NOTE SUL MOBILE SUIT


testi di Zivago

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RX-78/2 Gundam: testaCome già accennato, i Mobile Suits (MS) sono robots antropomorfi controllati da un pilota umano. I primi modelli sono stati sviluppati dagli ingegneri della Jion Industries Co. per scopi militari, e solo in seguito sono stati adattati anche ad usi civili (Mobile Workers). In media la loro altezza varia dai 15 ai 22 m, per un peso approssimativo di 50 t che, però, varia sensibilmente a seconda dell’ambiente in cui devono operare: gli elementi utilizzati per la struttura portante e l’armatura, infatti, sono diversi a seconda della forza di gravità prevista (ad es. fibre di carbonio sulla Terra, leghe di titanio nello spazio). Peraltro, l’invenzione del gandarium gamma, una lega di titanio eccezionalmente leggera e resistente, ha successivamente consentito l’omologazione della produzione senza più diversificazione per fattore di gravità. Differente dal MS è il Mobile Armor (MA), che si caratterizza per la sua forma non antropomorfa. Il MA è in sostanza una nave da guerra spaziale dalle dimensioni ridotte, e perciò estremamente rapido e manovrabile, con un equipaggio limitato (raramente più di un pilota) ed una Z Gundam in riparazionespaventosa potenza di fuoco.

I mobile suits sono integralmente controllati da una rete neurale di computers estremamente potente che gestisce il software propriocettivo, programmi di emulazione dello spazio-tempo in grado di elaborare in pochi picosecondi tutti i dati relativi alla posizione del MS, calcolando le spinte necessarie a consentirne il moto e l’equilibrio quando non opera a gravità zero (Electronic Motion and Balancing System ovvero Active Mass Balance Auto-Control). Grazie a questo sistema il MS è abbastanza semplice da guidare: il pilota deve solo dirigerlo, controllarne la velocità, puntare e sparare, come in una qualsiasi altra macchina militare. Il visore della cabina di pilotaggio, situata nella parte centrale del corpo se il MS è modulare, tanto nel caso di ordinari pannelli piatti quanto in quello di monitors panoramici a 360 gradi, mostra l’esterno come se il pilota fosse nella testa del robot, grazie ad un collegamento con i sensori ottici montati dietro i pannelli oculari.

Un particolare sistema di guida è RX-78 GP01: cabina guidarappresentato dal PCS (Psychic Communication System) che, senza i tradizionali comandi elettronici e/o meccanici, converte direttamente le onde cerebrali del pilota in istruzioni per i computers di bordo. Tuttavia, il sistema può essere controllato soltanto da individui newtype, in possesso di capacità psichiche superiori. I sistemi ad impulsi telepatici sono gli unici in grado di consentire il controllo remoto senza subire gli effetti delle particelle Minovski (vedi sotto), ed è per questo che gli Psycho MS sono dotati spesso di armi controllate a distanza (droni). Anche il MA può essere dotato di PCS per l’utilizzo di armi remote e, se equipaggiato con un generatore di particelle Minovski, può operare anche in ambienti gravitazionali.

Alcuni modelli di MS, per lo più federali, sono dotati di sistemi operativi autoapprendenti. Il primoThousand Jupiter esperimento fu l’ALCS (Auto-Learning Computer System), montato sul modello sperimentale RX-78/2 Gundam, in grado di memorizzare azioni e manovre, e di riprodurle automaticamente in presenza delle stesse condizioni di combattimento. Tuttavia, il successo di questo sistema fu in gran parte dovuto alle capacità del suo pilota, Amuro Rei, piuttosto che alla sua funzionalità: infatti, esso era scarsamente selettivo, e spesso si rese necessario escluderlo perchè non venissero ripetuti precedenti errori. Un’evoluzione dell’ALCS è il sistema ALICE (Auto-Learning Intelligence Core Equipment) montato sul MSA-0011 Superior Gundam, ma anche qui i risultati non ne incoraggiarono la produzione di massa. ALICE, infatti, era talmente selettivo da arrivare a simulare una coscienza, con rischi imprevedibili per il pilota. 

Per quanto riguarda i sistemi di RX-78 GP01 Fb: sistema di propulsione alimentazione e propulsione, la principale risorsa dei MS e dei MA è costituita dall’energia atomica prodotta dai loro microreattori a fusione. Gli elementi utilizzati sono l’elio 3 ed il deuterio, rispettivamente un isotopo leggero dell’elio ed un isotopo pesante dell’idrogeno. Nel processo un neutrone si trasferisce dal nucleo del deuterio a quello dell’elio 3, dando luogo ad atomi di elio ed idrogeno regolari. Il vantaggio di questa originale fusione sta nell’alta energia prodotta e nella ridotta dispersione di neutroni, che comporta la possibilità di schermature leggere; tuttavia l’elio 3 è un isotopo molto raro di un elemento altrettanto scarso. Quantità significative ne sono tuttavia presenti nel suolo lunare, mentre esso abbonda nell’atmosfera di Giove: ecco perchè nell’era spaziale sono di fondamentale importanza leZ Gundam: armi missioni della Jupiter Energy Fleet (Jupitoris, Thousand Jupiter), una flotta commerciale di trasporto spaziale che fa la spola tra la Terra, le Sides e Giove. I sistemi di propulsione impiegano normalmente razzi a propellente liquido (idrogeno-ossigeno), il cui calore viene sfruttato per favorire il processo di fusione termonucleare.

