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Una Zona franca industriale di libero scambio per Napoli

Si chiama Zona franca industriale di libero scambio (ZFILS) e ha l'obiettivo di rivitalizzare l'economia napoletana, favorendo gli investimenti produttivi e accrescendo le opportunità di occupazione. L'area di riferimento dovrebbe essere quella su cui ricadono tutti gli ambiti del porto di Napoli e la zona industriale orientale della città costellata di aree dismesse e di stabilimenti abbandonati. La Feder Mediterraneo, organizzazione indipendente non governativa membro della Task Force ONG del Consiglio d'Europa, ha messo a punto un progetto organico che verrà presentato nei prossimi giorni. Lo ha fatto sapere il giornalista Franco Nocella, presidente della federazione, che, anticipando le obiezioni di coloro che hanno fino a oggi boicottato ogni forma di zona franca a Napoli, ha affermato che il progetto rientra pienamente nei canoni stabiliti dalle vigenti direttive dell'Unione Europea. L'esponente dei federalisti mediterranei, presentando l'iniziativa, ha ricordto che furono i Borboni i primi a precostituire le condizioni per la creazione di una zona franca a Napoli e a Nisida. Il progetto fu ovviamente affossato dagli occupanti piemontesi. Nel '900 si è cercato per ben due volte di risalire la china e recuperare il terreno perduto: la prima volta nel 1952, quando una legge istituì un punto franco nel porto di Napoli, e la seconda volta nel 1991, quando una seconda legge istituì una zona franca. Né nel primo, né nel secondo caso si è mai passati dalle parole ai fatti. Il compianto on. Angelo Manna sollevò il problema del punto franco con una forte interpellanza, ma la risposta del governo allora in carica  fu il silenzio e l'immobilismo. Per la zona franca sono stati annunziati (e probabilmente finanziati) degli studi di cui non si è mai saputo nulla: per oltre un decennio non si è mossa una virgola. Ora il progetto della Feder Mediterraneo, che Patto per il Sud condivide e sottoscrive integralmente, potrebbe riaprire il discorso.


Ecco la proposta della Feder Mediterraneo

Premesso

-      che l’articolo. 2, comma 1, punto B, e comma 2 della Legge. 202 del 12 luglio 1991 prevede la creazione a Napoli di una zona franca;

-      che la legge n. 75 del 2 febbraio 1952 disponeva la creazione di un punto franco nel porto di Napoli;

-      che durante il Regno delle Due Sicilie fu istituito a Napoli un porto franco, dal punto di vista formale mai soppresso, forse per distrazione,  dai governi succeduti all’occupazione militare del 1860, anche se lasciato decadere per desuetudine;

-      che dopo 142 anni dall’annessione di Napoli al Regno d’Italia, dopo 50 anni dall’approvazione della legge n. 75/1952 e dopo 11 anni dall’approvazione della legge n. 2002/1991 nulla è stato fatto per rendere operativi il porto franco istituito dal governo delle Due Sicilie, il porto franco istituito nel 1952 e la zona franca prevista nel 1991;

la Feder Mediterraneo, organizzazione indipendente non governativa membro della Task Force ONG del Consiglio d’Europa,

-     preso atto del parere positivo espresso dalla Consulta per il Sud istituita a Napoli nel 1996;

-      considerato che l’iniziativa potrà dare un forte impulso alle attività economiche, potrà innescare importanti meccanismi di sviluppo e creare rilevanti opportunità di nuova occupazione,

propone

di dar vita alla “Zona franca industriale di libero scambio” (ZFISL) di Napoli in conformità con le direttive dell’Unione Europea e sulla scia di quanto è stato già fatto per zone in ritardo di sviluppo di altri paesi comunitari.

La Zona franca industriale di libero scambio (ZFILS) di Napoli dovrà avere un'estensione di 350 ettari e comprendere l’intera area portuale e tutta zona tradizionalmente destinata alle attività produttive, attualmente in massima parte dimesse, di Napoli Est. La Zona franca industriale è parte integrante del territorio italiano e, conseguentemente, dell’Unione Europea, ma dovrà avere anche delle caratteristiche particolari che le consentano l’importazione e l' esportazione di beni, d’origine comunitaria, senza alcun tipo di restrizione doganale e d’imposizione fiscale.

La Zona franca industriale di libero scambio, detta anche ZFILS, dovrà essere creata per la gestione di tutte quelle attività che, per loro natura, comportano lo spostamento materiale delle merci. Qualsiasi merce, senza distinzione in ordine alla natura, quantità, origine o destinazione, purché non costituisca un pericolo per la sicurezza nazionale o la salute pubblica, dovrà poter  essere facilmente importata nella zona di libero scambio per essere  trasformata, riparata  o depositata e, in seguito, esportata.

