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Dei set tradizionali fa solitamente parte una variabile dotazione di accessori, descritti di seguito (anche con un confronto tra le diverse tipologie). Chi non è ancora pratico del gioco potrà forse trovare la descrizione un po' difficile da comprendere, soprattutto per l'utilizzo. Una volta apprese le regole, la funzione di questi oggetti diverrà chiarissima.
Un punto che va sottolineato, però, è che nessuno di questi accessori è realmente indispensabile per giocare: di alcuni si può fare a meno, altri possono essere facilmente realizzati in casa o rimpiazzati (cfr. anche la sezione f.a.q.).
- Aste poggiatessere (o stecche): sono quattro aste lunghe almeno una trentina di centimetri, la cui forma sagomata prevede un gradino su cui vengono poggiate le tessere, in posizione leggermente inclinata, per consentire al giocatore di osservare comodamente i propri pezzi durante il gioco. Le aste si rendono necessarie solo nei set che hanno tessere sottili (dello spessore inferiore a 10 mm); quelle di formato "classico", infatti, sono sufficientemente spesse da reggersi in piedi da sole. A volte una delle quattro aste è di colore più scuro delle altre: è quella usata dal giocatore che occupa la posizione Est e che grazie al poggiatessere di colore differente risulta più facilmente riconoscibile.
Esistono diversi tipi di aste poggiatessera; quelle semplici, attualmente di più comune osservazione (tipo A nella foto), hanno solo il gradino che sorregge i pezzi coperti del giocatore. Ne esistono di più larghe e massicce (B), solitamente non facenti parte di un set ma acquistabili separatamente, comuni un tempo più spesso di quanto lo siano attualmente; queste prevedono anche spazi dove esporre le proprie combinazioni scoperte, nonché diversi alloggiamenti per le fiches; alcuni modelli, poi, sono formati da più elementi incernierati che permettono movimenti di apertura e chiusura ed hanno spazi interni dove riporre le fiches; infine, alcuni modelli sono persino decorati (laccatura, immagini dipinte, ecc.).
Un ultimo tipo di aste è caratteristico dei set americani (C): sono piuttosto lunghe, di plastica colorata oppure di bakelite (nelle edizioni più antiche), ed hanno ad una delle estremità un'appendice in ottone od altro metallo, provvista di quattro perni: qui i giocatori tengono infilate le proprie fiches, che sono del tipo rotondo con un foro centrale (cfr. più in basso). |
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- Indicatore del vento: serve ad indicare il vento dominante o vento del giro; può avere la forma di un dado alloggiato in una base, di un cilindro oppure di una rotella che ruotano inseriti ad un perno centrale, oppure di quattro dischi individuali, ecc., sempre raffigurante gli ideogrammi delle quattro direzioni cardinali ( E, S, W, N). Le edizioni americane hanno solitamente lettere o numeri al posto degli ideogrammi.
All'inizio della partita l'indicatore viene settato su (Est, il primo vento dominante), poi al termine del primo giro viene spostato su (Sud), e così via fino ad aver coperto tutti e quattro i venti, cioè fino alla conclusione della partita. Viene solitamente tenuto dal primo giocatore Est, agendo così contemporaneamente anche da indicatore del primo Est (cfr. accessorio successivo). |
- Indicatore del primo Est: ha l'aspetto di un segnalino o gettone di varia forma, spesso con impresso l'ideogramma Tung (Est).
Viene tenuto presso il primo giocatore che ricopre tale posizione; serve a ricordare che quando per effetto della rotazione delle posizioni quello stesso giocatore torna ad essere nuovamente Est, termina un giro e ha inizio quello successivo (quindi anche il vento dominante o del giro passa a essere quello successivo).
Il modello più usato in Giappone, di forma rettangolare (cfr. i due modelli in basso nella foto a lato), sul retro ha impresso l'ideogramma Nan (Sud): così facendo agisce anche da parziale indicatore di vento: al termine del primo giro viene voltato (vento dominante: Sud). Poi al terzo giro viene nuovamente voltato su Est (confidando che i giocatori si ricordino che il terzo giro, in realtà, prevede come vento dominante quello di Ovest) e infine viene voltato ancora su Sud nel quarto giro (che come vento dominante ha il Nord). |
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- Dadi, con sei facce numerate da 1 a 6.
Quelli orientali sono identici ai dadi comunemente usati in Occidente, salvo avere due piccole particolarità: l'1 e il 4 hanno i punti colorati in rosso (i rimanenti valori sono neri o blu), e l'1 è segnato con un punto tipicamente più grosso degli altri.
Sono spesso di dimensioni piccole e nei set più antichi erano addirittura piccolissimi (5 mm di lato), alloggiati in un astuccio di legno dal coperchio scorrevole.
Ovviamente, non è necessario usare dadi orientali: anche quelli occidentali vanno benissimo.
Per giocare ne sono richiesti due, che è la dotazione minima del set. Alcune edizioni ne contengono in numero maggiore, da tre a sei. |
- Fiches con cui i giocatori al termine di ogni mano saldano l'un l'altro il proprio debito o credito.
Alcuni set ne hanno una dotazione di tipo occidentale, cioè rotonde, solitamente di plastica, di cui ne vengono mostrate alcune varietà a destra. Hanno in genere tre o quattro colori diversi (a cui corrispondono valori differenti, vedi oltre), a volte anche di dimensione diversa a seconda del colore. Nei set americani, da circa 50 anni a questa parte è invalso l'uso di adottare fiches con un foro quadrato al centro che simula la forma delle antiche monete cinesi: ciò permette di tenerle infilate ai perni di cui sono dotate le aste reggitessera.
