IL TASSELLO MANCANTE

(L'ultimo bacio)

 

   
         
   

 -1-

   
                 Cara amica,    
   

                    

   
    ti scrivo ascoltando musica di Vivaldi: chiudo per un attimo gli occhi e dinanzi a me...    
         
    Bagliori, lampi di luce che danzano colorati, ora si piegano a terra, lenti e malinconici.    
    Indugiano un po', si fermano, spariscono (ombre simili a uomini) ed ecco balzano di nuovo ad    
    ondeggiare di qua e di lą, vivaci, ma non ancor allegri.    
    Struggente rincorrersi di cupi colori su un palcoscenico chiamato VITA, si alternano a bocche che    
    si aprono e chiudono in timidi sorrisi.    
         
    Nella mia bocca sapore di sale. Lacrime che dagli occhi scendono e incontrano labbra socchiuse    
    hanno il sapore del mare; il colore lucente dei raggi di sole, dorati.    
         
    Lento un uomo trascina un carretto sulla riva di un fiume, al tramonto; torna a casa dopo un giorno    
    lungo e lento di faticoso lavoro. Lo attende qualcuno, forse, o nessuno, chissą.    
       
    Un bambino gioca in un cortile con il suo cane. Lo chiama la mamma:č ora di rientrare, di dire    
    "Ciao" ai fiori, al cielo, al cane, per andare al sicuro, un sicuro dal sapor di minestra.    
         
    Ondeggiano i rami scossi dall'uragano.    
    Nuvoloni si ammassano nel cielo e un temporale si annuncia poco distante.    
    Cade qualche foglia, scossa troppo violentemente e dabbasso tremo dal freddo mentre osservo,    
    immobile, il mutare delle stagioni che si susseguono sempre, nonostante... nonostante tutto.    
       
    Il mare č in tempesta; una zattera viene sballottata e travolta; sopra forse qualcosa, o qualcuno,    
    c'era... non c'č pił.    
         
    Bruscamente si interrompe la musica e con essa la mia triste catena di pensieri, come prosciugata    
    la mia penna non sa pił cosa scrivere, o forse vorrebbe scrivere troppo e cosģ in fretta che le lettere    
    si confondono, si perdono e non le riconosco pił.    
    Il fruscio dello stereo attira la mia attenzione e mi riporta  alla realtą, all'esser al di fuori di me.      
    Devo premere quel tasto e spegnere l'apparecchio; se potessi con quel gesto spegnere anche    
    codesto solleticante dolore!    
         
    Devo salutarti amica mia. Devo tornare ai rumori assordanti e frenetici della vita.    
       
   

Tua fedele, Cecilia.

   
         
         
         
         
 

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