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Fonti rinnovabili per la rinascita del Mezzogiorno

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Le fonti energetiche rinnovabili per la rinascita del Mezzogiorno

Da uno studio effettuato nell’ambito del Progetto Finalizzato Energetica,  si valuta che, nell’Italia centro-meridionale e nelle isole, esistano circa 2 milioni di ettari di terreni abbandonati dall’agricoltura convenzionale per insussistenza di reddito agrario. Ciò corrisponde a un’area complessiva inutilizzata pari al 6,7% del territorio nazionale. La localizzazione di questi terreni è posta in zone pedemontane, di pianura e di collina, tutte dotate di una certa facilità di accesso in quanto si tratta pur sempre di terreni già coltivati. Le condizioni pedoclimatiche sono idonee alla coltivazione di essenze legnose quali Robinia, Ginestra, ed Eucalipto.

Nel caso di coltivazioni di biomasse energetiche di tali 2 milioni di ettari vi sarebbe la possibilità di ottenere almeno 8 Mtep di energia primaria (in termini di potere calorifico inferiore della biomassa).

Anche il potenziale eolico del Mezzogiorno è particolarmente rilevante: l’energia eolica è disponibile soprattutto lungo il crinale appenninico, e già oggi sono in corso progetti per la realizzazione di quasi 500 MW nel solo Appennino apulo-campano. Ulteriori iniziative per la realizzazione di oltre 1000 MW in regioni meridionali sono state presentate all’ENEL. Anche in questo caso, gran parte delle iniziative riguardano siti a bassa densità di abitanti e interessati, negli ultimi decenni, a progressivo spopolamento.

L’energia solare è particolarmente abbondante al Sud, riscontrandosi una radiazione al suolo su superficie orizzontale di almeno 1500-1700 kWh/m2 all’anno: essa costituisce una importante risorsa per la produzione di calore ed elettricità.

A fronte di questo potenziale, il Mezzogiorno d’Italia si presenta fortemente deficitario in termini energetici: il consumo di energia elettrica supera mediamente di circa il 17% la produzione, portando in alcuni casi il deficit della produzione rispetto alla richiesta a valori di circa il 70 % (Basilicata) ed oltre l’80 % (Campania).

In prospettiva, si può pensare a un processo di graduale sfruttamento integrato di queste tre fonti, mediante la “coltivazione” del giacimento misto eolico-fotovoltaico-biomasse.

Molte zone del Mezzogiorno, poi, sono interessate a situazioni di degrado e dissesto, cui certamente ha contribuito anche il processo di spopolamento e abbandono dei terreni sopra richiamato.

Il recupero produttivo a fini energetici di queste aree potrebbe essere anche un’occasione per migliorare il presidio, la manutenzione e la tutela del territorio, contrastandone il degrado, e fornire strumenti produttivi per occupazione.

Alcune stime preliminari sugli effetti occupazionali di una politica di tutela e salvaguardia del territorio accompagnata da impiego energetico e industriale della biomasse, riguardanti un territorio di circa 1 milione di ettari, forniscono valori dell’ordine delle decine di migliaia di occupati.

Nel Mezzogiorno, poi, sono ubicate numerose strutture che operano nel settore delle rinnovabili: il Centro ENEA di Portici, che si occupa, tra l’altro, di tecnologie fotovoltaiche; il Centro ENEA della Trisaia, ove si rinvengono competenze e strutture su biomasse e solare termico, il Centro ENEA di Manfredonia, dedicato ai sistemi fotovoltaici, i Centri ENEL di Serre e di Vulcano per il fotovoltaico, di Frosolone e dell’Alta Nurra per l’eolico, la sede della Conphoebus a Catania, nonché numerosi Centri del CNR e Università con competenze utili allo scopo.

Quanto sopra rende interessante il lancio di progetto strategico per lo sfruttamento del potenziale rinnovabile del Mezzogiorno, capace, contestualmente, di attivare una migliore tutela del territorio e stabili e produttive occasioni occupazionali.

Il progetto potrebbe vedere il coinvolgimento di organismi come Sviluppo Italia, delle Regioni, degli organismi competenti in materia di agricoltura, foreste e tutela del territorio, con il supporto tecnico, per gli aspetti più strettamente energetici, delle sopra citate strutture tecniche, tra loro organicamente raccordate.

