Domenicano, filosofo e teologo, fu il primo commentatore di
Aristotele e venne soprannominato "Dottore Universale" dai suoi contemporanei per l'ampiezza
dei suoi interessi. Fra i primi Scolastici ad avvicinarsi all'alchimia, da essa attinse notizie di
mineralogia e metallurgia che utilizzò nel De mineralibus, opera scritta per colmare quella che
considerava una lacuna nella produzione scientifica di Aristotele. Gli sono anche attribuiti
numerosi testi d'alchimia fra cui il Libellus de alchimia, Semita recta, Alkimia minor. Teoria dei metalli
ARISTOTELE
Il grande filosofo greco, i cui scritti costituirono a partire dal XIII secolo il
canone del sapere filosofico occidentale, non conosceva l'alchimia (la cui presenza in età così
antica è argomento di discussione), ma aveva dato qualche cenno sulla formazione dei minerali e
dei metalli nel suo scritto sui fenomeni del mondo inorganico (Meteorologica), di cui gli alchimisti
occidentali si servirono, utilizzando in alcuni casi anche concetti tratti dal De generatione et
corruptione, e dai libri di argomento biologico. Ad Aristotele, così come a Platone e ad altri
grandi personaggi della tradizione filosofica, vennero inoltre attribuiti scritti pseudoepigrafi di
alchimia, sia nella tradizione araba che in quella latina.
Teoria dei metalli - Teoria della materia
ARNALDO DA VILLANOVA- (ca.1240-1311)
Medico della corte catalano-aragonese e della
curia papale (curò Bonifacio VIII), svolse anche un'appassionata attività di riformatore spirituale e
fu autore di opere mediche e profetiche, e rinnovatore del curriculum degli studi medici a
Montpellier, ebbe numerosi discepoli e collaboratori. Interessato a tutti gli apporti, anche
empirici, che potevano rendere più efficace la pratica della medicina, si occupò anche di
distillazione: il Liber de vinis è certamente opera prodotta nel suo ambiente, se non direttamente
sua. L'attribuzione ad Arnaldo di scritti alchemici concernenti l'elixir, fra cui il celeberrimo
Rosarius, risale a poco tempo dopo la sua morte, ed è probabile che l'interesse per l'alchimia
farmacologica sia stato presente fra i suoi discepoli e collaboratori. Alla metà del Trecento
circolava sotto il suo nome uno dei primi trattati allegorico-visionari di alchimia, gli Exempla
philosophorum, in cui l'opus è messo in parallelo con profezie veterotestamentarie ed episodi della vita di Cristo. Elixir - Quintessenza - Distillazione - Oro potabile - L'alchimia nella curia papale - Salvezza -
Linguaggio allegorico - Tradizione spirituale
AVICENNA - (980-1037)
Filosofo, mistico e medico persiano, influenzò gli sviluppi della
Scolastica filosofica e medica con i suoi commenti ad Aristotele e il Canone, scritto centrale
nell'insegnamento della medicina a Montpellier e nelle altre facoltà mediche medievali. La parte
mineralogica della sua opera enciclopedica venne tradotta in latino col titolo De congelatione et
conglutinatione lapidum: in essa era contenuta la critica radicale alla possibilità della
trasmutazione che fu all'origine della disputa scolastica sull'alchimia. Tuttavia sembra che una
delle opere alchemiche tradotte in latino sotto il suo nome, la Epistola ad Hasen regem de re
recta, che parla dell'elixir, possa essergli effettivamente attribuita, testimoniando di un suo
interesse per l'alchimia, successivamente sottoposta a critica. Certamente apocrifo è invece il De
anima in arte alchemiae, che tuttavia ne fece agli occhi degli occidentali una delle massime
autorità alchemiche. Teoria dei metalli - Elixir - Teoria della materia - Oro potabile
ERMETE
Nel prologo della traduzione del Testamento di Morieno il traduttore latino, Roberto
di Chester, narra come Ermete Trismegisto, discendente dalla stirpe divina che comprende
Ermete-Noè ed Ermete-Enoch, sia stato l'inventore dell'alchimia, seguendo sia la tradizione
ellenistica che quella araba. A lui era infatti attribuita la Tabula smaragdina, oltre ad alcuni altri
testi come i Septem tractatus. Questa origine mitica collegava l'arte alchemica alla filosofia e alla
teurgia ermetica, facendone quasi il versante operativo di esse. Teoria della materia
GEBER LATINO
Sotto questo nome sembra nascondersi un francescano del Duecento,
altrimenti sconosciuto, autore di una Theorica et practica e soprattutto della Summa perfectionis
magisterii, lo scritto più importante e completo di alchimia metallurgica dell'età medievale.
