Home   Darwin   Galileo   Copernico   Newton   Einstein   Marconi   Bell   Meucci   Volta


Alessandro Volta



La giovinezza [modifica]Nel 1758 intraprende gli studi umanistici, di retorica e di filosofia presso la scuola dei Gesuiti a Como.

Nel 1761 entra al Regio Seminario Benzi di Como, dove conclude gli studi e stringe amicizia con il canonico Giulio Cesare Gattoni. Sarà quest'ultimo a incoraggiare la vocazione scientifica di Volta, mettendogli a disposizione il proprio Gabinetto di scienze naturali ospitato in una delle Torri della cinta muraria di Conio (ora "Torre Gattoni"). I progetti dei famigliari di avviarlo al sacerdozio ovvero agli studi giuridici vengono definitivamente abbandonati.

Le prime memorie [modifica]

Frontespizio della prima pubblicazione del Volta: De vi attractiva ignis electrici ac phoenomenis inde pendentibusNel 1769 Volta pubblica la sua prima memoria scientifica "De vi attractiva ignis electrici ac phoenomenis inde pendentibus", nella quale prende posizione nei confronti dell'interpretazione "ufficia1e" dei fenomeni elettrici, sostenuta dal professore dell'Università di Torino Giovanni Battista Beccaria.

Nel 1771 pubblica la sua seconda memoria: "Novus ac simplicissimus electricorum tentaminum apparatus", indirizzata al naturalista e professore dell'Università di Pavia Lazzaro Spallanzani.

I primi studi sull'elettricità e i gas [modifica]Nel 1774 viene nominato "reggente" delle Regie Scuole di Como.

Nel 1775 mette a punto l'elettroforo perpetuo e ne dà notizia al chimico e filosofo inglese Joseph Priestley e al Ministro plenipotenziario Conte Carlo Giuseppe di Firmian, Governatore generale di Lombardia. L'invenzione suscita ammirazione ed entusiasmo nel mondo scientifico. Viene nominato dal Conte di Firmian professore stabile di fisica sperimentale nelle scuole di Como.

La scoperta del metano [modifica]Nel 1776 scopre presso Angera sul Lago Maggiore l'"aria infiammabile nativa delle paludi", che altro non è se l'attuale metano. La scoperta lo induce a studi ed esperimenti con le "arie infiammabili". Osserverà lo stesso fenomeno più tardi a Pietramala, tra Bologna e Pistoia, (1780) e presso le rovine dell'antica Velleia, sulle colline di Piacenza (1781).

Nel 1777 pubblica a Milano "Lettere sull'aria infiammabile nativa delle paludi". Nell'ambito degli studi sulle "arie infiammabili", realizza: la "pistola elettroflogopneumatica", una lucerna ad aria infiammabile (poi denominata "lampada perpetua di Volta") e una versione molto perfezionata dell'eudiometro (in precedenza inventato da Joseph Priestley). In una lettera al professor Carlo Barletti dell'Università di Pavia comunica la sua idea di segnalazione elettrica a distanza: utilizzando un circuito costituto, in andata, da fili di ferro sostenuti da pali e, al ritorno, da un corso d'acqua, una scarica elettrica prodotta a Como è in grado di provocare lo sparo dì una pistola ad aria infiammabile collocata a Milano.

La tensione elettrica e la cattedra a Pavia [modifica]In quell'anno effettua il primo viaggio in Svizzera e in Savoia con l'amico Giambattista Giovio: a Lucerna ammira il grande modello in rilievo della Svizzera di Ludwig Pfyffer; a Ginevra incontra i naturalisti Horace-Bénédict de Saussure e Jean Sénébier.

Nel 1778 nella lettera a de Saussure "Sulla capacità dei conduttori elettrici". Volta introduce - accanto al concetto di "capacità elettrica" - quello fondamentale di "tensione elettrica" (oggi sostituito dal termine "differenza di potenziale"). È chiamato alla cattedra di Fisica sperimentale all'Università di Pavia. L'ateneo, per volontà dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, è in quegli anni interessato da un imponente piano di potenziamento e riforma, avviato a partire dal 1771, che ne farà la "Scuola centrale dello Stato", ovvero del Sacro Romano Impero. Le lezioni di Volta sono tanto affollate da indurre il successore Giuseppe II a ordinare la costruzione di un nuovo "teatro fisico", oggi "Aula Volta".

