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.:L' Amur
 

 Amur: conoscerlo per rispettarlo…

L'amur (o carpa erbivora) è un ciprinide originario dell'Asia orientale e più precisamente del fiume Amur da cui prende il nome. Questo fiume si trova nella parte nord-orientale dell'Asia, la sua lunghezza è di circa 4480Km ed è formato dai fiumi Shilka e Argun, separa la Siberia dalla Manciuria e sbocca nel Mar di Ohotsk. Il suo grado di parentela con la carpa è lontano anche se il suo nome potrebbe far pensare il contrario. Nel suo habitat naturale esso si riproduce raggiungendo pesi superiori ai 40Kg e lunghezze anche superiori a 1,5m; le condizioni climatiche e di habitat italiane ne contengono (parzialmente) le dimensioni e ne limitano la riproduzione, fino a qualche anno fa era diceria comune che gli amur non riuscissero a riprodursi nelle acque italiane, ormai, però, esistono molti esempi da catture di piccoli amur anche in luoghi dove non ne sono stati immessi…se 1 + 1 fa 2 !?!?!?

E' certo comunque che nell'habitat delle nostra penisola non sussistono le condizioni ideali per la sua riproduzione e questo è molto probabilmente dovuto al fatto che l'amur non depone le uova sul fondale “ancorandole” ad alghe o erbai (come fanno le carpe, ad esempio) ma lascia che esse galleggino in sospensione per moltissimi chilometri prima della schiusa, che deve avvenire in condizioni di temperatura e corrente adeguate; i fiumi italiani dove esso è stato immesso non sempre permettono con il loro corso di soddisfare a tutte queste esigenze, e di conseguenza le uova faticano a schiudersi.

Abbiamo più volte, comunque, visto che gli animali riescono ad adattarsi a condizioni a loro non congeniali e come sempre accade la natura fa di tutto per perpetrare le specie. Da tutto ciò si evince che l'amur è per le nostre acque una specie alloctona; importata nei primi anni sessanta ha avuto inizialmente delle difficoltà ad ambientarsi tanto che le prime immissioni sono state del tutto deficitarie; solo in un secondo tempo (a partire dal 1975 circa) il suo impianto è riuscito a dovere con lo scopo principale di ridurre la propagazione di piante acquatiche considerate infestanti.

Dopo i primi problemi ha trovato nelle nostre acque un terreno fertile per crescere e si è adattato bene: è un pesce gregario, ovvero vive prevalentemente in branco, predilige le acque a corso lento od assente, e luoghi ricchi di vegetazione acquatica quali ninfee, canneti e cespugli di cui si ciba.

La sua crescita è alquanto veloce e nei primi 10 anni di vita si stima esso possa arrivare a pesare già 10/15Kg, la sua longevità è normalmente compresa tra i 15 e i 20 anni; ha una forma allungata, il suo corpo è ricoperto completamente di squame (e in questo ricorda le caratteristiche di squamatura della carpa comune o regina), la sua colorazione può variare da luogo a luogo mantenendo però prevalentemente i colori sfumati del grigio/verde, la pancia è di colore bianco/argenteo e la sua bocca non è protrattile come quella della carpa, ma è rivolta verso il basso e dotata di labbra piuttosto dure che il pesce sfrutta per strappare i germogli di canne o piante di cui è ghiotto.

Gli studi sembrano confermare che la dieta dell'amur è, in età adulta, quasi esclusivamente erbivora mentre in età giovanile pare che non disdegni cozze, ver de vase e altri invertebrati di fondo; la sua capacità di adattamento sembra però essere molto spiccata al punto da “abituarsi” ad una dieta onnivora dove il cibo naturale a lui più congeniale scarseggia, e in questo caso entra in competizione alimentare con le carpe del luogo, vincendo spesso questa singolare sfida data la sua caratteristica di vivere in branchi piuttosto numerosi.

La caratteristica di alimentazione è una delle principali differenze tra l'amur e le diverse tipologie di carpa: l'amur, infatti, non aspira il cibo come gli altri ciprinidi ma lo morde utilizzando le sue forti labbra. Sebbene sia difficile parlare di pesca mirata solo ed esclusivamente agli amur, risulta piuttosto chiaro da questa semplice introduzione, che le metodologie classiche di pesca alla carpa possono risultare inadeguate per la cattura di questo meraviglioso combattente.

Spesso la cattura di amur è casuale nella ricerca invece di catturare delle carpe; personalmente ritengo l'amur una preda meravigliosa, capace di regalare emozioni fortissime e di mettere a dura prova la nostra abilità di pescatori e la “tenuta” delle nostre attrezzature. Ciò deriva dal fatto che l'amur è un nuotatore spettacolare (la sua forma affusolata gli permette di fendere l'acqua e nuotare molto velocemente), capace di fughe velocissime ed improvvise, e solo una taratura perfetta delle frizioni dei mulinelli e una grande attenzione da parte del pescatore evitano rotture di terminali o canne (quando le dimensioni del pesce crescono insieme alla sua forza).