L'attribuzione del testo a Geber metteva quest'opera capitale sotto l'autorità di uno dei più famosi
rappresentanti dell'alchimia araba, che a sua volta tuttavia era forse il nome collettivo fittizio di un
gruppo di ricercatori islamici. Teoria dei metalli - Operazioni
GIOVANNI DA RUPESCISSA
Francescano appartenente alla corrente degli spirituali, svolse
un'intensa attività profetica nelle regioni del sud della Francia, cui affiancò una vasta produzione di
scritti a carattere religioso-politico. Condannato più volte al carcere, durante uno dei periodi di
detenzione scrisse, pare nel 1351-52, il Liber de consideratione quintae essentiae, unificando
pratica alchemica e tecnica distillatoria dell'alcool di vino nel vero e proprio "manifesto"
dell'alchimia farmacologica. Scrisse anche un trattato sulla trasmutazione, dal titolo di Liber lucis. Elixir - Quintessenza - L'alchimia nella curia papale - Tradizione spirituale
GIOVANNI DASTIN
Alchimista forse di origine inglese, quasi totalmente sconosciuto, fu
tuttavia certamente in contatto con prestigiose personalità della curia papale, in primo luogo il
cardinale Napoleone Orsini, agli inizi del Trecento. Forse viaggiò in Catalogna. Scrisse di
alchimia ispirandosi alla produzione sull'elixir (un Rosarius lo avvicina all'ambiente arnaldiano) ed
è fra i primi autori che dettero dell'opus alchemico un resoconto a carattere allegorico-visionario
nella cosiddetta Visio Dausteni. Distillazione - Linguaggio allegorico - Sacrificio - Tradizione spirituale
Alchimista arabo, autore di un trattato noto ai latini come
Tabula chemica o anche Lettera del sole alla luna crescente, in cui sviluppava i temi dell'alchimia
trasmutatoria sotto una veste allegorica molto complessa. La circolazione di questo testo,
tradotto in latino certamente già agli inizi del Duecento, favorì lo sviluppo di allegorie alchemiche
destinate a influenzare durevolmente i moduli espressivi e l'iconografia dell'alchimia occidentale. Salvezza - Linguaggio allegorico
MICHELE SCOTO (m. 1235)
Al filosofo, scienziato e mago attivo alla corte di Federico II e poi
a Bologna, traduttore di Averroè, sono attribuiti tre scritti d'alchimia poco studiati: un' Ars
alchemiae, un Lumen luminum (titolo che peraltro indica anche testi alchemici attribuiti ad altri
autori) e una Quaestio curiosa de natura solis et lunae. L'alchimia nelle corti medievali
MORIENO
E' il nome di un personaggio che avrebbe, secondo la storia narrata nel prologo del
suo Testamento alchemico, costituito il trait d'union fra l'alchimia bizantina di derivazione ellenistica
e l'alchimia islamica. Talvolta col nome dell'autore si indica semplicemente il testo, scritto in forma
di dialogo fra l'eremita Morieno ed il re Calid, nel quale sono illustrati i fondamenti dottrinali e
operativi dell'alchimia e che fu il primo a raggiungere l'occidente latino nella traduzione di Roberto
di Chester, fatta nel 1144. Elixir - Teoria della materia - Linguaggio allegorico
NICOLAS FLAMEL
Flamel è un personaggio storico (uno scriba, editore di libri, vissuto a
Parigi nel XIV secolo), ma anche il protagonista di una leggenda alchemica che si incentra sui temi
della ricerca del segreto della trasmutazione, del viaggio, della rivelazione nella forma di un libro
dal misterioso linguaggio d'immagini, del rapporto fra uomo e donna nella ricerca alchemica, infine
dell'acquisizione di ricchezze sterminate. Figura di passaggio fra la tradizione medievale e quella
rinascimentale, la leggenda di Flamel è considerata un esempio tipico dei meccanismi della
pseudoepigrafia e della crescente importanza dell'iconografia nella tradizione alchemica. L'alchimia nelle corti medievali
RAIMONDO LULLO - (1235-1316)
Filosofo maiorchino, inventore dell'ars combinatoria e
autore di un vastissimo corpus di scritti filosofici, teologici, scientifici e letterari, Lullo ebbe una
posizione di dubbio e talora di deciso rifiuto rispetto all'alchimia: ciò non impedì tuttavia che meno
di un secolo dopo la sua morte circolassero sotto il suo nome testi d'importanza centrale nella
tradizione alchemica dell'elixir, come il Testamentum ed il Codicillus, nonché il Liber de secretis
naturae seu de quinta essentia, rielaborazione del testo di Giovanni da Rupescissa, il cui autore
cercava anche di risolvere il clamoroso paradosso di tale attribuzione. Sembra che all'origine degli
scritti pseudolulliani possa esservi un alchimista di origine catalana e di formazione medica, la cui