Il condensatore e i viaggi in Europa [modifica]Nel 1780 inventa il "condensatore di elettricità", apparato che serve a ricevere, accumulare, condensare in sé e rendere visibile anche le più deboli quantità di elettricità.

Nel 1781-1782 effettua un viaggio in Svizzera, Alsazia, Germania, Olanda, Belgio, Parigi e Londra. A Parigi incontra il grande naturalista Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon e gli scienziati Pierre Simon Laplace e Antoine-Laurent de Lavoisier. Alla Royal Society di Londra legge la dissertazione sul "condensatore", che viene subito stampata in inglese con testo a fronte nelle Philosophical Transactions. La memoria, nella sua versione definitiva, contiene la relazione fondamentale tra carica elettrica, capacità e tensione (Q=C*V): "la quantità [di fluido] è in ragione composta dell'intensità [cioè della tensione della capacità]".

Nel 1784 effettua un viaggio oltre le Alpi con il collega Antonio Scarpa, professore di anatomia all'Università di Pavia. A Vienna è ricevuto dall'imperatore Giuseppe II.

nel 1785 viene eletto dagli studenti Rettore dell'Università di Pavia per l'anno accademico 1785-1786.

Nel 1787 effettua un nuovo viaggio in Svizzera a Ginevra in cui offre a de Saussure un suo poemetto in cui celebra l'ascensione dell'amico naturalista sulla cima del Monte Bianco.

L'elettrometria [modifica]Nel 1787-1789, in una serie di "Lettere sulla metrologia elettrica" indirizzate al poeta e scienziato tedesco Georg Christoph Lichtenberg, Volta espone i suoi risultati nella definizione di misure elettriche standard e nella realizzazione di strumenti accurati di misurazione. Costruisce infatti la bilancia elettrometrica e alcuni elettrometri particolarmente sensibili e precisi (fra cui quello a pagliuzze e l'elettrometro-condensatore) grazie ai quali riesce a stabilire il "grado fondamentale", cioè l'unità di tensione (ovvero di potenziale). Nelle stesse lettere Volta descrive esperienze e apparecchiature per la misurazione del gradiente elettrico dell'atmosfera.

La disputa con Galvani [modifica]

Alessandro Volta in vecchiaia, olio di ignoto, Camnago, Famiglia VoltaNel 1791 Luigi Galvani, professore di anatomia all'Istituto delle Scienze di Bologna, divulga con l'opuscolo "De viribus electricitatis in motu musculari commentarius" la teoria del fluido elettrico animale. Volta è ammesso alla Royal Society di Londra.

Nel 1792 inizia la disputa con Galvani e i suoi discepoli. Nella "Memoria seconda sull'elettricità animale", Volta contrasta la teoria del "fluido elettrico animale" e conclude che negli esperimenti sulla contrazione dei muscoli della rana osservati da Galvani (in cui sono utilizzati archi metallici) "è la diversità dei metalli, che fa".

Nel 1793 pubblica, nella "Memoria Della uniforme dilatazione dell'aria" per ogni grado di calore, le leggi sull'uniforme dilatazione dell'aria atmosferica, la cui prima formulazione risale al 1791.

Il matrimonio [modifica]Nel 1794 Volta sposa la nobildonna comasca Maria Teresa Peregrini, da cui avrà tre figli: Zanino (1795-1869), Flaminio (1796–1814) e Luigi (nato nel 1798). Il matrimonio segue di tre anni la conclusione della tormentata relazione sentimentale con la cantante romana Marianna Paris alle cui nozze i familiari del Volta e lo stesso ministro plenipotenziario austriaco si oppongono. La Royal Society gli assegna la "medaglia Copley", per la sua "Memoria intorno al condensatore e all'elettricità che si eccita col contatto di conduttori dissimili".