Una occasione da sfruttare al meglio per la concretizzazione di siffatte prospettive è la programmazione dei fondi strutturali 2000-2006 per le aree dell'obiettivo 1. Si è già accennato al fatto che il tavolo settoriale energia, presieduto dal Ministero dell'industria, ha elaborato una proposta per il supporto alla realizzazione di 2000 MW elettrici e 2000 MW termici. Vanno inoltre colte le opportunità collaterali offerte da altri settori, quali agricoltura, formazione e ricerca. Si auspica che le Regioni, in modo sinergico e coerente, vedano nelle rinnovabili uno strumento nuovo ed efficace per perseguire sviluppo, tutela dell'ambiente e occupazione. Un fondamentale supporto alla attuazione coerente dei progetti può essere, eventualmente, l'agenzia di cui si è parlato al paragrafo 4.1.

Un secondo esempio di iniziativa attuativa consiste nel collegare i laboratori e dei centri ubicati nel Mezzogiorno, precedentemente elencati, in modo da costituire una rete per la qualificazione e la certificazione, nonché per il supporto ad iniziative di formazione professionale, al servizio di Regioni e operatori imprenditoriali.

 


Idee per l'estensione e ammodernamento delle "reti" nel Sud

La ricostruzione della prima locomotiva italiana (Bayard) esposta al Museo ferroviario di Pietrarsa (Napoli)

Il Sud va visto al centro di possibili nuove convenienze geopolitiche, economiche e culturali, come avamposto dell'Italia e dell'Europa nel Mediterraneo (Cassano) il dopo guerra fredda ha restituito centralità economica e geopolitica al Mediterraneo; (Caracciolo): tale centralità va trasformata in concrete occasioni di impresa e di occupazione. I Balcani rappresentano una grande opportunità di scambi di tecnologie, di merci e di capitali per il Sud. Vi sono rischi non indifferenti: va contrastata l'internazionalizzazione del crimine; va impedita la saldatura transadriatica delle mafie. Il rafforzamento di flussi di capitale umano e di cultura con il resto del mondo appare propedeutico al radicamento di flussi di carattere economico.

La circolazione delle idee e delle culture può preparare ed incentivare i flussi economici. Potrebbero essere varati progetti di cooperazione culturale intermediterranea, anche attraverso la creazione nel Mezzogiorno di istituzioni di eccellenza (Cassano) con un forte taglio internazionalistico. Tali istituzioni potrebbero essere in parte destinate, con un 'operazione strategica per l 'intero paese, alla formazione delle elites politico-amministrative dei paesi delle altre sponde, a cominciare dai Balcani (Caracciolo). La mobilità del capitale umano è centrale. 

Appare opportuno incentivare forme di mobilità verso il Mezzogiorno, da parte di meridionali già emigrati, spesso portatori di conoscenze tecniche e professionali di alto livello; tali misure appaiono più verosimili verso soggetti all 'inizio o alla fine della propria carriera professionale. L'enorme risorsa rappresentata dai meridionali fuori dal Mezzogiorno, specie all 'estero, può essere valorizzata con apposite misure che sfruttino le straordinarie potenzialità dei collegamenti telematici: dai meridionali all'estero possono venire informazioni, finanziamenti, opportunità di mercato.

Lo stato di molte reti di collegamento del Mezzogiorno è tale da richiedere, non interventi correttivi e migliorativi, ma di profondo ristrutturazione (Graziani). Il corridoio di trasporto tirrenico Palermo-Napoli è oggi servito in modo deplorevole: il collegamento autostradale e ferroviario tirrenico rappresenta una priorità, verificando poi, attraverso una realistica simulazione dei traffici l'eventuale impatto del Ponte sullo Stretto (Campos Venuti). Per sfruttare i flussi commerciali che vanno straordinariamente aumentando sullo scacchiere europeo da Nord Ovest verso Sud e SudEst appare cruciale un'efficiente macroinfrastruttura di trasporto adriatica, in connessione con i progetti allo studio nell'Europa centrale ed Orientale ed in coerenza con gli studi di fattibilità già predisposti per il Corridoio Adriatico in sede UE (Carboni). il perseguimento del progetto Corridoio Adriatico suggerisce nelle regioni interessate adeguati programmi a sostegno dell'integrazione e coesione interna: potrebbero essere immaginate misure, del tipo Interreg, in attuazione delle indicazioni programmatiche regionali già emerse (Carboni).

