testi di Zivago
II. LA “GUERRA DI UN ANNO” (L’ASCESA DI JION).
Alla
fine dell’aprile 78 alcuni Zack di Jion
compiono un’azione dimostrativa nell’area di Side 6, dichiaratasi
neutrale, che si rivela un vero e
proprio tentativo di occupazione militare. Alla prevedibile reazione della Federazione,
che copre con due corazzate Saramiss il trasferimento di
gran parte dei profughi civili nelle colonie dell’incompleta
Side 7, il Principato di Jion risponde con la
dichiarazione di guerra: è il 3 gennaio dell’anno 79,
l’inizio della cosiddetta “guerra di un anno”. Le
forze indipendentiste di Jion, nel tentativo di
portare a termine una guerra lampo, attaccano massicciamente le Sides 1, 2 e 4 con armi chimiche e
nucleari, devastandole e quasi cancellandone la popolazione.
Quindi adottano la cosiddetta “tattica inglese” (Operazione British),
posizionando dei vettori sul corpo di una colonia
di Side 4
con l’intenzione di dirottarne l’enorme massa (circa 40
km di lunghezza) sulla base di Jaburo,
quartier generale dell’UNT in Sud America. Malgrado i
tentativi di distruggerla in volo operati dagli incrociatori
federali — peraltro efficacemente contrastati dai mobile
suits di Jion — la colonia impatta con la Terra, ma
manca il bersaglio e finisce su Sidney,
in Australia, distruggendo un sesto del continente e
compromettendo l’equilibrio climatico del pianeta. Il 15
gennaio le truppe indipendentiste mettono di nuovo in pratica la
tattica inglese, ed applicano i vettori su una colonia di Side 5, ma stavolta
l’esercito federale non si lascia cogliere di sorpresa ed
ingaggia presso la colonia di Loum una violenta battaglia con armi nucleari. I vettori
vengono
distrutti, ma la flotta federale viene spazzata via ed il
suo comandante, il generale Revil, viene
catturato dai mobile suits guidati da Char Jion.
In sole due
settimane di guerra ci furono, tra civili e militari, circa 3
miliardi di vittime che indussero le parti a proclamare
un “cessate-il-fuoco” temporaneo per favorire
trattative. Gli incontri diplomatici portarono, il 31 gennaio,
alla firma del Trattato Antartico, che
metteva al bando le armi chimiche e nucleari e vietava la
“tattica inglese”. Tuttavia la situazione militare
vedeva maggiormente penalizzata la Federazione Terrestre,
le cui forze armate, oltre ad aver subito pesanti perdite, non
potevano ancora contare sui mobile suits che, invece,
affollavano ormai numerosi le fila di Jion: oltre agli Zack,
infatti, erano stati realizzati i primi modelli delle serie Dom e Gouf, ancora più potenti
ed offensive.
La
particolare idoneità agli scontri ravvicinati dei MS di Jion
rese estremamente agevole l’occupazione di vaste regioni
della Terra da parte degli Zabi, che presero il controllo
dei giacimenti minerari di tutta l’America e di gran parte
di Asia ed Europa, e la cui sete di potere assoluto non limitava
più l’azione militare di Jion alla rivendicazione
della sovranità di Side 3 e delle altre colonie. Del
resto le intenzioni di Degwin Zabi si erano già rivelate
chiaramente con lo spietato sacrificio della popolazione civile
delle colonie assalite per attuare la “tattica
inglese”.
Se questa
prima fase dello scontro militare sul campo aveva visto prevalere
nettamente le forze di Jion, tuttavia la frenetica
attività di intelligence
dell’esercito federale portò in breve tempo i suoi preziosi
frutti. Il “sacrificio” del generale Revil,
infatti, era servito da esca per favorire l’infiltrazione di
spie federali tra le fila nemiche, con il compito di carpire
informazioni sulla “propriocezione elettronica” dei
mobile suits di Jion. La rocambolesca fuga del generale,
proprio alla vigilia degli incontri diplomatici del Polo Sud,
permise così ai federali di acquisire dati vitali per la messa a punto del piano di produzione di propri mobile suits (Operazione V) e per lo
sviluppo definitivo del sistema MS-EMBS (Mobile Suit Electronic Motion and Balancing System), che ne avrebbe
finalmente garantito la stabilità e la manovrabilità. Sul fronte orbitale, intanto, le
forze di Jion consolidavano le posizioni con la
realizzazione, tra maggio e giugno, di una linea di difesa
fortificata tra la nuova base spaziale di Salomone, la base
sull’asteroide di A Bao A Qu e la città di Granada, situata nel cratere
Tsiolkovski, sulla faccia nascosta della Luna.
