Mamma, Firenze è bella. Ci torniamo?
Certo. Possiamo tornare tutte le volte che tu vuoi se ti
interessa.
Babbo,mentre torniamo a casa mi racconti la storia di
Firenze?
L'origine di Firenze
risale al periodo della civiltà etrusca.
Secondo alcuni storici, gli Etruschi
di Fiesole si stabilirono per primi nella valle dell'Arno.
Più tardi i Romani
dopo la guerra sillana, occuparono questa fertile località ed i veterani di
Cesare fondarono sulle rive del fiume la colonia dall'augurale nome di "Florentia"(I sec.a.C.)
Durante le invasioni barbariche Firenze subì
le dure sorti delle altre città italiane.
Nel 1115, dopo aver
debellato le Signorie feudali, il popolo fiorentino si costituì in libero
Comune.
Dal XII al XVI sec.,
a differenza delle vicine città di Pisa e Lucca, Firenze acquista
esteticamente, per il classico senso delle proporzioni e la cromatica
decorazione dei marmi, quella fisionomia che ancora mantiene. Per
l'architettura, rispecchiano questo primo periodo la Chiesa di S. Miniato
e
il Battistero.
Per la scultura, il Pulpito di S. Miniato (1207)
rappresenta l'esempio più notevole. Nell'arte, si profilano le grandi
personalità di Cimabue e di
Giotto;
nella cultura, sorge la personalità di Dante.
Alla fine del XIII sec. si erigono le chiese di S. Maria Novella
per
i Domenicani, S.
Croce per i Francescani,
la Cattedrale o chiesa
maggiore della città.
Con l'architettura religiosa si sviluppa quella civile, esempi notevoli della
quale sono: Palazzo del Bargello,
Palazzo Vecchio e
la Loggia della Signoria, detta dei Lanzi.
Con Dante (1265-1321) e
con Giotto (1266-1337), Firenze inizia la sua epoca luminosa nella cultura e
nell'arte. Alla scuola di Arnolfo di Cambio (1240-1302) e a quella di
Giotto (1266-1337), si forma Andrea Pisano da
Pontedera (1295-1345),
autore della prima porta del Battistero. Cimabue (1240-1302) supera le
formule bizantine attardantisi in Firenze. Giotto, suo grande allievo,
libera l'arte fiorentina da tutti i legami del passato, imprimendo nell'arte,
specialmente nella pittura, quel nuovo linguaggio umano, reso con profonda e
attenta osservazione. Da Giotto derivano Taddeo
Gaddi, Bernardo
Daddi, Maso
di Banco e tanti altri. I grandi artisti trecenteschi annunziano il '400,
l'epoca gloriosa della " Rinascita " durante la quale Firenze rivive
l'epoca luminosa che Atene ebbe nell'antica Grecia.
Ti sto annoiando?
NO, No!!! Continua. Mi sto immedesimando nelle epoche
e cerco di vedere con l'immaginazione quello che accadeva.
Filippo Brunelleschi
(1377-1446),
architetto, erige
costruzioni improntate a una nuova concezione di proporzionalità e
volumetria derivata dall'arte classica. Donatello (1386-1466), amico e
collaboratore del Brunelleschi, liberando la scultura da tutte le influenze
gotiche, crea i suoi capolavori, ricchi di profonda umanità, dovuta
all'attenta osservazione della natura. Masaccio (1401-1428), nella sua
pur breve vita ispirandosi a Donatello, ma soprattutto al Brunelleschi,
introduce nelle sue creazioni quei nuovi elementi prospettici e coloristici
che fanno di lui il primo pittore " rinascimentale ". I suoi
affreschi in S. Maria del Carmine, monumentalmente figurativi
nella possente umanità delle immagini, schiudono all'arte italiana nuovi e più
vasti orizzonti.
Leon Battista Alberti
(1404-1472), musico,
pittore, autore di trattati d'arte, è il caposcuola teorico dell'architettura
fiorentina. Michelozzo (4396-1472) è l'autore del Palazzo
Medici-Riccardi; Benedetto
da Maiano del Palazzo Strozzi; Lorenzo Ghiberti (1378-1455), orafo,
architetto e scultore, arricchisce il Battistero con le famose porte.Da
Donatello derivano allievi e continuatori più o meno vicini alla sua
altissima arte. Tra questi: Bertoldo (1420-1492). Desiderio da Settignano (1428-1464),
Mino da Fiesole (1450-1484), Luca Della Robbia (1408-1482),
Andrea suo nipote e Giovanni figlio di Andrea, che con le loro terracotte
rappresentano l'aspetto figurativo più popolare e divulgativo del
Rinascimento. A Brunelleschi, Donatello e Masaccio si ispirano: Andrea del
Castagno (1423-1457), pittore dalle drammatiche realistiche creazioni. Paolo
Uccello (15971475), creatore della prospettiva e dei volumi. Domenico Veneziano
riveste le sue creazioni di luce naturale. Filippo Lippi concilia i
principi di Masaccio con la linea sintetica di Donatello. Dopo la meta' del
'400, Antonio del Pollaiolo (1432-98) e Botticelli (1445-1510),
artisti di temperamenti diversi, con la loro linea vibrante generatrice di
volumi, elevano a più ampie vette l'arte rinascimentale fiorentina.