Volta mette a punto la fondamentale distinzione tra "conduttori metallici" (o di prima specie) e "conduttori umidi" (o di seconda specie). Galvani e i suoi discepoli Giovanni Aldini e Eusebio Valli contrappongono a Volta una serie di esperimenti che dimostrano il sussistere del "fluido elettrico" nelle rane anche usando archi monometallici oppure mettendo direttamente a contatto il nervo e il muscolo della rana.

Lo studio su gas e vapori saturi [modifica]Nel 1795 pubblica importanti risultati nell'ambito dello studio del comportamento dei vapori saturi, argomento di grande attualità sollevato dalla costruzione delle macchine a vapore allora utilizzate nell'industria. Tali leggi sulla tensione dei vapori risalgono in realtà a due anni prima.

Nel maggio 1796 i francesi entrano in Como. Su invito della municipalità, Volta rende omaggio al generale Napoleone Bonaparte in Milano. È accusato di favorire il trasferimento dell'Università da Pavia a Milano, accusa da cui si difende. Chiede di essere collocato a riposo, ma la richiesta viene respinta.

Gli studi con l'elettrometro condensatore [modifica]All'avvicinarsi dell'armata francese l'università di Pavia viene chiusa dagli austriaci. Volta indirizza a Friedrich Gren di Halle tre lettere "Sull'elettricità eccitata dal contatto dei conduttori dissimili", in cui descrive le proprie esperienze sull'elettricità di contatto utilizzando uno strumento di sua invenzione, l'elettrometro condensatore, capace di rilevare anche le più piccole quantità di elettricità.

Nell'aprile 1798 l'Università di Pavia viene riaperta con il sostegno di Parigi. Luigi Galvani pubblica le "Memorie sull'elettricità animale", dedicate allo Spallanzani, in cui ribadisce le proprie tesi. Volta risponde con le sue "Lettere del cittadino N.N. di Como", indirizzate all'Aldini. La controversia con i galvaniani è ormai insanabile.

L'invenzione della Pila [modifica]

Disegni della pila a corona di tazze e varie configurazioni di pila a colonna, inclusi nella lettera inviata da Volta a sir Joseph Banks per annunciargli la sua invenzione.Nel 1799, rientrati in Lombardia gli austro-russi nell'aprile 1799, l'Università di Pavia viene soppressa e i suoi professori dimessi (molti addirittura incarcerati o proscritti). Volta fa ritorno a Como, dove "sulla fine dell'anno 1799", giunge al "gran passo", "passo che mi ha condotto ben tosto alla costruzione del nuovo apparato scotente": è l'invenzione della Pila.

Prima pagina della comunicazione di Volta sulla pila pubblicata sulla Philosophical TransactionsNel 1800 in una comunicazione datata 20 marzo 1800 e indirizzata al Presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks, Volta annuncia alla comunità scientifica l'invenzione della Pila (o "apparato elettromotore" o "apparato a colonna"), da lui qui chiamata "organo elettrico artificiale" e paragonata all'organo elettrico del pesce Raja Torpedine. La comunicazione viene pubblicata sulle "Philosophical Transactions" con il titolo "On the Electricity excited bv the mere Contact of conducting Substances of different Kinds". Con la vittoria di Marengo sugli austriaci (14 giugno), il Primo Console Napoleone Bonaparte riapre l'Università e reintegra i professori. Nel mese di giugno Napoleone conferma con decreto Volta professore di Fisica sperimentale nell'Università di Pavia e direttore del "Gabinetto di fisica".

Gli onori di Napoleone [modifica]

Alessandro Volta mostra la sua pila a Napoleone nel 1801. Tela di Giuseppe BertiniNel settembre 1801, con il collega Luigi Valentino Brugnatelli, Volta si reca a Parigi per presentare al Primo Console gli omaggi dell'Università di Pavia e presentare la sua scoperta. Il 7 novembre in una seduta plenaria dell'Institut de France. Volta presenta a Napoleone Bonaparte la Pila e legge la sua "Memoria sull'identità del fluido elettrico col così detto fluido galvaniano". Al colmo dell'entusiasmo e dell'ammirazione. Napoleone propone che l'Accademia lo onori della medaglia d'oro (poi conferita nella sessione del 2 dicembre), lo nomina Membro straniero dell'Institut e gli assegna una donazione e un vitalizio. Nel dicembre Volta e Brugnatelli vengono nominati membri del Congresso di Lione per la Repubblica Cisalpina.

