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Cara e fedele amica mia, | ||||
quella notte di gennaio una stella si è spenta per me nel cielo. | ||||
Ora un buco nero è al suo posto, che assorbe le mie energie. | ||||
In burrone scivoloso, di nero petrolio, si immerge e soffoca | ||||
l'anima mia ripescata poi per gioco da chi la ributta lì dentro per | ||||
suo puro diletto. |
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Si inerpica sulle rocce, si graffia, sanguina, lo vedo il mio corpo, | ||||
i vestiti a brandelli, vuole uscire da lì, da quel pozzo nero. | ||||
Pozzo nero... | ||||
<<State attenti, non andate lì>>. | ||||
Lo gridava spesso, lui, e lo aveva recintato perché non ci cadessimo. | ||||
Non lo sa, lui, che ora che non veglia più sui nostri passi, or che la | ||||
su. | ||||
<<Dammi la mano>> urlo <<dimmi che ci sei, anche un sussurro, | ||||
un profumo, una luce! Ti cerco nel silenzio, nel buio, | ||||
nell'odore del tuo cappello, dentro me, ma te ne vai, | ||||
sempre più lontano |
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E allora (che mi rimane da far?) piango. | ||||
Dolente, Cecilia. |
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