Questa sezione è dedicata alle frequently asked questions, cioè alle domande formulate più spesso sul Mah Jong. Quasi tutti gli argomenti trattati sono già stati discussi nelle altre sezioni, ma qui vengono sintetizzati in forma di domanda e risposta. Per leggere gli argomenti cliccare su ciascuna domanda: sotto quest'ultima comparirà il testo della relativa risposta; per ricomprimerlo basta cliccare nuovamente sulla domanda.
No, sono molto diversi. Il videogioco usa le stesse tessere del gioco da tavolo, ma trattandosi di un solitario, la sua struttura è completamente differente; al "vero" Mah Jong, che si gioca seduti a un tavolo, prendono parte quattro persone. Ha indubbiamente un certo grado di complessità, ma è molto meno difficile di quanto possa sembrare a prima vista. Se assistiti da un giocatore già esperto, è possibile imparare a giocare in meno di mezz'ora. I giochi di carte occidentali più simili al Mah Jong sono la Scala Quaranta e il Gin Rummy. Le regole differiscono in vari punti, ma il principio generale su cui è basato è lo stesso: formare combinazioni sostituendo i propri pezzi con altri scartati o pescati a caso, per poter chiudere la mano prima degli altri giocatori. Nelle edizioni europee sono solitamente 144, ma nelle edizioni orientali e americane possono esservi pezzi aggiuntivi che portano il totale a un numero variamente più alto, da 148 fino a 162. Esistono molte varianti e sottovarianti, ma tutte basate sullo stesso meccanismo di gioco; ciò che le differenzia maggiormente è l'adozione di mani speciali da parte di alcune varianti (ma non di altre) e soprattutto il modo di conteggiare i punti (per maggiori dettagli cfr. la sezione le varianti). Sì, è la Federazione Italiana Mah-Jong (FIMJ) fondata nel 1986 ed ufficializzata nel 1987, che dal 1993 ha istituito le regole nazionali o variante italiana (per maggiori dettagli cfr. la sezione le varianti) Esistono molte varianti e sottovarianti, ma tutte basate sullo stesso meccanismo di gioco; quello che le differenzia maggiormanete sono soprattutto l'adozione di mani speciali da parte di alcune varianti ma non di altre e soprattutto il modo di conteggiare i punti . Volendo, è anche possibile fare il solitario; ma il tempo richiesto per disporre tutte le tessere con precisione è piuttosto lungo e l'operazione assai meno semplice di quanto si possa immaginare. Per il solitario, quindi, è molto più pratico il videogioco. Sì, è anche possibile giocare in due, in tre e in cinque, sebbene il gioco riesca molto più divertente ed avvincente nella versione "classica" a quattro. Le regole generali rimangono immutate; l'essere in un numero diverso da quattro, però, richiede alcuni aggiustamenti, che sono descritti tra le varianti del gioco. Il termine "Mah Jong" di per sé non ha alcun significato; fu inventato dall'americano J.P.Babcock attorno al 1920, per affinità col suono del nome con cui il gioco è noto nel sud della Cina, 麻雀 pronunciato Ma Chie in mandarino (cinese ufficiale) e Ma Jök in dialetto cantonese, che significa "passeri" (letteralmente: "passeri della canapa"). Contrariamente a quanto si legge da molte parti, il gioco non è particolarmente antico, avendo preso forma attorno al 1860-70. Tuttavia è quasi certamente derivato da un gioco di carte chiamato MaDiao, che all'epoca esisteva già da diversi secoli, ma che oggi è estinto. Può essere entrambi, a scelta di chi gioca. Il Mah Jong nasce come gioco d'azzardo e in questa forma può portare a vincite o a perdite davvero molto ingenti, per cui è sconsigliabile soprattutto ai neofiti voler tentare la sorte in tal senso. Tuttavia i giocatori, anziché regolare i debiti tra di loro, possono decidere di segnare su carta i propri punteggi, magari fissando un traguardo di punti da raggiungere e mettendo in premio qualcosa per il vincitore: in tal modo la componente dell'azzardo viene completamente eliminata, senza che per questo il gioco perda di interesse o di vivacità. La fortuna è indubbiamente una delle componenti del gioco, ma l'abilità è più importante della prima: un buon giocatore sa gestire bene anche una mano poco fortunata, mentre la sola buona sorte non è quasi mai sufficiente