Investitori di tutte le nazionalità, compresi  anche quelli italiani, dovranno poter intraprendere attività nella ZFILS.

Le autorizzazioni per operare dovranno essere rilasciate per un periodo minimo di cinque anni.

Ciascun capannone industriale installato nella Zona franca industriale deve usufruire direttamente di tutti i servizi primari quali la fornitura dell’acqua, dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni ed è allacciato al sistema di fognature.

Inoltre, la ZFILS dovrà mettere a disposizione degli investitori una zona dove depositare temporaneamente gli scarichi di materiale alla rinfusa.

L’aera dove si depositeranno questi materiali dovrà constare di due capannoni con macchinari per l’aspirazione e lo scarico di materiali liquidi e solidi. La parte terminale è fornita di strutture che facilitano l’elevazione e il movimento, tra le quali  una gru mobile ad alta capacità.

All’interno della ZFILS dovranno essere realizzati diversi uffici che supportino le autorità doganali, i servizi di amministrazione ed  il personale.

 

OPERAZIONI CHE POSSONO ESSERE COMPIUTE  ALL’INTERNO DELLA ZONA FRANCA DI NAPOLI

La legislazione attualmente in vigore consente l’esercizio di qualsiasi tipo d’attività industriale e di magazzinaggio, purché non sia un pericolo per la sicurezza nazionale o l’ambiente.

Le operazioni che riguardano prodotti ad alto valore aggiunto e che possono essere esportati via aria, potranno trarre notevoli vantaggi dall’avvalersi della ZFILS, tenuto conto delle procedure doganali e dei benefici fiscali. La conferma di ciò si ha nella grande varietà di attività che già si svolgono nella zona franca di Madeira (Portogallo, Unione Europea), che ha le stesse caratteristiche di quella che la Feder Mediterraneo propone di istituire a Napoli, quali l’assemblaggio di parti di computer, di apparecchiature elettriche, di materiale plastico, di prodotti alimentari, di tabacco, di materiale da pesca e di prodotti per la pulizia.

 

INCENTIVI  E VANTAGGI

La Zona di libero scambio di Napoli dovrà offrire una vasta gamma d’incentivi fiscali e doganali completamente diversi da quelli d’ogni altra analoga zona industriale. A Napoli dovranno trovare grandi vantaggi le società che intendono operare all’interno del mercato unico dell’Unione Europea usufruendo di costi ridotti e d’importanti agevolazioni fiscali.

Tra tutti gli incentivi da assicurare nella ZFILS di Napoli si segnalano i seguenti:

·       Totale esenzione dall’imposta sui redditi e sui dividendi per 15 anni dall’attivazione della zona franca per le società costitute entro l’anno i istituzione della ZFILS.

·       L’appartenenza di Napoli a un paese membro dell’Unione Europea,  la qual cosa  significa che il valore aggiunto nel processo di manifatturazione all’interno della ZFILS, con l’utilizzo di materiali o componenti grezzi provenienti dalla Unione Europea, essendo considerato di origine comunitaria non è sottoposto a IVA ai sensi della lettera a dell’art. 14 del RITI (regime dell’IVA nelle transazioni intracomunitarie). Inoltre, per i prodotti finiti si dovranno poter pagare le tasse doganali per l’importazione soltanto per la parte di plusvalore incorporato di materiali di origine non comunitaria.

·       La possibilità di essere esentati dal pagamento delle tasse doganali d’importazione su materiali e componenti non d’origine comunitaria incorporati nel prodotto finito, se quest’ultimo è commercializzato all’interno del mercato unico dell’Unione Europea ai sensi del regolamento del Consiglio dell’Unione Europea 122/96 del 26 gennaio e conseguente regolamento della Commissione Europea 1482/97 del 28 luglio, approvati specificatamente per la Zona franca industriale di libero scambio di Napoli.

·       La competitività dei costi.

La ZFILS di Napoli dovrà avere, inoltre, altre caratteristiche che potranno diventare importanti fattori di competitività:

·       La posizione geografica di Napoli al centro del bacino del Mediterraneo che permette di accedere facilmente nei mercati europei, africani e asiatici.

·       La stabilità politica ed economica.

·       I moderni mezzi di telecomunicazione.

·       Un clima eccellente senza grandi variazioni di temperatura nel corso dell’anno.   

 

LA DOGANA NELLA ZONA FRANCA

I prodotti finiti realizzati nella ZFILS dovranno acquisire origine italiana se saranno state osservate le regole comunitarie sull’origine. La regola generale che determina il paese di origine di un manufatto è contenuta nel Capitolo 2 del regolamento del Consiglio dell’Unione Europea 2913/92. Tuttavia, alcune industrie, come quelle tessili, di calzature, di attrezzature audio e video, sono soggette a specifiche regole sull’origine.

