Paragrafo 3 |
Dar Es Salaam |
Le
giornate passano tranquille, in ottima armonia con quel che mi
circonda. Non ho “grilli”
per la testa se non quello di osservare tutto ciò che mi
circonda. Qui alla missione è un porto di mare. Gente che viene e
che và in un continuo ricambio di volti nuovi. La cosa simpatica
è che prima e dopo pranzo e cena, ci si ritrova sotto alla
veranda attigua alla sala da pranzo, a parlare, discutere e
scherzare nel più variopinto dei modi, ma sempre con tono
educato. D’altro canto, sotto questa veranda, hanno poggiato e
poggiano tutt'ora le natiche ogni tipo di persona, dal dottore al
manovale, dallo studente all’analfabeta. Sempre però in gioiosa
armonia, ove nessuno è dissociato se non per suo volere. Stamani
dopo che l’amico John mi è venuto a svegliare,
siamo andati in centro (di cosa poi non so) città per comprare
qualcosa, curiosare e farmi un po’ d’esperienza sul come
bisogna comportarsi in questi luoghi. La visita con guida, si è
rivelata ben presto assai educativa. Entrato in un loculo dalla
parvenza di boutique nel provarmi una camicetta e liberatomi del
marsupio cinto intorno alla vita, al momento del pagare, mi sono
accorto che tutto il marsupio con affini, avevano preso il volo.
Tanta meraviglia ma complimenti per il ladro. Voglio solo
ringraziare il mio buon senso per l’aver tolto, dal funesto
involucro la sera prima, tutti quegli oggetti e carte non utili ad
una escursione cittadina. Fatta però eccezione per il passaporto,
la patente di guida italiana e circa 50.000 £ in moneta locale.
Povero Lupem, avevo già speso nei negozi
precedenti. Nel pomeriggio sono andato a fare denuncia alla
polizia con il prezioso John e un nuovo aggregato
siciliano di nome Alessandro (studente in
teologia) ed a cambiare nuovi soldi con la speranza che non vadano
nelle tasche di sconosciuti. Alla polizia si è svolto un fatto
insolito. Dopo aver detto di essere lì per la denuncia di un
furto, è intervenuto un graduato che ci ha raccomandati per farci
sbrigare subito la pratica, nonostante la presenza di ben altra
gente ad aspettare, dicendo: |
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