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Il Ragtime

Nell’analisi fin qui fatta, ho volutamente trascurato un elemento che può essere considerato l’anello di congiunzione tra la musica bianca Europea e il Jazz. E’ ora giunto il momento di prenderlo in considerazione per la sua estrema importanza come elemento catalizzatore in quel composto di suoni, ritmi, accordi e armonie che fin qui siamo riusciti ad individuare e che ancora non può essere chiamato Jazz. Quest’elemento è il Ragtime. Vediamo di cosa si tratta.
Intorno alla seconda metà dell’800 un certo numero di musicisti creoli seguirono gli spettacoli dei "minstrels", sorta di menestrelli negri che alternavano spettacoli di musica, danze mimo, canzoni, battute, insomma una specie di avanspettacolo ante litteram e che ebbe un enorme successo. Alla fine del secolo, questi spettacoli, che col passare degli anni avevano perso parte della loro freschezza e originalità, furono meno seguiti, ma ebbero l’importante merito di creare una categoria di musicisti, in particolare pianisti, di notevole cultura musicale e anche di particolare freschezza interpretativa. Questi artisti diedero origine ad una musica diversa molto più ricca di contenuto e tecnicamente più complessa: il Ragtime. Quindi, sin dalla sua nascita il Ragtime si pone come musica dotta, di chiara ispirazione Europea, derivata dai rondò del 700 e in particolar modo dalle marce, dalle quadriglie Francesi e dalla musica bandistica. Non dimentichiamo, infatti, l’importante apporto di John Philips Sousa alla musica bandistica di quegli anni.
Pur essendo inizialmente musica folkloristica, il Ragtime fu sin dal principio una musica d’autore, cioè scritta e anche molto difficile da eseguire.
Nella sua forma più comune un brano di ragtime è strutturato su 4 temi di sedici battute ognuno, spesso con cambi di tonalità. Il tempo è binario e la sua caratteristica principale è quella di un uso costante delle sincopi nella partitura per la mano destra, mentre la sinistra fornisce un accompagnamento nel tempo di 2/4 non sincopato. La contrapposizione di due ritmi entro uno schema fondamentalmente europeo, è un altro aspetto della poliritmia nella musica negra americana che deve essere fatta risalire agli archetipi africani.
Marshall Stearns suppone che il gioco della mano sinistra del pianista tragga origine dalla marcia, mentre quello della destra sincopato si ispiri al modo di suonare il banjo dei minstrels. Su questa base i migliori pianisti improvvisavano una grande varietà di figure, aggiungendo sospensioni ed effetti, in cui gli elementi negri via via superavano quelli bianchi di origine europea, scivolando così un po’ alla volta verso forme più originali e più vicine a quello, che noi oggi chiamiamo Jazz, cambiando anche il tempo dal pesante 2/4 della marcia, al più fluido 4/4. Anche il Ragtime era una musica sostanzialmente scritta per il ballo e il suo ritmo e le figure che richiedeva scandalizzarono moltissimo i benpensanti dell’epoca che giudicarono peccaminosa tale musica coinvolgendo anche i blues che spesso avevano testi scurrili e con chiare allusioni sessuali.
I migliori musicisti dell’epoca furono i pianisti Tom Turpin, Louis Chauvin e principalmente Scott Joplin, musicista di notevole cultura che, senza mai essere stato a New Orleans, dal nativo Texas passò a Saint Louis dove compose il celebre "Meaple Leaf Rag" e successivamente a San Francisco.
Scrisse anche un’opera in ragtime "Treemonisha" che però non ebbe successo. In Italia è conosciuto per il tema conduttore del film "La stangata" che era il suo celebre "The Entertrainer".
Con l’analisi del ragtime abbiamo in sostanza esaurito la parte più tecnica e strettamente storica. Con l’analisi del blues entreremo nel vivo degli argomenti più strettamente musicali.
A presto
jellyroll

 

Su gentile concessione di Jellyroll
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