figura resta però ancora avvolta nel mistero. La struttura dinamica della metafisica sviluppata
nelle opere autentiche di Lullo può aver costituito lo sfondo concettuale che ha reso possibile
l'attribuzione di opere alchemiche, ben presto divenute numerosissime ed accettate come
autentiche dai seguaci del maiorchino fino al XVII secolo e oltre. Operazioni - L'alchimia nelle corti medievali - Elixir - Distillazione - Salvezza - Sacrificio
ROBERTO GROSSATESTA (1168 ca.-1253),
cancelliere dell'università di Oxford e poi vescovo
di Lincoln, fra i primi filosofi medievali che commentarono Aristotele, è anche uno dei più precoci
testimoni di un interesse filosofico verso l'alchimia: si servì infatti di esempi alchemici per illustrare
alcune peculiari dottrine cosmologiche, ed è fra i primi, se non il primo, a citare l'uso del termine
'quintessenza' presso gli alchimisti. Quintessenza
RUGGERO BACONE (1214/20 - 1292 CA.),
studiò ad Oxford e a Parigi, dove commentò
già negli anni '40 diverse opere di Aristotele. Il contatto con gli interessi scientifici oxoniensi,
favoriti dall'insegnamento del Grossatesta; con i resoconti dei viaggi di alcuni missionari in Oriente
; infine con la gamma di dottrine naturalistico-magiche che caratterizzano il Secretum secretorum,
opera attribuita ad Aristotele e conosciuta da Bacone molto precocemente - tutto ciò arricchì la
personalità scientifica del filosofo, dotandolo di una strumentazione insolita della quale egli si servì
per costruire un progetto di riforma degli studi funzionale ad una riforma complessiva della società
cristiana. Già adulto entrò nell'ordine francescano, pur continuando le sue ricerche; quando
divenne papa Clemente IV credette di riconoscere in lui il 'papa angelico' atteso dalla corrente
profetica gioachimita, e gli sottopose i materiali da lui elaborati in vista di una nuova
organizzazione del sapere. Fra questi un ruolo prominente era giocato dalla 'scientia
experimentalis', un insieme di conoscenze sul mondo materiale ottenute non attraverso i libri
autorevoli, ma il contatto diretto e l'apertura a pratiche generalmente escluse dalla riflessione
scientifica, come la magia e l'alchimia. Bacone si interessò anche alla ricerca del farmaco della
prolongevità, oltre che alla matematica, all'ottica, all'astrologia e all'applicazione pratica (oggi
diremmo 'tecnologica') delle conoscenze ottenute attraverso un'apertura a tutti gli ambiti
dell'esperienza. Scrisse di alchimia nei tre testi inviati a Clemente IV, Opus maius, Opus minus e
Opus tertium, e in un quarto scritto oggi perduto. Inoltre gli sono attribuiti diversi scritti
d'alchimia prodotti certamente in epoca successiva alla sua morte. E', insieme con Arnaldo da
Villanova, un personaggio-chiave per comprendere la diffusione e l'evoluzione dell'alchimia nella
cultura tardo medievale. Oro - Elixir - Teoria della materia - Quintessenza - Distillazione - L'alchimia nella curia papale - Linguaggio allegorico
medico, insegnò a Bologna e a Firenze negli ultimi decenni del '200. Un
gruppo di Consilia (descrizione di casi clinici e/o di cure farmacologiche) generalmente a lui
attribuiti concerne la produzione dell'acqua ardente, mostrando la contestualità delle ricerche sulla
distillazione nell'ambiente medico e in quello alchemico (dove l'acqua ardente diventa la
quintessenza). Quintessenza - Distillazione
TOMMASO D'AQUINO (1225-1274),
filosofo e teologo, l'esponente più noto della Scolastica,
autore di trattati, commenti ad Aristotele, nonché delle due Summae: Contra Gentiles e Summa
Theologica, in cui è raggiunto il pieno sviluppo del metodo scolastico e sono esposte le tematiche
centrali della filosofia e della teologia sono. Tommaso si interessò solo marginalmente
dell'alchimia, nell'ambito di una quaestio sulla falsa moneta, in cui non eslclude, peraltro, che l'oro
alchemico possa risultare identico a quello naturale. Dopo la sua morte gli vennero attribuite
alcune opere alchemiche, la più famosa delle quali è senza dubbio l'Aurora consurgens, uno dei
primi e più suggestivi esempi di commistione di alchimia e linguaggio biblico. Salvezza - Coniunctio
ZOSIMO,
alchimista dell'epoca ellenistica, le sue opere (utilizzate al nostro tempo da C.G. Jung
nei suoi studi sull'alchimia) non circolarono in età medievale, ma il suo nome, anche deformato in
Rosino, era considerato far parte dell'autorevole tradizione alchemica. Elixir - Salvezza - Sacrificio