Alla fine
del '400, scomparsi i rappresentanti della prima generazione artistica
rinascimentale, appaiono sull'orizzonte Leonardo (1452-1519) e
Michelangelo (1475-1564); l'atmosfera di ombra e di luce ultrasensibile che bagna la
visione pittorica. del primo col suo "sfumato", trova rispondenza
nel "non finito" drammatico ed irruente del secondo, che conduce
l'architettura, la scultura e la pittura alle più alte sommità del
Rinascimento. Con la caduta della Repubblica Fiorentina, Michelangelo,
valoroso difensore della città, profondamente amareggiato, lascia
definitivamente Firenze per Roma, dove vi muore. Riportato a Firenze, viene
sepolto in S Croce. Anche Leonardo che aveva già lasciato Firenze, dopo
la sua dimora a Milano, va in Francia dove, morendovi, viene sepolto a Amboise
Amboise, è lontana?
Certo, ma può darsi che quando faremo le vacanze ci andremo.
Nel XVI secolo Firenze è ancora
centro attivo di scuole artistiche, la più importante delle quali è quella
dei cosiddetti "manieristi", creatori di sensibili raffinatezze
tecniche. Tra i più noti pittori, si ricordano: il Rosso Fiorentino,
Pontormo e il Bronzino.
Nella scultura: Giambologna e
Cellini (grande
anche come orafo).
Nell'architettura: Vasari, Ammannati e
Buontalenti. Nel XVII
sec, Firenze si provincializza, anche se artisti come Giovanni da San
Giovanni, Furini e Stefano della Bella sono degni di
considerazione.
Il XIX secolo, dopo controversie accademiche tra classici e romantici, è
puntualizzato dal movimento artistico dei "Macchiaioli", tra i quali
eccellono Fattori e Signorini. La splendida campagna toscana
l'incanto dell'Arno, la melodia degli ulivi, è resa cromaticamente dalla
"macchia", pittura che può considerarsi, seppure in ambito
provinciale, il corrispondente italiano del celebre impressionismo francese.
Riaprendo la trattazione storica già brevemente accennata fino al 1125,
malgrado le sanguinose lotte tra Guelfi e Ghibellini (i primi proietti
dal Papa, i secondi dall'imperatore) Firenze diviene sempre più ricca per la
forte espansione dei suoi vasti commerci, specialmente della lana e della
seta. Per impedire di esportare prodotti secondari si crea il Tribunale della
Mercanzia. Nessuno può partecipare al governo della città, se non appartiene
ad una delle famose corporazioni. Per poter partecipare al governo della città
Dante si iscrive alla Corporazione dei Medici e Speziali. Con la schiacciante
vittoria dei Guelfi sui Ghibellini (1267) si crea il Governo della Signoria
e dei Priori
Le lotte continuano: i Guelfi si dividono in Bianchi e Neri. Dante che è di parte bianca viene cacciato dalla città. Dopo
aver peregrinato in Francia e in Italia, morendo a Ravenna nel 1521, vi viene
sepolto. Nonostante le furibonde lotte interne, la città estende sempre più
i suoi commerci, anche se la peste del 1548 la riduce da. 90.000 a 50.000
abitanti.
Agli usurai ed ebrei lombardi succedono i grandi banchieri fiorentini, sotto
il patronato di S. Matteo. Per la loro abilità e correttezza divengono così
influenti, che papi e sovrani ricorrono a loro per grandi prestiti,
eleggendoli anche a loro tesorieri. Centro finanziario e bancario fu la
Piazza del Mercato Nuovo, a quel tempo senza portico (ora detto della
" paglia " o del Porcellino).