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In molti altri casi, però, il set contiene fiches di tipo tradizionale (orientale). Anche di queste ne vengono mostrati vari esemplari qui in basso.
Sono usate comunemente in diversi paesi asiatici, ma non in tutti. Hanno l'aspetto di asticciole sottili, lunghe circa 6.5 cm e larghe appena 0.8 cm, solitamente bianche in quanto fatte di osso (nei set fino agli anni '60) e successivamente di plastica; in alcune edizioni antiche sono in legno di bambù, e in tal caso hanno colore nocciola. Hanno un certo numero di punti incisi e colorati, solitamente nella parte centrale, più di rado ad entrambe le estremità, con tre o più spesso quattro valori diversi. Il numero di punti non corrisponde al valore della fiche stessa; oltretutto il loro numero e colore può variare da edizione a edizione (dello schema ne sono note almeno quattro varianti); i valori a cui corrispondono sono infatti convenzionali, a prescindere da come vengono rappresentati: 2 punti, 10 punti, 100 punti e 500 punti. |
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da sinistra: fiches tradizionali in bambù, osso e plastica
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Vengono qui di seguito indicate le varianti note:
VALORE | nei set più antichi
| nei set moderni
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2 punti | 2 punti neri | 2 punti rossi | 3 punti verdi e 1 rosso | 8 punti neri |
10 punti | 10 punti neri | 10 punti rossi | 8 punti rossi | 1 punto rosso |
100 punti | 1 punto rosso | 1 punto nero | 2 punti rossi | 5 punti rossi |
500 punti | 5 punti rossi | 5 punti neri | 6 punti verdi e 6 rossi | 3 punti verdi e 6 rossi |
Assai raramente sono presenti anche fiches con un punto giallo (oro), del valore di 1000 punti.
Il principio dei tre o quattro valori standard vale anche per le fiches rotonde descritte in precedenza.
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Un terzo gruppo di fiches, ormai obsolete, erano quelle che un tempo facevano parte della dotazione dei primi set americani (1923-1930) e costituivano una via di mezzo tra quelle orientali e occidentali. Ne vengono mostrati alcuni esempi.
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Un primo tipo (a sinistra), incontrato più frequentemente, consisteva in bastoncini piatti di legno leggero, di quattro diverse lunghezze e colori, ma senza punti né altra notazione scritta.
Un secondo tipo (in basso a sinistra), meno frequente, aveva l'aspetto di gettoni rotondi di cartoncino, con impressi gli stessi punti rossi e neri descritti in precedenza, ma con accanto anche il valore effettivo (2, 10, 100, 500).
Vi erano poi anche quelle che riproducevano la forma delle asticelle orientali, prodotte in cartoncino o in celluloide, col valore scritto in cifre nella parte centrale e, in alcune varianti, anche con i punti neri e rossi alle estremità (in basso al centro e a destra).
Con tali fiches di forma "ibrida" i produttori americani tentavano di agevolare l'identificazione dei valori da parte dei giocatori non orientali. Poi, a partire dagli anni '40, negli Stati uniti si passò ad adottare stabilmente le già citate "monete" a quattro colori col foro quadrato; le prime erano in metallo, ma dagli anni '60 anche queste furono prodotte in materiale sintetico.
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fiches in cartoncino pesante (a sinistra), in cartoncino leggero (al centro) e in celluloide (a destra), tutti facenti parte di edizioni statunitensi risalenti al 1923 circa |
L'impiego delle materie plastiche (cfr. anche dettagli) ha dunque portato a rimpiazzare quasi interamente l'uso di materiali naturali, quali osso, avorio, legno, bambù, metallo, cartone, ecc.
Per le sue caratteristiche, infatti, la plastica è in grado di riprodurre abbastanza fedelmente il colore e la consistenza dell'osso (o dell'avorio), a costi ovviamente molto più contenuti.
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I due sono comunque facilmente distinguibili: la plastica ha un peso specifico più basso ed è quindi più leggera, è molto regolare e a volte lungo i bordi ha ancora rimaste piccole tracce dello stampo in cui l'oggetto è prodotto (come l'esemplare in basso nel dettaglio a sinistra). Invece, se si osservano attentamente gli altri due esemplari, entrambi di osso, si notano le tracce della struttura naturale del tessuto (sottili linee e rugosità, nonché imperfezioni della superficie); anche la forma può essere a volte leggermente imprecisa, a seconda del livello della manifattura, e piuttosto spesso si notano piccole scheggiature dovute ad un uso frequente o anche presenti sin dall'inizio. Infine, gli esemplari più antichi possono avere un colore leggermente giallastro. |
- Taccuini segnapunti: di questi si parlerà in coda alla sezione sulle regole.
- Infine, molti set dispongono anche di tessere di ricambio, solitamente in numero di quattro, ma talora due: sono completamente prive di illustrazione e la loro funzione è di rimpiazzare quelle eventualmente andate perdute o danneggiate.
Se il retro delle tessere è anch'esso bianco (edizioni cosiddette monocromatiche), parte frontale e dorsi sono assolutamente identici ed intercambiabili. |
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- Anche se nessuna edizione la prevede in dotazione, i principianti troveranno utile poter tenere accanto a sé durante la partita una tabella di riferimento come quella mostrata qui a destra, per poter riconoscere facilmente i soggetti più "ostici", quali i valori del seme di Ideogrammi, i Draghi, i Venti.
Chi è interessato, può cliccare sull'immagine e stamparne la versione ingrandita. |
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