per vincere. Se è vero che il giocatore inesperto ma fortunato può ben riuscire a chiudere una singola mano prima che lo facciano i suoi avversari più esperti, è anche vero che nell'arco di un'intera partita (sedici o più mani) la maggiore esperienza dei secondi permetterà loro di contrastare efficacemente l'iniziativa del primo giocatore. Un set da Mah Jong non è certamente economico come un mazzo di carte, ma occorre anche considerare che, a differenza di quest'ultime, non è soggetto a particolare usura e, se conservato con cura, può durare per tutta la vita. Per chi non è già un appassionato e magari vorrebbe solo provare a giocare, è consigliabile orientarsi su un'edizione moderna e di costi più contenuti; in Italia purtroppo non c'è molta scelta e le uniche edizioni di questo genere sono quelle della Dal Negro, che partono da 40 € circa e sono più o meno facilmente reperibili nei negozi di giochi. Viceversa, chi ha già preso confidenza col Mah Jong e vorrebbe qualcosa di meglio, può orientarsi su edizioni più dispendiose, se non addirittura d'epoca. In questo caso è consigliabile investire la somma più alta che le proprie finanze consentano: un buon set, oltre a durare per sempre, è anche molto piacevole da maneggiare, rendendo così il gioco ancora più gradevole. I modelli di lusso della Dal Negro, però, sono decisamente costosi, potendo arrivare a sfiorare i 200 €. Invece, una soluzione migliore può essere quella di comprare (o farsi comprare) un buon set all'estero nei paesi dove il gioco è più diffuso e dove c'è maggiore scelta di modelli, quindi dove i prezzi sono più contenuti: principalmente Nord Europa (soprattutto Gran Bretagna), Stati Uniti, Australia. Con 50-70 € si può già acquistare una buona edizione in plastica, oppure, cercando nelle frequenti Chinatown delle maggiori città, magari anche un'edizione in osso. Ovviamente anche nei paesi orientali è possibile trovare ottimi set a buon mercato, ma in questo caso occorre ricordare che molte edizioni prodotte per i giocatori locali non hanno i numeri arabi e questo rappresenta una difficoltà in più (tuttavia, non è poi così difficile imparare a riconoscere i valori anche senza numeri o lettere). Per chi non avesse possibilità di recarsi personalmente all'estero né potesse commissionare la spesa ad un conoscente, un canale molto interessante è rappresentato dalle aste via internet: soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna le inserzioni sono così numerose che le rispettive edizioni di eBay hanno una specifica sezione Mah Jong sotto la voce giochi da tavolo. Attraverso queste aste è anche possibile puntare ad ottenere un'edizione antica, i cui prezzi sono senz'altro più accessibili che in una bottega d'antiquariato. Tuttavia, dato il peso solitamente cospicuo di un set da Mah Jong, le spese di spedizione sono spesso abbastanza costose. Assolutamente no: le uniche parti fondamentali per il gioco sono le 144 tessere e un paio di dadi (quest'ultimi possono essere procurati facilmente in caso non facciano parte della dotazione). Tuttavia se il set ha tessere di tipo sottile, cioè spesse meno di 10 mm, si rende necessario anche l'uso di aste reggitessera. Tutto il resto della dotazione è un extra, certamente non inutile ma facilmente vicariabile.
L'unico paese in cui i set da Mah Jong non prevedono tutte e 144 le tessere standard è il Giappone, perché mancano i Fiori (solitamente rimpiazzati da quattro pezzi speciali detti i cinque rossi, cfr. la sezione tessere). Fatta eccezione per questo specifico caso, qualsiasi altra provenienza abbia il set non c'è alcun problema a giocare secondo le regole classiche, oltre ovviamente a quelle del luogo di provenienza (cfr. la sezione delle varianti). Se si decide di giocare l'intera partita, questa può durare in media circa 2-3 ore, anche se la durata imprevedibile di ogni singola mano, la diversa velocità dei giocatori nel prendere e scartare i pezzi, la variabilità del numero di mani giocate e altri fattori ancora possono far considerevolmente allungare o accorciare questo tempo. È anche possibile accordarsi per una partita breve, fissando preventivamente un certo numero di mani da giocare.
