriori dettagli. Se voleter approfondire, esaurienti notizie le trovate nel "Dizionario del Jazz " di Stephen Longstreen ed anche nella vecchia "Enciclopedia del Jazz " edita dalla Curcio.
Sulla possibilità di ascoltarla, ci sono in giro tre CD dedicati a lei oltre ad alcuni vecchi Long Playng tutti di etichetta Philips. .
A presto.
Jellyroll

 

Su gentile concessione di Jellyroll
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