Profili biografici

di Michela Pereira
html di Francesco Di Pietro

ALBERTO MAGNO - (1183-1280)
Domenicano, filosofo e teologo, fu il primo commentatore di Aristotele e venne soprannominato "Dottore Universale" dai suoi contemporanei per l'ampiezza dei suoi interessi. Fra i primi Scolastici ad avvicinarsi all'alchimia, da essa attinse notizie di mineralogia e metallurgia che utilizzò nel De mineralibus, opera scritta per colmare quella che considerava una lacuna nella produzione scientifica di Aristotele. Gli sono anche attribuiti numerosi testi d'alchimia fra cui il Libellus de alchimia, Semita recta, Alkimia minor.
Teoria dei metalli

ARISTOTELE
Il grande filosofo greco, i cui scritti costituirono a partire dal XIII secolo il canone del sapere filosofico occidentale, non conosceva l'alchimia (la cui presenza in età così antica è argomento di discussione), ma aveva dato qualche cenno sulla formazione dei minerali e dei metalli nel suo scritto sui fenomeni del mondo inorganico (Meteorologica), di cui gli alchimisti occidentali si servirono, utilizzando in alcuni casi anche concetti tratti dal De generatione et corruptione, e dai libri di argomento biologico. Ad Aristotele, così come a Platone e ad altri grandi personaggi della tradizione filosofica, vennero inoltre attribuiti scritti pseudoepigrafi di alchimia, sia nella tradizione araba che in quella latina.
Teoria dei metalli - Teoria della materia

ARNALDO DA VILLANOVA- (ca.1240-1311)
Medico della corte catalano-aragonese e della curia papale (curò Bonifacio VIII), svolse anche un'appassionata attività di riformatore spirituale e fu autore di opere mediche e profetiche, e rinnovatore del curriculum degli studi medici a Montpellier, ebbe numerosi discepoli e collaboratori. Interessato a tutti gli apporti, anche empirici, che potevano rendere più efficace la pratica della medicina, si occupò anche di distillazione: il Liber de vinis è certamente opera prodotta nel suo ambiente, se non direttamente sua. L'attribuzione ad Arnaldo di scritti alchemici concernenti l'elixir, fra cui il celeberrimo Rosarius, risale a poco tempo dopo la sua morte, ed è probabile che l'interesse per l'alchimia farmacologica sia stato presente fra i suoi discepoli e collaboratori. Alla metà del Trecento circolava sotto il suo nome uno dei primi trattati allegorico-visionari di alchimia, gli Exempla philosophorum, in cui l'opus è messo in parallelo con profezie veterotestamentarie ed episodi della vita di Cristo.
Elixir - Quintessenza - Distillazione - Oro potabile - L'alchimia nella curia papale - Salvezza - Linguaggio allegorico - Tradizione spirituale

AVICENNA - (980-1037)
Filosofo, mistico e medico persiano, influenzò gli sviluppi della Scolastica filosofica e medica con i suoi commenti ad Aristotele e il Canone, scritto centrale nell'insegnamento della medicina a Montpellier e nelle altre facoltà mediche medievali. La parte mineralogica della sua opera enciclopedica venne tradotta in latino col titolo De congelatione et conglutinatione lapidum: in essa era contenuta la critica radicale alla possibilità della trasmutazione che fu all'origine della disputa scolastica sull'alchimia. Tuttavia sembra che una delle opere alchemiche tradotte in latino sotto il suo nome, la Epistola ad Hasen regem de re recta, che parla dell'elixir, possa essergli effettivamente attribuita, testimoniando di un suo interesse per l'alchimia, successivamente sottoposta a critica. Certamente apocrifo è invece il De anima in arte alchemiae, che tuttavia ne fece agli occhi degli occidentali una delle massime autorità alchemiche.
Teoria dei metalli - Elixir - Teoria della materia - Oro potabile

ERMETE
Nel prologo della traduzione del Testamento di Morieno il traduttore latino, Roberto di Chester, narra come Ermete Trismegisto, discendente dalla stirpe divina che comprende Ermete-Noè ed Ermete-Enoch, sia stato l'inventore dell'alchimia, seguendo sia la tradizione ellenistica che quella araba. A lui era infatti attribuita la Tabula smaragdina, oltre ad alcuni altri testi come i Septem tractatus. Questa origine mitica collegava l'arte alchemica alla filosofia e alla teurgia ermetica, facendone quasi il versante operativo di esse.
Teoria della materia

GEBER LATINO
Sotto questo nome sembra nascondersi un francescano del Duecento, altrimenti sconosciuto, autore di una Theorica et practica e soprattutto della Summa perfectionis magisterii, lo scritto più importante e completo di alchimia metallurgica dell'età medievale. L'attribuzione del testo a Geber metteva quest'opera capitale sotto l'autorità di uno dei più famosi rappresentanti dell'alchimia araba, che a sua volta tuttavia era forse il nome collettivo fittizio di un gruppo di ricercatori islamici.
Teoria dei metalli - Operazioni