Una linea di intervento, gestionale ed infrastrutturale, di particolare interesse nel settore ferroviario potrebbe riguardare i corridoi individuati in sede europea come assi liberalizzati per le merci ("corridoi di Kinnock". Brennero-Brindisi e Chiasso-Gioia Tauro) (Ponti), ovvero l'integrazione della rete ferroviaria e del trasporto intermodale con i porti del Mezzogiorno, sia nelle direttrici Nord-Sud adriatico-jonica e tirrenica che in nuovi collegamenti trasversali tra i porti del Tirreno e quelli di lonio ed Adriatico (Cappellin).


ABRUZZO

La regione Abruzzo mira a costruire un moderno sistema di trasporti, sviluppando le strutture nodali regionali (interporto di Pescara-Manoppello e autoporti regionali) e migliorando i collegamenti alla grande rete infrastrutturale nel quadro del progetto "Corridoio Adriatico". Mira altresì a completare ed adeguare la rete viaria strategica nazionale (collegamento con A24, SS87, SS17, Teramo-mare, asse vestino, Fondo valli Sangro e Trigno).

 


MOLISE

 

La regione Molise intende costruire un sistema di trasporti e di collegamenti moderno ed integrato, inserendo pienamente la regione nel Corridoio Adriatico. In questo ambito riveste centralità il collegamento, stradale e ferroviario, Termoli-Venafro. Si mira ad ammodernare la Fondovalle del Biferno e a migliorare la SS87; sull'altro versante , a collegare la variante di Venafro con la A1. Nella logica del collegamento Tirreno-Adriatico si pongono le realizzazioni di un nuovo asse di collegamento Roma-Molise-Puglia ed il Traforo del Matese, da perseguirsi mediante intese con le regioni interessate. La regione mira anche al completamento dell'interporto e al miglioramento del porto commerciale di Termoli.

 

 


 

CAMPANIA

 

 

La regione Campania mira a realizzare un grande nodo infrastrutturale del sistema plurimodale tirrenico che comprenda oltre agli aeroporti (cfr. infra) il raddoppio della linea ferroviaria Caserta-Foggia, il potenziamento dei sistemi portuali di Napoli e Salerno, la realizzazione della terza corsia della Salerno-Reggio Calabria, il potenziamento degli interporti di Nola e Marcianise-Maddaloni.

 

 

 


 

PUGLIA

 

 

 

La regione Puglia mira a favorire interventi in funzione del progetto del Corridoio Adriatico, che riguarda potenziamenti stradali, autostradali, ferroviari, dei porti e degli interporti (con particolare riferimento al collegamento con l'area di Taranto). Gli interventi individuati dal Piano regionale Trasporti riguardano i completamenti dei raddoppi della Bari-Lecce e della Bari-Taranto; l'elettrificazione della Taranto-Brindisi, la velocizzazione della Roma-Bari, la ristrutturazione del nodo di Bari. La programmazione ha individuato tre interporti (Bari, ionico-salentino, Cerignola); e la regione ha definito un sistema integrato di porti turistici, di stazionamento e di transito.

 

 

 


 

BASILICATA

 

 

La regione Basilicata intende realizzare i completamenti delle grandi direttrici di livello interregionale (Materano-Melfese, SS Bradanica, SS Ionica). il raddoppio di carreggiata della Potenza-Melfi-Candela rappresenterebbe il collegamento diretto e più breve tra la costiera tirrenica calabra e l'autostrada adriatica, a nord della Puglia. La regione Basilicata intende realizzare una stretta integrazione con le reti transnazionali (Corridoio Adriatico), anche attraverso il completamento della tratta ferroviaria Ferrandina-Matera e l'interconnessione con la linea Gioia del Colle-Foggia.