Recuperato
il forte gap tecnologico, l’UNT Spacy, dopo lo
sviluppo di un primo modello, nel luglio 79 finalmente completa a
Side 7 la costruzione di alcuni prototipi di mobile suit,
tra cui l’RX-78/2
Gundam. I test preliminari condotti rivelano le
incredibili potenzialità offensive del Gundam, che
tuttavia, a differenza di alcuni suits di Jion, non è in grado di
volare, per cui, nella base sotterranea di Augusta
in Nord America, prende contemporaneamente il via la
progettazione del modello RX-78 NT1 Gundam “Alex” , dotato di reattori
per il volo direzionale, di cabina pilota sferica con visore a
360°, di una protezione magnetica delle articolazioni e, soprattutto, di un PCS (Psychic
Communication System), un rivoluzionario
sistema di guida ad impulsi telepatici destinato a piloti newtype,
uomini dotati di poteri mentali superiori ed individuati come
capostipiti di una nuova razza sviluppatasi tra la popolazione
indigena delle colonie.
Il
principale punto di forza del Gundam, invece, sta nel suo ALCS (Auto-Learning
Computer System) in grado di memorizzare azioni e
manovre, e di attuarle automaticamente in presenza delle stesse
condizioni di combattimento. Ad agosto i collaudi dei prototipi a
Side 7 vengono completati, e dalla Terra viene inviata la
corazzata di classe Pegasus Base Bianca per prelevarli. Ma il suo viaggio è
seguito clandestinamente da un Musai al comando di Char Aznable, ed al suo arrivo a Side 7 una squadra di Zack MS-06 partita dal Musai penetra
nella base ed inizia a distruggere una parte dei mobile
suits sperimentali. L’incursione, però, viene respinta
grazie all’impiego del Gundam RX-78, che dà sfoggio
della sua potenza e costringe il nemico a ritirarsi: alla sua
guida si è venuto a trovare un civile sedicenne, Amuro
Rei, figlio di uno dei tecnici federali che ha
contribuito alla sua realizzazione. Il ragazzo, che ha dato prova
di un’eccellente adattabilità alle caratteristiche
dell’RX-78, si imbarca come irregolare sulla Base
Bianca, nell’equipaggio del tenente Noah
Bright che, nel caos creatosi a seguito
dell’improvvisa incursione degli Zack, ha assunto
provvisoriamente il comando della nave per riportarla sulla Terra
con gli altri MS superstiti, un RX-75 Guntank e un RX-77 Guncannon, e con il suo carico
di profughi civili.
Nell’ottobre
dell’anno 79 l’esercito federale — che ha ripreso
il controllo di parte delle Americhe — inizia la produzione
in serie di mobile suits tra cui, oltre ai già collaudati RX-75 e 77,
gli RGM-79 e gli RX-79 Ground Type ed Ez-8, versioni
depotenziate dell’RX-78. Nella marcia di
avvicinamento alla Terra la Base Bianca viene intercettata
numerose volte dai corpi dei MS di Jion, ma ne esce
indenne grazie al Gundam ed
all’abilità di Amuro Rei, che si scopre un newtype
dai riflessi e dall’intuito incredibili. Al rientro
nell’atmosfera terrestre, nei pressi di New York,
il 4 ottobre 79 l’RX-78 abbatte il Gau del Comandante delle
forze d’invasione di Jion, Garma Zabi,
figlio minore di Degwin, grazie anche all’aiuto
indiretto del maggiore Char Jion che, per l’odio
nutrito contro gli Zabi, non interviene in suo soccorso.
Il
7 novembre la Base Bianca arriva in Europa orientale per
partecipare all’Operazione Odessa,
con cui l’UNT intende recuperare il controllo
completo dell’Europa e delle sue miniere. A guidarla è il
generale Revil le cui truppe, forti anche della versione
in serie dell’RX-77, degli RGM-79 e dei nuovi RGM-79/G, riescono a piegare
le forze di Jion, guidate dal generale Ma Cube.
Il successo dell’operazione
rilancia l’offensiva federale e, così, la Base Bianca
viene inviata alla base di Jaburo per essere preparata per
l’Operazione Star One, il piano a
fasi predisposto per la neutralizzazione delle basi spaziali di Jion.