L’armamento del MS varia a seconda delle versioni. Di base, tutti i MS di Jion hanno montato fin dall’inizio un generatore di particelle Minovski, che i MS federali avranno solo a partire dall’81 U.C., con i primi modelli realizzati dalla Anaheim Electronics, e che costituirà una caratteristica costante di tutta la produzione successiva. Altra dotazione di base è costituita da una coppia di cannoni Vulcan da 60 mm e da almeno un’arma portatile (bazooka, fucile a particelle, sciabola a raggi, ecc.). Normalmente l’armamento dei MA è più potente di quello dei MS, ma certamente meno versatile.

Le particelle Minovski sono Gelgoog: rifornimento elementi subnucleari di vita brevissima e dalle proprietà uniche. La loro produzione è un effetto collaterale del processo di fusione nucleare dell’elio 3 e del deuterio, scoperto dal fisico nucleare Yuri Torenov Minovski, da cui prendono il nome. Prodotte in grandi quantità queste particelle bloccano le radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza, come le onde radio, cosicché la loro diffusione nel campo di battaglia impedisce l’uso di radar e radio, e riduce l’efficacia dei sensori all’infra-rosso. Se caricate elettricamente, poi, le particelle Minovski formano un reticolo (una sorta di griglia tridimensionale) chiamato (i)-field in grado di deviare o confinare le particelle cariche molto meglio di un campo magnetico. Applicazioni pratiche di (i)-field si hanno nei microreattori dei MS per isolare il plasma surriscaldato; nel sistema di volo Minovski, in cui un (i)-field esterno dà portanza e contrasta la gravità (utilizzato, ad esempio, nei mobile suit del progetto Victory); oppure nelle barriere di protezione dei MS e dei MA (come nel caso dello “scudo” dell’F91). Infine, le particelle Minovski raggruppate in un (i)-field, se compresse decadono in mega-particelle ad alta energia. Queste ultime possono essere raccolte, concentrate e sparate, come avviene, infatti, nelle convenzionali armi a fasci di particelle, costituenti l’armamento tipico di MS, MA e navi da guerra dell’era spaziale.RX-78 GP01: fucile a raggi

La classificazione, la nomenclatura e la numerazione dei mobile suit ed armor varia caso per caso, a seconda dello schieramento cui appartiene e di chi lo ha costruito. Generalmente il codice identificativo di un mobile suit è alfanumerico e consta di un prefisso di due o tre lettere, seguito da un numero. Questo quasi sempre indica l’ordine di sviluppo del modello, ossia 01 per il primo della serie, 02 per il secondo, e così via. Dopo il numero si notano, spesso, lettere aggiuntive, che indicano per lo più varianti o versioni, ed il loro significato varia caso per caso. Spesso indicano solo una ulteriore serie di progressivi miglioramenti: lo sviluppo dello Zack II, ad esempio, è passato attraverso le versioni MS-06A, MS-06B, MRX-010 Psycho Gundam Mark II MS-06C prima di arrivare alla versione definitiva MS-06F. A volte, d’altra parte, le lettere dopo il numero forniscono informazioni generali sulle caratteristiche del modello (“D” per desert, “C” per cannon, “M” per marine, “G” per ground, ecc.). Ancora è possibile che al posto di lettere aggiuntive si trovino numeri aggiuntivi, sempre per indicare la versione del modello (è il caso dell’RX-78 federale, il cui modello più noto è l’RX-78/2). 

Di norma nei codici dei mobile suit della Federazione il prefisso letterale presenta la R seguita da una o due altre lettere: RX per i prototipi, RGC per i Guncannon di serie, RGM per i Gundam di serie, RGZ per gli ZetaNRX-044 Asshimar Gundam seriali, RMS per i mobile suit in genere. Il gruppo numerico, invece, indica generalmente l’anno di produzione U.C., ed allora ecco che l’RX-78 è un prototipo prodotto nel 78 U.C., l’RGM-79 è il modello Gundam di serie introdotto nel 79, e così via. A partire dall’85 U.C., invece, con il moltiplicarsi dei siti di produzione il codice numerico viene ad indicare con le prime due cifre la fabbrica di produzione, mentre la terza cifra indica l’ordine di sviluppo (non mancano, tuttavia, i ritorni al vecchio sistema, come nel caso dell’RX-93). Questi i codici di fabbrica: 10, Von Braun City; 11, Luna 2; 12, Konpei Island; 13, Porte di Sedan; 14, Pezun; 15, Nuova Guinea; 16, Kilimanjaro; 17, Gryps (Side 7); 18 e 19, Jaburo. Per fare un esempio, dunque, l’RX-178 (il cd. Gundam Mark II) è l’ottavo prototipo prodotto negli stabilimenti di Gryps. Peraltro, le manifatture sperimentali della Newtype Labs Network hanno un identificativo diverso, e cioè una lettera seguita dall’identificativo dei prototipi RX e dal numero di sviluppo: i prefissi letterali più importanti sono quelli dei Murasame newtype labs (MRX), dei Pezun newtype labs (ORX), e dei New York newtype labs (NRX). L’ORX-005 Gaplant, quindi, è il quinto prototipo sviluppato a Pezun. Infine, vanno segnalati i mobile suit progettati direttamente da Paptimus Scirocco per i Titani, contrassegnati dal prefisso letterale PMX, e dal numero progressivo.

