Nel luglio 1992, da un sogno nel cassetto di vecchia data, decido di lasciare in sospeso tutto ciò che
mi lega alla routine di casa e provare l'esperienza del volontariato in Africa. Vendo l’auto, lascio
l’appartamento in affitto e mi licenzio dal lavoro per la fine del mese. Questa decisione, maturata anche dopo riflessioni
di vario genere, mi spinge a prendere contatto con tutte quelle persone che hanno avuto a che fare con la realtà delle
associazioni di volontariato atte allo sviluppo dei popoli del ”terzo mondo". Vengo così messo a conoscenza di
quell'organizzazione, il “CEFA” di Bologna, con la quale partirò per il viaggio in Africa.
Queste associazioni denominate “ONG” vedi
elenco (“organizzazioni non governative” che agiscono per conto dello
stato), operano in tutto il territorio mondiale dove necessita un aiuto umanitario, ma soprattutto dove necessita uno
sviluppo di carattere alimentare e tecnologico. Inizio a frequentare i primi corsi di natura psico-attitudinale organizzati
nella sede di Bologna, faccio conoscenza con coloro che hanno già avuto esperienze passate, con coloro che come me sono solo
semplici reclute dalle più rosee aspettative e quando si presenta l’occasione di provare l’avventura in
Tanzania decido al volo cogliendo l’attimo. Compro il biglietto aereo con partenza ai primi di novembre e
ritorno a fine gennaio e parto così con destinazione Dar Es Salaam. Il periodo di volontariato delle
ONG in questione va da un minimo di due anni ad un massimo di tre circa, io però opto per questo breve
lasso di tempo oltre che per vedere come reagisce la mia persona a queste nuove situazioni o sollecitazioni anche perché la
squadra di football americano di Bolzano, i “Jets” , mi comprano per l’imminente campionato 1993 di serie
A con inizio il prossimo febbraio. |