Le nomine a Senatore e Conte [modifica]Nel 1802 Volta è nominato da Napoleone Membro dell'Istituto Lombardo. La prima sessione dell'Istituto è presieduta dallo stesso Volta. Nel 1805 è nominato da Napoleone Membro della Legion d'onore. Nel 1809 È nominato Senatore del Regno d'Italia da Napoleone, sempre Napoleone nel 1810 lo nomina Conte del Regno d'Italia con titolo trasmissibile alla discendenza diretta per ordine di primogenitura.

Nel 1814 muore il figlio prediletto Flaminio.

Nel 1816 vengono pubblicate le "Opere di Volta" in cinque volumi, a cura di Vincenzo Antinori di Firenze.

Gli ultimi anni [modifica]Nel 1819 Volta si ritira a vita privata, dividendosi tra Como e la casa di campagna di Camnago divenuta in seguito una frazione del comune di Como e denominata attualmente Camnago Volta in suo onore.

Il 5 marzo del 1827 Alessandro Volta muore nella sua casa di Como all'età di 82 anni.

Contributi scientifici [modifica] Filosofo naturale e scienziato [modifica]Alessandro Volta fu forse il primo filosofo naturale che può essere considerato uno scienziato nell'accezione moderna del termine. Con lui si inaugura quella figura, ormai a noi così familiare, dello specialista, ossia dell'uomo di scienza che, affrancato da pregiudizi di natura metafisica, affronta lo studio dei fenomeni naturali inquadrandoli in una prospettiva in cui a contare e a essere decisivi sono essenzialmente due cose: una buona teoria esplicativa e una valida e inoppugnabile verifica sperimentale. Tanto nel successo quanto nell'insuccesso (si pensi alla mancata scoperta della sintesi e dell'elettrolisi dell'acqua) Volta ha incarnato e inaugurato questa importante e nuova figura di scienziato.

Gli studi sull'elettricità [modifica]Nel corso della sua vita Alessandro Volta ha avuto modo di intrattenere rapporti diretti ed epistolari con molti altri scienziati in varie parti d'Europa. Egli ripete e perfeziona i loro esperimenti, apportandovi contributi di grande originalità. Fra gli strumenti tipicamente voltiani spiccano l'elettroforo perpetuo, che costituisce la prima macchina elettrostatica a induzione, l'elettrometro condensatore, la cui grande sensibilità permetterà a Volta di rivelare i deboli fenomeni di elettrizzazione per contatto di metalli diversi, e la bilancia elettrometrica (elettrometro assoluto), che portò lo scienziato ad accurate misure della forza elettrica, anticipazioni dei risultati di Charles Augustin de Coulomb (1736-1806).

La Pila voltaica [modifica]

Pila voltaica Per approfondire, vedi la voce Pila voltaica.

Nel 1792 Volta avviò estese indagini sull'elettricità animale, al cui riguardo la teoria più moderna era quella proposta da Luigi Galvani e che Volta stesso definì galvanismo. Fu proprio il disaccordo con lo stesso Galvani a portare Volta a sviluppare, nel 1800, la cosiddetta pila voltaica, un predecessore della batteria elettrica, che produceva una corrente elettrica costante. Inizialmente condusse esperimenti con celle individuali collegate in serie. Ogni cella era un calice da vino riempito di salamoia, nel quale erano immersi due elettrodi dissimili. Nella pila elettrica i calici erano sostituiti da cartone imbevuto di salamoia. Volta determinò che la coppia più efficace di metalli dissimili producenti elettricità era composta da zinco e rame.

Il fenomeno alla base del funzionamento della pila voltaica, per cui tra due conduttori metallici diversi posti a contatto si stabilisce una piccola differenza di potenziale, prende appunto il nome di effetto Volta. Dai suoi lunghi esperimenti Volta ricavò tre leggi per descrivere il fenomeno.

L'annuncio dell'invenzione della pila, avvenuto nel 1801 presso la Royal Society, accrebbe ulteriormente il consenso della comunità scientifica internazionale per Volta.