Sono i nomi internazionali delle combinazioni: · chao o chow = serie (scala) · pong o pung = tris · kong o quong = poker Prima di cominciare a giocare è sempre bene procurarsi un manuale d'istruzioni, il più dettagliato possibile, a cui eventualmente fare riferimento in casi come questo. Inoltre, eventuali regole che possono avere interpretazioni o applicazioni differenti nelle diverse varianti del gioco (ad esempio il numero di mani da giocare, le penalità, ecc.) andrebbero concordate tra i giocatori. È tuttavia buona norma che gli ospiti si adeguino alle "regole della casa", ovviamente comunicandole a tutti prima di cominciare. Premesso che in fase di calcolo dei punti è soprattutto importante per un giocatore distinguere le proprie combinazioni scoperte da quelle coperte, perché le seconde valgono il doppio rispetto alle prime, il fatto di segnalare anche agli avversari quali sono quelle coperte è principalmente una questione di correttezza formale. Però in alcune varianti delle regole, ad esempio in quella giapponese, dove far vincere un avversario con un proprio scarto è fortemente gravato da penalità, la segnalazione acquista implicazioni pratiche più importanti. Il muro morto è la formazione situata nell'ultima parte (coda) del muro, contenente quattordici tessere che non vengono usate nel gioco ma fungono da riserva di pezzi supplementari: le cosiddette tessere libere. Il giocatore le prende solo quando forma un poker oppure quando pesca dal muro attivo un pezzo speciale (Stagione o Fiore), per riequilibrare il numero di pezzi che ha in mano. I vari regolamenti si discostano leggermente tra loro nella formazione del muro morto, nel numero di tessere che ne fanno parte e nella posizione in cui collocare le tessere libere. Nelle regole europee classiche, per praticità, si separano fisicamente le ultime quattordici tessere da quelle rimanenti nel muro attivo e si collocano le due tessere libere in posizione sopraelevata. In molte altre varianti, invece, le quattordici tessere rimangono unite in coda al muro attivo, anche se non vengono comunque usate per la presa: il gioco si ferma quando sono rimaste solo queste. Vi sono varianti nelle quali il muro morto di fatto non esiste, cioè tutte le tessere del muro fino all'ultima vengono usate per la presa. Anche la posizione delle tessere libere cambia: in altre varianti possono essere collocate sulla prima e sulla seconda coppia, oppure sulla prima e sulla sesta, o possono anche non avere una posizione precisa. Alcuni regolamenti, poi, non prevedono che le tessere libere vengano sopraelevate, lasciandole al loro posto loro, cioè in coda al muro, anche se lo scopo per cui vengono usate rimane esattamente lo stesso: compensare la mano con un pezzo extra quando si realizza un poker o quando si pesca una Stagione o un Fiore. Ecco come si presenta l'ultima parte del muro secondo le regole europee classiche ed alcune varianti nazionali a confronto: la freccia ( ↑ ) indica la coppia di pezzi designata dal doppio lancio di dadi, che viene rimossa dal muro (breccia) e va a costituire le tessere libere, mentre la riga (└−−−−−┘) mostra l'estensione del muro morto:
In effetti questo termine può trarre in inganno perchè può essere usato per indicare due situazioni differenti. I significato - Tenendo presente che viene detta mano ciascuna fase di gioco che va dalla costruzione del muro al momento in cui uno dei giocatori chiama mah jong, è detta mano morta quella nel corso della quale il muro attivo viene interamente consumato prima che uno dei quattro riesca a formare le combinazioni necessarie a chiudere: quando il muro attivo si esaurisce, la mano è dichiarata morta (alcuni manuali preferiscono parlare di pareggio tra i giocatori). In questo caso i punti non vengono calcolati e la mano si rigioca da capo, mantenendo le rispettive posizioni. II significato - Si fa uso del termine mano anche per indicare l'insieme di tredici pezzi che ciascun giocatore tiene davanti a sé e coi quali tenta di formare le combinazioni necessarie a chiudere. Se il giocatore commette un errore e finisce col ritrovarsi solo dodici pezzi (troppo pochi), oppure quattordici (troppi), perde la possibilità di chiamare mah jong: la sua mano (cioè i suoi pezzi, non la mano generale in corso) viene dichiarata morta. Per altri dettagli in proposito si veda anche controversie, errori e penalità. Sì: si può giocare anche a Sap Tim Pun ("dieci e mezzo"), un gioco d'azzardo simile al Black Jack, in cui i pezzi vengono disposti a formare un muro, esattamente come nel Mah Jong. Può essere giocato anche con le carte. |