GIOVANNI DA RUPESCISSA
Francescano appartenente alla corrente degli spirituali, svolse un'intensa attività profetica nelle regioni del sud della Francia, cui affiancò una vasta produzione di scritti a carattere religioso-politico. Condannato più volte al carcere, durante uno dei periodi di detenzione scrisse, pare nel 1351-52, il Liber de consideratione quintae essentiae, unificando pratica alchemica e tecnica distillatoria dell'alcool di vino nel vero e proprio "manifesto" dell'alchimia farmacologica. Scrisse anche un trattato sulla trasmutazione, dal titolo di Liber lucis.
Elixir - Quintessenza - L'alchimia nella curia papale - Tradizione spirituale

GIOVANNI DASTIN
Alchimista forse di origine inglese, quasi totalmente sconosciuto, fu tuttavia certamente in contatto con prestigiose personalità della curia papale, in primo luogo il cardinale Napoleone Orsini, agli inizi del Trecento. Forse viaggiò in Catalogna. Scrisse di alchimia ispirandosi alla produzione sull'elixir (un Rosarius lo avvicina all'ambiente arnaldiano) ed è fra i primi autori che dettero dell'opus alchemico un resoconto a carattere allegorico-visionario nella cosiddetta Visio Dausteni.
Distillazione - Linguaggio allegorico - Sacrificio - Tradizione spirituale

IBN UMAIL (SENIOR ZADITH)
Alchimista arabo, autore di un trattato noto ai latini come Tabula chemica o anche Lettera del sole alla luna crescente, in cui sviluppava i temi dell'alchimia trasmutatoria sotto una veste allegorica molto complessa. La circolazione di questo testo, tradotto in latino certamente già agli inizi del Duecento, favorì lo sviluppo di allegorie alchemiche destinate a influenzare durevolmente i moduli espressivi e l'iconografia dell'alchimia occidentale.
Salvezza - Linguaggio allegorico

MICHELE SCOTO (m. 1235)
Al filosofo, scienziato e mago attivo alla corte di Federico II e poi a Bologna, traduttore di Averroè, sono attribuiti tre scritti d'alchimia poco studiati: un' Ars alchemiae, un Lumen luminum (titolo che peraltro indica anche testi alchemici attribuiti ad altri autori) e una Quaestio curiosa de natura solis et lunae.
L'alchimia nelle corti medievali

MORIENO
E' il nome di un personaggio che avrebbe, secondo la storia narrata nel prologo del suo Testamento alchemico, costituito il trait d'union fra l'alchimia bizantina di derivazione ellenistica e l'alchimia islamica. Talvolta col nome dell'autore si indica semplicemente il testo, scritto in forma di dialogo fra l'eremita Morieno ed il re Calid, nel quale sono illustrati i fondamenti dottrinali e operativi dell'alchimia e che fu il primo a raggiungere l'occidente latino nella traduzione di Roberto di Chester, fatta nel 1144.
Elixir - Teoria della materia - Linguaggio allegorico

NICOLAS FLAMEL
Flamel è un personaggio storico (uno scriba, editore di libri, vissuto a Parigi nel XIV secolo), ma anche il protagonista di una leggenda alchemica che si incentra sui temi della ricerca del segreto della trasmutazione, del viaggio, della rivelazione nella forma di un libro dal misterioso linguaggio d'immagini, del rapporto fra uomo e donna nella ricerca alchemica, infine dell'acquisizione di ricchezze sterminate. Figura di passaggio fra la tradizione medievale e quella rinascimentale, la leggenda di Flamel è considerata un esempio tipico dei meccanismi della pseudoepigrafia e della crescente importanza dell'iconografia nella tradizione alchemica.
L'alchimia nelle corti medievali

RAIMONDO LULLO - (1235-1316)
Filosofo maiorchino, inventore dell'ars combinatoria e autore di un vastissimo corpus di scritti filosofici, teologici, scientifici e letterari, Lullo ebbe una posizione di dubbio e talora di deciso rifiuto rispetto all'alchimia: ciò non impedì tuttavia che meno di un secolo dopo la sua morte circolassero sotto il suo nome testi d'importanza centrale nella tradizione alchemica dell'elixir, come il Testamentum ed il Codicillus, nonché il Liber de secretis naturae seu de quinta essentia, rielaborazione del testo di Giovanni da Rupescissa, il cui autore cercava anche di risolvere il clamoroso paradosso di tale attribuzione. Sembra che all'origine degli scritti pseudolulliani possa esservi un alchimista di origine catalana e di formazione medica, la cui figura resta però ancora avvolta nel mistero. La struttura dinamica della metafisica sviluppata nelle opere autentiche di Lullo può aver costituito lo sfondo concettuale che ha reso possibile l'attribuzione di opere alchemiche, ben presto divenute numerosissime ed accettate come autentiche dai seguaci del maiorchino fino al XVII secolo e oltre.
Operazioni - L'alchimia nelle corti medievali - Elixir - Distillazione - Salvezza - Sacrificio

