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Il Blues.

A grandi linee abbiamo già parlato, nelle puntate precedenti, della nascita del blues, delle sue origini e delle influenze che altri generi musicali hanno avuto su di esso. Adesso è il momento di considerare anche l’apporto che sia la musica tradizionale bianca vale a dire la musica Country, che quella che si suonava nei saloon e nei bordelli hanno dato alla formazione di questo genere in particolare e del jazz in generale.
L’influenza maggiore, oltre che dal lato melodico (molti brani tradizionali del jazz derivano da quelli Country o da vecchie ballate dei pionieri o dei marinai del Mississippi) si ha dall’impiego degli strumenti tradizionali. Così il banjo assume un’importanza maggiore della chitarra, forse perché d’uso più congeniale per i musicisti di colore in quanto più simile agli strumenti a corde della tradizione Africana.
Nei primordi di questa musica sono adoperati gli strumenti più strani: dall’asse di legno da bucato, il "wasboard"... Impiegata come strumento ritmico, al "kazoo", una specie di botte sulla quale veniva fissato un manico di scopa che supportava una corda.; si formava così una specie di rudimentale contrabbasso, o addirittura, pettini ricoperti di carta velina che si suonavano come le armoniche a bocca.
Il Blues nasce alla fine dell’ottocento. Il pianista Jelly Roll Morton dice di aver ascoltato un blues, proprio alla fine dell ‘ottocento, che gli ha ispirato il suo commovente "Mamie’s Blues".
Ma è solo nel 1910 che il blues vocale assume una forma precisa quando irrompe sulla scena Gertrude "Ma" Rainey soprannominata la madre del blues. Ha un successo strepitoso con il complesso dei "Rabbit foot minstrels".
Dal 1923 al 1929 canta e incide i suoi blues con i migliori jazzisti dell'epoca: dal pianista Lovie Austin a Fletcher Henderson , a Louis Armstrong. Uno dei suoi blues più belli è a mio parere "Deep moanin’ blues" inciso nel 1928.
Il merito di "Ma" Rainey è stato quello di sviluppare i blues arcaici trasformandoli nei classici blues cittadini che superavano i limiti del folklore.
Ma la grande svolta tra il blues rurale e la forma d’arte che conosciamo, tra i canti rozzi degli schiavi e il sublime pathos dell’espressione più raffinata , si ha con la comparsa nel mondo del blues di Bessie Smith

 

Su gentile concessione di Jellyroll
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