 

 


 

CALABRIA

 

 

La regione Calabria intende sviluppare le strutture nodali regionali, con il completamento dell'interporto di Gioia Tauro e dell'asse di collegamento all'autostrada, e con la realizzazione della banchina Ovest del porto di Gioia Tauro. Migliorare la funzionalità dei grandi assi di trasporto (Salerno-Reggio Calabria, SS 106; Ponte sullo Stretto), sviluppare le strutture di collegamento ferroviario lungo gli assi.

 

 


 

SICILIA

 

 

La regione Sicilia ha come obiettivi specifici il miglioramento della rete viaria tra i nodi urbani, il completamento del sistema autostradale riferito al corridoio plurimodale tirrenico-ionico; il completamento del raddoppio delle dorsali ferroviarie del corridoio plurimodale tirrenico-ionico; il potenziamento infrastrutturale e ottimizzazione della logistica del sistema portuale. Le idee-programma prioritarie riguardano il completamento dell'autostrada Palermo- Messina e la prosecuzione fino a Gela della tratta Catania-Siracusa.

 


 

TRASPORTO TERRESTRE

 

 

 

La Direzione Generale del Coordinamento Territoriale del Ministero dei Lavori Pubblici mira, per quanto riguarda le infrastrutture per la viabilità, a garantire la corretta funzionalità di rete per le grandi direttrici del traffico nazionale, con la formazione di un telaio equilibrato e in grado di assicurare la interconnessione dei nodi e delle reti. Pertanto mira a: innovare i metodi gestionali, garantendo il "mantenimento in vita" delle infrastrutture e accrescendone la "capacità di servizio"; a produrre infrastrutture secondarie connesse a quelle principali, derivando dalla rete principale nuove forme di innervazione del territorio; a connettere le infrastrutture con le attività economiche che da esse derivino grande utilità (costruendole in funzione della domanda, incentivando sistemi integrati, riqualificando l'esistente). A tal fine individua le seguenti priorità: SS106 (Metaponto-Nova Siri e Roseto Capo Spulico-Palizzi); Bradanico-Salentina (Matera-Leonessa e Matera-Taranto); Fondovalle Sauro: (Corleto P.-SP Camastra); SS95; A1-A14 (Caianello-Benevento e San Vittore-Terrnoli); Benevento-Foggia (Benevento-S.B. in Galdo); Formia-Napoli (Garigliano-Mondragone); SS96 (Matera-Bari); SS131 (Cagliari-Sassari); SS127 (Tempio-Olbia); SS597 (Sassari-Olbia); SS117 (S.S. di Camastra-Gela); SS114 (Catania-Siracusa); Palermo-Agrigento; Siracusa-Castelvetrano.

Il Ministero dei Trasporti ritiene che debbano essere potenziate le dorsali ferroviarie tirrenica (Napoli-R.Calabria) ed adriatica (Lecce-Pescara); le trasversali Napoli-Bari-Taranto, Napoli-Potenza-Taranto, Bari-Gioia Tauro e Palermo-Siracusa; la linea ionica ed il collegamento Bari-Taranto. Propone altresì il potenziamento dei nodi di Napoli, Bari, Reggio Calabria-Messina e Palermo.

Il Ministero dei Trasporti propone il potenziamento (anche attraverso una rete telematica) dei seguenti interporti: Cagliari, Palermo, Catania, Area ionico-salentina, Tito, Pontecagnano, Termoli, Gioia Tauro, Nola-Marcianise.

Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno propone misure per l'implementazione tecnologica del dispositivo di controllo del territorio applicato alla rete autostradale e ai grandi assi viari del Mezzogiorno; interventi correlati alla sicurezza (controllo del traffico e prevenzione) in specifiche aree ad elevata condensazione criminosa; adeguamento degli standard di sicurezza sulla rete ferroviaria; introduzione del sistema radiomobile di comunicazioni secondo lo standard comunitario "Tetra 25" fra Forze di Polizia, aziende e vettori commerciali; metodologie di prevenzione dei fenomeni criminosi sulle arterie telematiche; relativi programmi di qualificazione specialistica.