Nel frattempo, il progetto Alex viene portato a compimento
nella base federale antartica e l’RX-78 NT1 diviene
operativo per il prossimo impiego nello spazio, ma i servizi
segreti di Jion, da tempo a conoscenza del progetto, si
introducono nella base con una pattuglia composta da quattro MSM-03C Hygogg. Malgrado
l’attacco a sorpresa, i federali riescono ad imbarcare
l’NT1 su un cargo scortato dalla corazzata Pegasus Grey Phantom, che raggiunge Side
6, ma invano: dopo una caccia di alcuni giorni un commando di Jion, fornito del nuovo mobile suit MS-18 E Kampfer,
lo scova sulla colonia di Riah e lo
danneggia gravemente, impedendo che venga inviato alla Base Bianca, cui era stato destinato.
Le truppe
d’invasione terrestre di Jion, quindi, dopo un fallito attacco a Jaburo, si giocano il tutto per tutto
nel sud-est asiatico, nel tentativo di ritardare l’offensiva spaziale dell’UNT.
Malgrado l’impiego di un potentissimo mobile armor (robot non antropomorfo), l’Apsaras
III, l’assalto viene
efficacemente neutralizzato dal Battaglione Meccanizzato Estremo Oriente,
agli ordini del generale Ethan. Il fronte si sposta, così,
definitivamente nello spazio, ed il 24 dicembre, grazie anche
all’impiego di un convogliatore di energia solare, il Solar
System, le truppe federali riescono ad assumere il controllo
della base spaziale di Salomone, rinominandola Konpei
Island. Nella battaglia perde la vita lo stesso
comandante della base, Dozul Zabi,
postosi alla testa del presidio con un formidabile mobile armor, il Big Zam, neutralizzato
dall’RX-78. La presa di Salomone determina una
breccia decisiva nella linea fortificata di Jion e così,
il 31 dicembre, l’esercito federale arriva a porre
l’assedio ad A Bao A Qu. Degwin Zabi cerca,
allora, di negoziare l’armistizio, ma ad ostacolarlo
interviene l’ostinato figlio Giren.
Questi, infatti, tentando di sorprendere i federali durante il
negoziato, punta lo specchio parabolico solare sperimentale Solar
Ray sulla flotta terrestre e, incurante della
presenza del padre, fa fuoco. Nell’esplosione, che spazza
via metà della flotta federale,
Degwin Zabi muore e
tra le fila di Jion è la rotta completa: Kishira
Zabi assassina il fratello Giren per
vendicare il padre e prende il comando di un esercito ormai allo
sbando. Intanto la flotta UNT, malgrado le enormi perdite
subite nell’esplosione generata dal Solar Ray, si
riorganizza e converge a tenaglia su A Bao A Qu. Un ultimo
ostacolo alla conquista della roccaforte è rappresentato
dall’Elmeth, uno psycho mobile armor sviluppato dalla Flanagan
Agency (un istituto di ricerca newtype del
Principato gestito da Char Jion), dotato di potenti droni
ad attivazione cerebrale e guidato da una newtype della stessa agenzia, Larah Sun,
che però, proprio per salvare il suo comandante
dall’attacco del Gundam, è costretta a cessare
l’impulso telepatico, restando alla mercé del fuoco nemico. Le
navi federali hanno, così, campo libero ed A Bao A Qu
capitola: all’appello, però, manca la Base Bianca,
irrimediabilmente danneggiata e, perciò, abbandonata dal suo
equipaggio sull’asteroide. Tra i vari scontri che si
susseguono sullo sfondo della disfatta di
Jion, c’è
anche quello tra
Char, alla guida di uno psycho mobile suit sperimentale
— lo Jiong
MSN-02 — ed il Gundam di Amuro
Rei. I due, entrambi newtype, si neutralizzano a
vicenda e Char fugge per completare la sua vendetta ed
eliminare anche Kishira, ultima figlia di Degwin Zabi,
che non si è unita al gruppo più folto di scampati di Jion,
guidato da Aguille Delaz, e sta tornando
a Side 3 per cercare di impedire la caduta del Principato.
Tuttavia, nel vuoto di potere creatosi a Jion si sono
inserite le redivive forze repubblicane moderate e, così, il 1
gennaio dell’anno 80 U.C., sulla Luna, viene firmata la Pace
di Granada, con cui tutte le forniture belliche
dell’ex Principato passano nelle mani della Federazione
Terrestre: la “guerra di un anno” finisce, ma la
pace durerà poco.
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