Nei paragrafi seguenti verranno messe in evidenza le procedure doganali e le formalità applicabili ai materiali e componenti grezzi importati nella Zona Industriale di libero scambio di Napoli, nonché ai prodotti finiti risultanti dal processo di manifatturazione.

Si fa notare che, in osservanza al Regolamento del Consiglio dell’Unione Europea n. 122/96 del 26 gennaio ed al successivo Regolamento della Commissione n. 1482/97 del 28 luglio, alcuni materiali e componenti grezzi non di origine comunitaria, elencati nel Regolamento della Commissione ora citato, sono totalmente esenti da tasse di importazione nell’Unione Europea, purché subiscano una trasformazione all’interno della Zona di Libero Scambio in ossequio alle regole comunitarie sulla origine.

Nel caso in cui non trovino applicazione le norme di cui ai precedenti Regolamenti, i diritti d' importazione si applicherebbero soltanto nei confronti di materiali e componenti non di origine comunitaria che siano stati incorporati.

 

L' AUTORIZZAZIONE PER OPERARE

La legge istitutiva dovrà disporre che le società che intenderanno operare nella Zona industriale di libero scambio di Napoli dovranno presentare alla Regione Campania una richiesta formale in doppia copia, da indirizzare all’Assessorato alle attività produttive, che dovrà includere le seguenti informazioni:

a)     Il nome della società e l’indirizzo del richiedente.

b)     La natura dell’industria e i tipi di bene che essa produce.

c)     L’area in cui la società intende operare, comprensiva di una mappa topografica e di una piantina dei locali e delle strade di accesso.

d)     L’indicazione della capacità di produzione di ciascuna unità industriale.

e)     Una descrizione sommaria delle tecnologie di produzione ed una lista delle  apparecchiature principali che s'intendono adibire all'esercizio dell'impresa.

f)      Il valore totale degli investimenti e delle risorse finanziarie.

g)     Il tempo occorrente per l’installazione e l’avvio dell’impresa.

h)     L’indicazione dei posti di lavoro da creare.

i)      Gli elementi delle facilitazioni sul trattamento degli scarichi, ove necessario.

L’istanza per ottenere la licenza dovrà essere presentata dal richiedente in nome proprio o in nome della società. Nel caso in cui la richiesta venga accolta, l'autorizzazione è rilasciata nei confronti della società una volta che il richiedente abbia dato prova dell’avvenuta costituzione e registrazione della società stessa. Tutti i documenti allegati all’istanza devono essere tradotti in italiano e legalizzati.

Il richiedente dovrà versare una tassa di 2000 euro in favore dell’amministrazione della ZFILS di Napoli.

La tassa annuale dovrà essere calcolata avendo riguardo all’area richiesta. Per il  primo anno dovrà essere pagata al momento del rilascio della licenza, per gli anni successivi nel mese di gennaio.

Per un appezzamento di terra munito di infrastrutture l’ammontare dovuto sarà determinato sulla base di 15 euro per metro quadrato per anno.

In via alternativa, se l’investitore richiederà un modulo industriale in un edificio della ZFILS di Napoli, la tassa annuale sarà determinata avendo riguardo ai prezzi di mercato correnti.

Al fine di garantire la disponibilità dell’area scelta all’interno della ZFILS, occorrerà presentare alla all’amministrazione della zona franca una richiesta formale di prenotazione con contestuale pagamento di una somma pari a 1 euro per metro quadrato per mese, se la prenotazione si riferirà a un appezzamento di terra, oppure di 3 per metro quadrato per mese, se la prenotazione si riferirà a un modulo.

Il periodo della prenotazione non potrà superare i 2 mesi. Tuttavia, nel caso in cui si verificassero circostanze particolari e giustificabili, la prenotazione potrà essere autorizzata per un ulteriore periodo di due mesi. Ciascun ammontare sarà dedotto dalla tassa annuale relativa al primo anno di attività all’interno della ZFILS.

Se la richiesta per ottenere la licenza non fosse presentata durante il periodo di prenotazione oppure se la licenza in questione non fosse rilasciata per fatto imputabile al richiedente stesso, quest’ultimo non potrà ottenere il rimborso di quanto versato per la prenotazione.

Una volta che sia stata rilasciata la licenza, colui che ne usufruirebbe dovrebbe prestare una garanzia nei confronti dell’amministrazione della zona franca. per il puntuale rispetto di tutte le obbligazioni assunte. La Regione Campania determinerebbe il valore di tale garanzia.

La licenza dovrebbe essere revocata nel caso in cui il richiedente venisse meno alle obbligazioni assunte.

Le società dovrebbero tenere dei libri contabili sul modello dei libri contabili standard internazionali.