ROBERTO GROSSATESTA (1168 ca.-1253),
cancelliere dell'università di Oxford e poi vescovo di Lincoln, fra i primi filosofi medievali che commentarono Aristotele, è anche uno dei più precoci testimoni di un interesse filosofico verso l'alchimia: si servì infatti di esempi alchemici per illustrare alcune peculiari dottrine cosmologiche, ed è fra i primi, se non il primo, a citare l'uso del termine 'quintessenza' presso gli alchimisti.
Quintessenza

RUGGERO BACONE (1214/20 - 1292 CA.),
studiò ad Oxford e a Parigi, dove commentò già negli anni '40 diverse opere di Aristotele. Il contatto con gli interessi scientifici oxoniensi, favoriti dall'insegnamento del Grossatesta; con i resoconti dei viaggi di alcuni missionari in Oriente ; infine con la gamma di dottrine naturalistico-magiche che caratterizzano il Secretum secretorum, opera attribuita ad Aristotele e conosciuta da Bacone molto precocemente - tutto ciò arricchì la personalità scientifica del filosofo, dotandolo di una strumentazione insolita della quale egli si servì per costruire un progetto di riforma degli studi funzionale ad una riforma complessiva della società cristiana. Già adulto entrò nell'ordine francescano, pur continuando le sue ricerche; quando divenne papa Clemente IV credette di riconoscere in lui il 'papa angelico' atteso dalla corrente profetica gioachimita, e gli sottopose i materiali da lui elaborati in vista di una nuova organizzazione del sapere. Fra questi un ruolo prominente era giocato dalla 'scientia experimentalis', un insieme di conoscenze sul mondo materiale ottenute non attraverso i libri autorevoli, ma il contatto diretto e l'apertura a pratiche generalmente escluse dalla riflessione scientifica, come la magia e l'alchimia. Bacone si interessò anche alla ricerca del farmaco della prolongevità, oltre che alla matematica, all'ottica, all'astrologia e all'applicazione pratica (oggi diremmo 'tecnologica') delle conoscenze ottenute attraverso un'apertura a tutti gli ambiti dell'esperienza. Scrisse di alchimia nei tre testi inviati a Clemente IV, Opus maius, Opus minus e Opus tertium, e in un quarto scritto oggi perduto. Inoltre gli sono attribuiti diversi scritti d'alchimia prodotti certamente in epoca successiva alla sua morte. E', insieme con Arnaldo da Villanova, un personaggio-chiave per comprendere la diffusione e l'evoluzione dell'alchimia nella cultura tardo medievale.
Oro - Elixir - Teoria della materia - Quintessenza - Distillazione - L'alchimia nella curia papale - Linguaggio allegorico

SENIOR ZADITH
(v. Ibn Umail)

TADDEO ALDEROTTI,
medico, insegnò a Bologna e a Firenze negli ultimi decenni del '200. Un gruppo di Consilia (descrizione di casi clinici e/o di cure farmacologiche) generalmente a lui attribuiti concerne la produzione dell'acqua ardente, mostrando la contestualità delle ricerche sulla distillazione nell'ambiente medico e in quello alchemico (dove l'acqua ardente diventa la quintessenza).
Quintessenza - Distillazione

TOMMASO D'AQUINO (1225-1274),
filosofo e teologo, l'esponente più noto della Scolastica, autore di trattati, commenti ad Aristotele, nonché delle due Summae: Contra Gentiles e Summa Theologica, in cui è raggiunto il pieno sviluppo del metodo scolastico e sono esposte le tematiche centrali della filosofia e della teologia sono. Tommaso si interessò solo marginalmente dell'alchimia, nell'ambito di una quaestio sulla falsa moneta, in cui non eslclude, peraltro, che l'oro alchemico possa risultare identico a quello naturale. Dopo la sua morte gli vennero attribuite alcune opere alchemiche, la più famosa delle quali è senza dubbio l'Aurora consurgens, uno dei primi e più suggestivi esempi di commistione di alchimia e linguaggio biblico.
Salvezza - Coniunctio

ZOSIMO,
alchimista dell'epoca ellenistica, le sue opere (utilizzate al nostro tempo da C.G. Jung nei suoi studi sull'alchimia) non circolarono in età medievale, ma il suo nome, anche deformato in Rosino, era considerato far parte dell'autorevole tradizione alchemica.
Elixir - Salvezza - Sacrificio

di Michela Pereira
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