 

 


 

TRASPORTO MARITTIMO

 

 

La Direzione generale per le Opere Marittime del Ministero dei Lavori Pubblici ha individuato le esigenze più immediate ed urgenti per il Sistema portuale nazionale.

Il potenziamento della rete di trasporti marittimi ed aerei che fa perno sul Sud è decisivo. Essi possono tra l'altro consentire progetti di sviluppo turistico a scala mediterranea, inserendo ad esempio Puglia o Sicilia al centro di circuiti con regioni limitrofe al di là del mare (Caracciolo). Per sfuggire all 'intasamento e alla complessità del trasporto su terra potrebbero trovare assai maggiore sfruttamento le due direttrici di trasporto marittimo, Adriatica e Tirrenica (L. Barca). I collegamenti aerei sono decisivi per l'economia del Mezzogiorno: sono il veicolo dei collegamenti d'affari, del turismo, della cultura. 

 

 


 

TRASPORTO AEREO

 

 

 

il collegamento aereo rappresenta forse la modalità di servizio con il miglior rapporto costo/qualità per le aree periferiche del paese (Boitani). il livello della domanda, le sue tendenze recenti e la progressiva liberalizzazione del settore lasciano prevedere notevoli sviluppi del traffico aereo da/per il Mezzogiorno (specie "point to point"). Grandi potenzialità appaiono anche nei collegamenti aerei a scala interregionale nel Mezzogiorno (Cappellin), che appaiono coerenti anche con gli obiettivi di sviluppo turistico. Appare fondamentale che le risorse pubbliche stimolino ed incentivino questi sviluppi. Paiono opportuni investimenti per migliorare l'attuale sicurezza delle piste (Boitani). Una seconda linea di intervento, più innovativa, può invece puntare (coerentemente quanto previsto con il Regolamento 2408/92 dell'UE) al sostegno della domanda di servizi aerei. per ampliare il mercato e aumentare la convenienza degli operatori. Tale intervento, non distorsivo della concorrenza, potrebbe assumere le vesti di un sussidio 'fixedprice" o, al limite, crescente al decrescere della tariffa piena (per incentivare le riduzioni tariffarie). Una terza linea di intervento può mirare a creare una rete di collegamenti rapidi con i principali bacini di utenza degli aeroporti meridionali, con modalità differenziate a seconda della dimensione dei flussi di utenza, delle caratteristiche del territorio e delle distanze dagli aeroporti (Boitani).

La regione Campania mira al potenziamento degli aeroporti di Capodiclimo e Pontecagnano, oltre che alla realizzazione dello scalo di Grazzanise.

La regione Puglia intende potenziare ed adeguare gli aeroporti di Bari e Brindisi (con valenza nazionale ed internazionale) e di Foggia e Grottaglie (con valenza interregionale).

La regione Calabria intende completare l'aeroporto di Lamezia Terme e migliorare quelli di Reggio Calabria e Crotone.

La regione Sicilia ha come obiettivo il potenziamento infrastrutturale e l'organizzazione della logistica del sistema aeroportuale.

Il Ministero dei Trasporti propone una idea-programma relativa al collegamento veloce città-aeroporto a Bari, Cagliari, Catania, Palermo, Reggio Calabria; razionalizzazione, potenziamento e sviluppo degli aeroporti a prevalente interesse regionale; razionalizzazione, potenziamento e sviluppo di infrastrutture dedicate al trattamento delle merci con priorità per le merci aviocamionabili.

 

 


 

TELECOMUNICAZIONI

 

 

Interventi di cablatura (se necessari) e, soprattutto, disponibilità di servizi per l'effettivo utilizzo delle reti rappresentano azioni al confine tra il tradizionale servizio pubblico e il moderno business privato che possono rendere effettivo l'inserimento nell'economia globale (D 'Antonio, Vaciago). Gli effetti territoriali delle trasformazioni in corso possono essere significative, con incentivi al mercato ad offrire maggiori e migliori servizi laddove vi sono forti concentrazioni di domanda. Le trasformazioni del settore determinano oggi, non semplici questioni per le politiche pubbliche, relativamente ai soggetti dell'azione pubblica, alle condizioni di accesso, alla tutela della concorrenza fra gli operatori nei diversi segmenti

