2. TEORIA ALCHEMICA DELLA MATERIA

L'Alchimia dell'Elixir
Fra i testi arabi d'alchimia tradotti nel XII e XIII secolo ce n'erano alcuni, attribuiti direttamente o indirettamente ad Ermete ed al suo insegnamento, che veicolavano oltre ad istruzioni operative per ottenere la perfezione dei metalli e/o l'elixir anche dottrine cosmologiche e fisiche di evidente impianto non aristotelico, nelle quali la possibilità di ottenere la perfezione della materia a partire dalla manipolazione di sostanze concrete trovava il fondamento della sua possibilità. La Tabula smaragdina, che si apre con l'affermazione che 'ciò che è in alto è come ciò che è in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto per compiere i miracoli della realtà che è una', continuava poi mostrando, attraverso un linguaggio aforistico e immaginoso, ma profondamente diverso dal linguaggio allegorico adottato nell'alchimia spirituale, l'equivalenza fra l'opus alchemico della distillazione e la creazione del mondo. Nella Turba philosophorum un gruppo di filosofi alchimisti, i cui nomi sono stati identificati perlopiù con quelli di filosofi greci presocratici, narrano nei primi dieci capitoli, o 'discorsi' una cosmogonia dai caratteri di macrodistillazione che introduce alla rimanente parte del testo (di gran lunga la più ampia), che tratta delle operazioni di laboratorio dell'alchimia. La materia prima dà origine, attraverso un moto di rarefazione e condensazione, ai quattro elementi (terra, acqua, aria, fuoco), che si uniscono in varie proporzioni a formare tutte le cose composte, che sono perciò soggette a generazione e corruzione: e l'alchimista, ripercorrendo le vie della creazione del mondo, può mirare alla creazione di un composto elementare perfettamente equilibrato e perciò incorruttibile e diffusore di incorruttibilità: l'elixir. Nell'Occidente latino Ruggero Bacone fu il primo filosofo ad accogliere questo modello del cosmo, parallelo a quello descritto o presupposto nella letteratura ermetica (magica ed astrologica) di origine orientale; Bacone, che ben conosceva anche la fisica aristotelica, recepì pertanto l'alchimia come una filosofia generale della natura, definendola come una scienza duplice, speculativa e operativa. Mentre l'alchimia operativa corrispondeva alle pratiche della trasmutazione, l'alchimia speculativa era per Bacone una dottrina generale, la 'scienza della generazione di tutte le cose', che egli vedeva come un modello di spiegazione della realtà materiale parallelo a quello della fisica aristotelica, e non ad essa subordinata, come pensavano quanti concepivano la dottrina alchemica come una teoria dei metalli che copriva un ambito lasciato scoperto da Aristotele. L'alchimia, secondo Bacone, copre lo stesso ambito fenomenico della filosofia naturale e della medicina, anche se le tre discipline parlano linguaggi diversi. Su questa base, stimolato anche evidentemente dalle convergenze possibili fra le ricerche sulla prolongevità tanto stimate alla Curia papale e quelle alchemiche, di cui scrisse in diversi luoghi della sua opera, Bacone gettò le basi per gli sviluppi anche teoretici dell'alchimia dell'elixir, nella quale la cosmologia e la fisica alchemica vennero innestate sulla concezione platonica della yle, che è nel Timeo il principio materiale informe di tutta la realtà creata dal Demiurgo. Non meraviglia, pertanto, che nell'alchimia di ascendenza baconiana l'opus venga assimilato alla creazione, riprendendo anche uno spunto presente nel Testamento di Morieno, ed il rapporto arte-natura venga articolato secondo modalità complesse. D'altra parte, la teoria ermetico-baconiana della materia assumeva che la perfezione materiale potesse venire ottenuta a partire da qualsiasi sostanza, poiché tutte le cose materiali sono composte dei quattro elementi nei quali la prima materia si articola e dunque da tutte si possono ottenere gli 'ingredienti' dell'elixir: Bacone accettò, sulla scorta del De anima in arte alchemiae attribuito ad Avicenna, la possibilità che l'elixir venisse composto non di sole sostanze minerali e metalliche, ma anche di sostanze organiche, vegetali e/o animali, dando origine ad una linea di ricerca che permise, o facilitò, la convergenza di farmacologia e alchimia nella dottrina della quintessenza.

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di Michela Pereira
html di Francesco Di Pietro