Per acquistare la personalità giuridica occorre avvalersi dell’ausilio e delle prestazioni di una società di gestione o di un avvocato che abbiano la padronanza completa della procedura da rispettare. Per accelerare il processo di incorporazione delle società, Napoli dovrà fornirsi di un proprio Ufficio del Registro degli Atti Privati. Per il momento in attesa di decisioni della Unione Europea non possono essere costituite nuove società.  

 

NORMATIVA SUL LAVORO E COSTO DELLA MANODOPERA

La settimana lavorativa è di un massimo di 40 ore lavorative. La domenica è giornata di riposo. Gli impiegati hanno diritto a 22 giorni di ferie all’anno, più 14 giorni di feste nazionali e religiose, nonché permessi per malattia e maternità. I salari variano da industria ad industria. Gli straordinari sono pagati al 150% per la prima ora e al 170% per quelle successive. Gli straordinari prestati durante i giorni di ferie sono pagati al 200%. Dovranno essere consentiti contratti a tempo determinato della durata di 6 mesi, rinnovabili, a richiesta del lavoratore, per un massimo di 2 anni, al termine dei quali o dovrà essere sottoscritto un contratto a tempo indeterminato oppure si dovrà procedere al licenziamento. Le negoziazioni sulle paghe vengono effettuate dalle associazioni sindacali di entrambe le parti contraenti, lavoratori e datore di lavoro. 

PREVIDENZA SOCIALE

Per quanto riguarda la previdenza sociale nella ZFILS di Napoli ci si uniformerà alla direttiva emanata in materia dall’Unione Europea.  I relativi contributi dovranno essere obbligatori per tutti gli impiegati, tranne che per i non residenti che siano soggetti nel loro paese di origine a uno specifico sistema di previdenza sociale. La ritenuta mensile, calcolata sulla base del salario, è del 23,75% per il datore di lavoro e dell’11% per l’impiegato. In aggiunta agli incentivi esistenti, come quelli in favore delle società che assumono personale al primo impiego, il datore di lavoro che ha ottenuto al licenza ad operare all’interno della ZFILS dovrà  beneficiare anche di un’esenzione dalle ritenute per la previdenza sociale con riferimento ad impiegati al di sotto dei 22 ani di età.  


Statuto fiscale autonomo: subito i tagli per il Sud

“Osservo che per il governo Berlusconi il Sud non è ancor una vera priorità, come, invece, dovrebbe essere. Per la riforma fiscale, per esempio, i tempi vanno ridotti al massimo. Noi chiediamo di partire prima dal Mezzogiorno e poi di estendere i tagli fiscali al resto del paese. Anche perché vedo che le risorse a disposizione sono limitate”. A parlare così è Francesco Rosario Averna, consigliere incaricato dalla Confindustria per il Mezzogiorno. A chi gli ha ricordato che una soluzione simile per l’IRPEG è già stata respinta dall’Unione Europea, Averna ha risposto: “Ho parlato personalmente con funzionari di Bruxelles, che mi hanno detto che quella proposta, così come era stata presentato, non poteva che essere bocciata. Il governo Amato mandò un ministro, senza crederci troppo. Ora chiediamo a Berlusconi di impegnarsi in prima persona, perché questa battaglia segnerebbe un punto a favore del Sud”. “Siamo curiosi di vedere se ed, eventualmente, come il presidente Berlusconi risponderà all’appello lanciato dal consigliere incaricato dalla Confindustria per il Mezzogiorno”, ha dichiarato Pietro Ferro, esprimendo il punto di vista della Consulta per il Sud, “abbiamo il timore che le aspettative di Francesco Rosario Averna potrebbero andare deluse. Noi siamo d’accordo per i tagli fiscali necessari a dare ossigeno all’economia meridionale, anche se crediamo che al posto di iniziative parziali ed estemporaneo sia necessario pensare a uno Statuto fiscale autonomo per le regioni comprese fra gli Abruzzi e la Sicilia, che preveda regimi fiscali agevolati, una forte riduzione dell’IVA e una fitta rete di zone franche industriali di libero scambio sulla base di modelli già realizzati in paesi aderenti all’Unione Europea”.


 

Unità d'Italia: nascita di una colonia

Rileggiamo la storia del Sud con lo scrittore calabrese Nicola Zitara


 

Ai popolani di Napoli che nelle oneste giornate del luglio 1547, laceri, male armati, soli d'Italia, francamente pugnando nelle vie, dalle case, contro le migliori truppe d'Europa, tennero da se lontano l'obbrobrio della inquisizione spagnola imposta da un imperatore fiammingo e da un papa italiano, provando ancora una volta che il servaggio è male volontario di popolo ed è colpa de' servi, più che dei padroni.

Lapide esposta all'ingresso della Certosa di San Martino, a Napoli

 

 

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Aggiornato il: 18 gennaio 2003

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