Pare opportuno che il focus dell'azione di programmazione si sposti dal solo sostegno alla fornitura di tecnologie alla creazione di condizioni di attrattività e di valori d'uso per la domanda (Capitani). A tale fine si potrebbe considerare di favorire l'affermazione nelle aree di sviluppo del Mezzogiorno di intermediari telematici che consentano ai clienti, cittadini e imprese, un effettivo accesso alle informazioni disponibili sulle reti (L. Barca). Potrebbe essere utile identificare tipologie ricorrenti di servizi urbani e locali, e tipologie ricorrenti di servizi innovativi e incrociarle producendo una matrice servizi/mercati che costituisca uno strumento di riferimento e di orientamento per tutte le iniziative che possono essere programmate dagli Enti Locali. Un simile strumento potrebbe consentire tra l'altro di creare un Piano Direttore per l'attivazione di nuovi servizi per ottenere significative economie di scala e per uniformare senza omologare le diverse esperienze. Potrebbe essere realizzata una utile banca dati delle best practices che ne favorisca il trasferimento. A riguardo vanno tenute in considerazione le esperienze europee nell'ambito della DGXIII (Capitani).

Particolare impegno va posto nel consentire il pieno sfruttamento delle nuove possibilità di collegamento da parte delle nuove possibilità di collegamento da parte delle Amministrazioni pubbliche. Le nuove tecnologie messe a disposizione del progetto della Rete unitaria della Pubblica Amministrazione consentono una riorganizzazione delle Amministrazioni e la messa in uso di sistemi informativi in molteplici aree: le informazioni sul Catasto e in genere sul territorio; il sistema informativo sanitario; i servizi anagrafici: il sistema informativo lavoro (cfr. infra}; le informazioni integrate sul sistema dei trasporti (Rey).

Le regione Puglia intende sviluppare un sistema di reti telematiche a supporto della produzione, migliorando contestualmente le dotazioni in provincia di Foggia.

La regione Sardegna mira, come detto, all'attuazione del Piano telematico regionale.

Il Ministero delle Comunicazioni ha predisposto una serie di idee programma miranti alle priorità da esso individuate: alfabetizzazione e formazione; diffusione delle tecnologie e dei servizi; accesso alle reti; standardizzazione delle procedure amministrative pubbliche. Una idea-programma riguarda il potenziamento del commercio elettronico; ad essa si affianca un'idea-programma relativa ad una mostra delle applicazioni informatiche e di telecomunicazioni per presentare e vendere prodotti specifici.

Per tutte le reti, per quelle di collegamento di lunga distanza appena descritte come per quelle idriche o energetiche considerate con riguardo al primo asse, accanto alla realizzazione di investimenti appropriati è indispensabile anche un assetto di regolazione che stimoli la concorrenza nella produzione dei servizi che da quelle reti si ottengono: solo in questo modo è possibile conseguire i risultati desiderati della stessa politica di investimento. A tale riguardo è necessario sostituire nella massima misura possibile la pratica dell'andamento diretto con meccanismi di gara: identificando i confini effettivi del monopolio naturale; stabilendo con rigore la lunghezza delle concessioni, costituendo una normativa di transizione che porti in tempi ragionevoli a un sistema generalizzato di gare ma che ponga tutti gli operatori su di un piede di effettiva parità di condizioni di partenza. Occorre poi delimitare correttamente i segmenti di rete a cui applicare i regimi di prezzo e diffondere la metodologia di price cap (De Vincenti).

 

 

 

Unità d'Italia: nascita di una colonia

Rileggiamo la storia del Sud con lo scrittore calabrese Nicola Zitara


 

Ai popolani di Napoli che nelle oneste giornate del luglio 1547, laceri, male armati, soli d'Italia, francamente pugnando nelle vie, dalle case, contro le migliori truppe d'Europa, tennero da se lontano l'obbrobrio della inquisizione spagnola imposta da un imperatore fiammingo e da un papa italiano, provando ancora una volta che il servaggio è male volontario di popolo ed è colpa de' servi, più che dei padroni.

Lapide esposta all'ingresso della Certosa di San Martino, a Napoli

 

 

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Aggiornato il: 18 gennaio 2003

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