Il comportamento di questo pesce è spesso incasellabile con alcuni tratti peculiari: la segnalazione del suo arrivo è spesso data da piccoli beep del segnalatore seguiti da una “calata” dello swinger, subito dopo la ferrata sembra di essere in presenza di un pesce di piccole dimensioni in quanto l'amur tende sovente a nuotare verso di noi non facendoci stimare esattamente la mole del pesce che abbiamo in canna; solo la vista del guadino innescherà le classiche (e famose) fughe verso il largo, capaci di chiedere diverse decine di metri di filo.

Esso sarà sconfitto solo quando risulterà stremato, e dovrà essere nostra premura non cercare di accelerare i tempi per la guadinatura, pena il rischio di perdere la nostra preda (non è inusuale che amur di grossa taglia distruggano guadini e reti se cerchiamo di portarli a riva con troppa sollecitudine).

L'amur è al contrario di quello che si potrebbe pensare data la sua mole e forza, un pesce assai fragile e delicato: dovremo prestare attenzioni particolari dopo la sua cattura per evitare che esso possa ferirsi, utilizziamo quindi sempre il materassino di slamatura, manteniamolo sempre bagnato e evitiamo, quando possibile, sacche di mantenimento o nasse di ogni genere. Il rilascio dovrà sempre essere molto accurato, ossigeniamo con attenzione il pesce prima di lasciarlo andare: l'amur, infatti, ha una vescica natatoria capace di gonfiarsi e sgonfiarsi molto velocemente (per permettergli di variare la sua profondità in acqua in maniera repentina), questo però risulta un limite, giacché lo stress provocato da un rilascio troppo frettoloso potrebbe implicare uno scompenso capace di produrre un'embolia con conseguente morte del pesce.

Non è raro, infatti, vedere amur che subito dopo il rilascio risalgono in superficie “pancia all'aria” proprio per queste motivazioni e pertanto dovremo preoccuparci in maniera particolare che ciò non succeda. Per quanto riguarda le tecniche utilizzate per la pesca dell'amur, come detto in precedenza, è difficile parlare di accorgimenti specifici perché il carpfishing prevede una metodologia di innesco che è peculiare per pesci che aspirano il cibo; nonostante questo, le catture più frequenti di amur avvengono su esche naturali (mais, mais gigante, piselli, tiger nuts….) rese pop up da spugnette di materiale espanso o sughero, dovremo avere l'accortezza di tenere le nostre esche molto vicine alla curvatura dell'amo per sfruttare la metodologia con cui l'amur si ciba e staccare le stesse dal fondo di pochi centimetri utilizzando pasta di tungsteno per realizzare una buona controbilanciatura della nostra presentazione; anche esche quali l'aglio, il cuore del canneto o piante prese in riva al canale o lago dove stiamo pescando possono regalare soddisfazioni inaspettate.

In alternativa si possono usare boilies (cream cajouser, fruttati in genere, maple ma anche pesce), anch'esse pop up o a omino di neve cercando sempre di tenerle quanto più possibile vicine alla curvatura dell'amo.

Data la grandissima sospettosità di questo pesce, sarà bene non fare troppo rumore sulle sponde e allestire il campo lontano dai nostri inneschi, come tutti i pesci gli amur sono particolarmente sensibili alle vibrazioni trasmesse dalle sponde in acqua, quindi evitiamo, per quanto possibile, di utilizzare in maniera sconsiderata martelli o sassi per piantare tende e ripari perché questo implicherebbe la fuga delle nostre agogniate prede.

Per quanto riguarda la pasturazione preventiva consiglio (se vogliamo insediare principalmente carpe erbivore) di puntare su granaglie miste senza avere paura di esagerare perché, data la caratteristica di vivere in branchi, se un branco di questi “ghiotti” erbivori venisse trovarsi sopra la zona da noi pasturata, chili e chili di granaglie sarebbero “spazzati via” in tempi brevissimi.

Mi è già capitato più volte di sottolineare in scritti fatti per riviste come io abbia una vera e propria predilezione per inneschi di aglio nella pesca agli erbivori…una retina di “aglio del supermercato” fa sempre bella mostra in mezzo alle mie esche quando cerco di specializzare la pesca agli erbivori! Sarebbe presuntuoso dire che questa è l'esca per eccellenza, ma personalmente mi ha sempre dato buoni risultati e, oltre a ciò, non è raro catturare anche carpe con inneschi di aglio!

Il rapporto dei carpisti con gli amur è molto elitario: taluni lo considerano alla stregua di cavedani e carassi, altri lo amano per le sue caratteristiche di forza e scaltrezza; personalmente mi piace pescare erbivori e mi permetto solo di raccomandare tutte le migliori cure nel caso di una sua cattura perché, a mio avviso, questo combattente velocissimo è degno di grande rispetto e ammirazione!

 

 

 

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