Tra i banchieri fiorentini i Medici furono
i più potenti. Cosimo detto il Vecchio (1389-1464), succede nel " banco
" del padre Giovanni, gonfaloniere della città. Con l'" arte del
cambio ", nuovo sistema bancario, accumula tante ricchezze, che diviene
l'uomo più influente nel governo cittadino. Cosimo
non trascura di proteggere gli ordini monastici, che tanto influenza hanno sul
popolo. Sotto il suo patrocinio si riuniscono la Chiesa Greca e Romana nel
Concilio di Firenze (1439). Mecenate insigne e governante prudente, gli viene
conferito il titolo di " Padre della Patria ". Al suo mediocre
figlio Piero detto il " Gottoso ", che muore nel 1469 di
questa malattia, succede il degno nipote Lorenzo, che non viene
ostacolato dai suoi potenti avversari perché credono che, data la sua giovane
età, commetterà inevitabili ed irreparabili sbagli. che lo allontaneranno
dal Governo. Ma Lorenzo, già preparato dalla grande madre Lucrezia
Tornabuoni,
governò Firenze con tanta saggezza da meritare il titolo di " Magnifico
". I suoi rivali vicini e lontani preparano la congiura capeggiata dai
Pazzi, consumata in Duomo nella mattina di Pasqua del 1478, dove mentre
Lorenzo si salva in sagrestia, Giuliano cade sotto i pugnali dei congiurati.
Lorenzo che ora resta unico erede della grande casata, evitando ogni
spargimento di sangue per vendicare il fratello Giuliano, diviene maggiormente
popolare. Egli pensa di non dover trascurare questa triste circostanza per
sbarazzarsi più facilmente dei suoi potenti e temibili avversari divenendo
così erede assoluto della casa Medici, l'arbitro della città, l'uomo più
prestigioso dell'epoca. Capi di altri stati italiani ricorrono a lui per i
suoi consigli.
Sotto Lorenzo Firenze vive gli anni più luminosi della cultura
e dell'arte. Il figlio di Lorenzo, Giovanni, brillante e giovane cardinale,
divenendo ben presto Papa Leone X (1513-21) con la nomina a cardinali
dei suoi fedelissimi, prepara il Papato al cardinale Giulio suo cugino (figlio
di Giuliano assassinato in Duomo) che diviene Papa Clemente VII(1523-32).
Entrando nel novero delle grandi famiglie europee, i Medici possono dare due
famose regine alla Francia: Caterina, sposa di Enrico Il e Maria, di
Enrico IV. Alla morte di Lorenzo, la potenza medicea sembra crollare. Carlo
VIII di Francia entra in Firenze. Il figlio Piero fugge disprezzato dai suoi
concittadini. Pier Capponi diviene arbitro della città e, minacciando
di far " suonare le campane " per chiamare il popolo a difendere la
città con le armi, obbliga il re invasore a lasciare Firenze (1494) che
ritorna repubblicana. Savonarola diviene Capo della Repubblica.
Per la sua ardente
missione di riformatore si pone contro i potenti che con intrighi lo faranno
impiccare e bruciare in piazza Signoria, con i suoi seguaci Maruffi e
Buonvicini (23 maggio 1498).
I Medici ritornano più forti.L'ultimo tentativo dei fiorentini di vivere in
libera repubblica, svanisce dopo il memorando assedio e l'eroico sacrificio di
Francesco Ferrucci (1529), campione dei patrioti fiorentini. Alessandro
de' Medici, con l'appoggio di Carlo V e Clemente VII (suo parente),
diviene primo Duca della città. Rivelatosi tiranno, viene ucciso dal cugino Lorenzino
(1537). Con l'uccisione di Alessandro, termina il ramo di Cosimo il
Vecchio ed inizia il ramo collaterale o cadetto mediceo (albero genealogico
della famiglia Medici). Cosimo 1(1519-1574), figlio di Giovanni dalle
Bande Nere (celebre condottiero), diviene Signore assoluto della città e dal
1569 Granduca di Firenze e della Toscana. I successori di Cosimo I divengono
ben presto attori secondari d'un più vasto mondo politico ed economico. Anna
Maria Ludovica (1667-1743), ultima dei Medici, detta per le sue nozze
" Elettrice palatina ", col trattato " detto di Famiglia
", tenutosi a Vienna (1737), dispone che tutti i tesori d'arte raccolti
dalla sua lunga e potente dinastia rimangano a Firenze ad eterno godimento dei
Fiorentini e del mondo. Grazie a questo generoso legato si sono potute
ricuperare anche le opere d'arte trafugate o rubate durante l'ultima guerra.
Ai
Medici succedono i Lorena che vengono cacciati nel 1859. Dal 1865 al 1871
Firenze diviene capitale del Regno d'Italia.
Quella sera Giovanni andò a dormire e sognò di essere un
grande scultore del rinascimento...........
Diventerà uno scultore? Diventerà architetto?
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