Finalmente
si parte!
In compagnia di Claudio si prende un taxi fino
alla stazione degli autobus. Più che una stazione per viaggianti,
sembra un mercato delle pulci. Trovato il bus e preso possesso dei
posti assegnatoci (mi è sembrata una grave mancanza occupare un
altro posto) si inizia il viaggio in condizioni non esattamente
confortevoli. Il caldo umido ti fa sudare al solo pensare, il
posto a disposizione è da contorsionista, la ressa di gente
dentro il bus è come quella del ritorno a casa degli scolari
all’ora di punta, ogni oggetto e cibi vari vengono appesi o
fanno da riempibuchi, il soffitto dell’autobus si tramuta in un
mercatino coperto di sacchi, ma quel che non immaginavo è che
questo confort l’avrei sopportato per ben undici ore filate.
Durante questo tempo chiacchiero con Claudio e
osservo tutti quei paesaggi così nuovi. Attraversiamo un parco
naturale e vedo molti di quegli animali vedi
foto che solo allo zoo avevo visto.
Nell’autobus vige un’atmosfera morta. Qualcuno dorme, gli
altri sono immobili e muti ai loro posti, bambini compresi ed a
parte una continua cantilena ad alto volume, sono l’unico che si
alza e vaga nell’interno del bus, osservato come una bestia
rara. Scambio due chiacchiere col bigliettaio e rimango perplesso
quando mi chiede quanti giorni di volo ci vogliono per arrivare
dall’Italia. Io rispondo:
Solo sette ore
Cercando paragoni, lui non riesce ad immaginare quanto sia veloce
un aereo.
Alla prima ed unica sosta per un controllo bagagli e veloce
ristoro, vedo per la prima volta una famiglia di ”Masai”
però non mi hanno destato quelle sensazioni che pensavo di
ricevere nel vederli. Solo la curiosità di osservare ad un metro
da me quei tanto variopinti, alti, snelli e fieri guerrieri
pastori. Ripresa la strada ad un tratto si sente un gran rumore
ritmico dalla ruota. L’autista fa controllare l’accaduto e gli
dicono:
E’ saltata la copertura del
pneumatico!
Quindi nessun problema, finché non scoppia si può procedere col
viaggio.
Arrivati alla tappa ”Iringa” guardo tre
ragazzini che mi osservano divertiti i tatuaggi. La cosa curiosa
è che anch’io sono divertito dal loro divertimento.
Probabilmente per l’aver visto come prima volta questi strani
disegni sulla pelle. Comunque sto imparando a non dare troppa
confidenza, anche ai bambini. Appena ti giri o distrai ti puoi
ritrovare con le loro mani nelle tasche. Il viaggio comunque si
conclude bene con l’arrivo alla missione, quindi dopo aver
salutato padre Sandro (già conosciuto a Dar)
e l’aver ricevuto ospitalità e ristoro, io e Claudio
ci congediamo da tutti ed andiamo nel meritato riposo.
Domani ci aspettano altri chilometri ma di strade secondarie:
Un po’ più trasandate e meno
curate !!!
Dice sorridendo Claudio che conosce bene la
regione, fai un po’ te …
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