AMX-117R Gazu-RUn discorso ancora a parte vale per i mobile suit prodotti dalla Anaheim Electronics per l’AEUG: mentre, infatti, i modelli da questa prodotti per l’UNT-Spacy seguono i criteri già illustrati, quelli preparati per l’AEUG seguono una classificazione propria della Compagnia, dove al prefisso letterale identificativo del progetto segue il numero di sviluppo. Abbiamo, quindi, MSA per l’Anaheim projecting, MSK per il Kalaba projecting, MSN per il Mamoru Nagano projecting (autocitazione di Mamoru Nagano, uno dei mecha designers della serie), MSZ per lo Zeta projecting. Per quanto riguarda i modelli Anaheim, resta solo da dire che un criterio a parte è stato seguito per la classificazione dei mobile suit prodotti nell’ambito del Gundam Project commissionato dalla Federazione nell’81 U.C. In questo caso, infatti, i tre tipi speciali di Gundam furono individuati volutamente con il codice storico RX-78, seguito dalla sigla del progetto, GP, e dal numero di sviluppo. L’RX-78 GP02A, peraltro, presentava la lettera A in quanto avrebbe dovuto avere una successiva versione implementata che, però, non vide mai la luce: la sottrazione del modello A da parte delle truppe di Delars, infatti, impedì alla Anaheim la possibilità di procedere con il programma di sviluppo. XM-07 Vigna Ghina

Il sistema di classificazione dei mobile suit del Principato di Jion è sicuramente più semplice di quello federale: al prefisso letterale, infatti, segue semplicemente il numero d’ordine. I codici letterali sono, in particolare, MS ed MA (mobile suit ed armor), MSM e MAM (mobile suit o armor anfibio), MSN o MAN (mobile suit o armor con PCS), mentre i prototipi sono contrassegnati con la lettera Y davanti al codice letterale standard. I codici adoperati successivamente dalle forze di Axis e poi Neo Jion, sono ulteriormente semplificati: i mobile suit sono contrassegnati con il prefisso AMX, mentre i mobile armor con il prefisso AMA, ed entrambi sono seguiti dal numero progressivo, la cui prima cifra è 0 o 1, a seconda del centro di produzione di provenienza (0 per Core 3 e 1 per Axis), oltre ad un’eventuale lettera relativa alla versione. Tuttavia questo schema di massima trova varie singolarità, come nel caso dei modelli sperimentali NZ-000 Quin Mantha o NZ-333 Alpha Aziel, progettati dal Ne.T. Zeit, il consorzio di ricerca newtype finanziato da Char Jion.

LM-111E03 GunblasterGli identificativi della Bugh Aerodynamics Company, invece, utilizzano semplicemente il codice XM per i mobile suit ed XMA per i mobile armor, seguiti dal numero progressivo di sviluppo.

Per quanto riguarda i modelli prodotti dallo SNRI, il codice alfanumerico di identificazione consiste nella lettera F del Formula Project, seguita da un numero la cui prima cifra indica il tipo di mobile suit (7 per le unità di supporto a lungo raggio, 8 per le unità generiche e 9 per i modelli da combattimento avanzati) e la seconda il numero progressivo di sviluppo: F90, quindi, individua il primo mobile suit da combattimento del progetto Formula.

Uno degli schemi di classificazione più complessi è senz’altro quello utilizzato dalla Lega Militare per i mobile suit autoprodotti. Il relativo codice alfanumerico si compone della sigla LM seguita da tre cifre, che indicano, rispettivamente, il numero dei moduli in cui il modello si scompone, il numero dei reattori ed il numero dei motori di spinta; segue, poi, l’identificativo del progetto (ad esempio V0, V1 e V2 per i successivi progetti Victory, E0 per il progetto Earth), ed infine il numero progressivo di sviluppo del modello. Il codice LM-314V21 Victory 2 Gundam, quindi, indica il primo modello del secondo progetto Victory, separabile in tre moduli, e dotato di un reattore e quattro motori di spinta. Il Gunblaster, invece, contrassegnato dal codice LM-111E03, è il terzo mobile suit del progetto Earth, monoblocco, monoreattore e monomotore.

I codici dell’Impero di Zanscar sono più semplici. Alle lettere ZM, o ZMT se si tratta di un modello sperimentale, seguono le lettere S, A o D, a seconda se si tratta di un mobile suit, di un mobile armor o di un mezzo trasformabile. Alle lettere segue il numero d’ordine, ed infine la lettera S, G o M, per indicare la versione spaziale, terrestre o marina.

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