I set da Mah Jong si assomigliano un po' tutti. Eppure nessuno di essi è perfettamente uguale agli altri, differenziandosi per dettagli a volte più evidenti, a volte meno. In questa pagina vengono descritti i principali elementi distintivi tra un set e l'altro. Alcuni particolari dipendono dalla provenienza dell'edizione, altri ancora sono legati alla sua età.
Chi non è pratico del gioco potrà trovarli superflui, ma per molti appassionati non è così: anche se le differenze non comportano alcuna conseguenza sul piano delle regole, è interessante vedere come a volte per evoluzione (ad esempio, il modo di rappresentare i Draghi), altre volte per scelta del produttore (ad esempio, le diverse serie di pezzi speciali), quasi ogni edizione contiene elementi di specificità.

Inoltre alcuni di questi particolari sono legati alla provenienza, altre volte all'epoca di produzione. Per chi si accinge all'acquisto di un set, dovendolo fare il più delle volte "a scatola chiusa", è sempre bene provare a sapere in anticipo cosa troverà nella confezione.
Infine, l'ampia gamma dei dettagli è spiega anche il crescente interesse collezionistico, sia verso i soli set da Mah Jong, sia, più in generale, verso le edizioni di qualsiasi gioco da tavolo tradizionale, un hobby che soprattutto nel nordeuropa e in nordamerica è abbastanza consolidato, ma che sta lentamente prendendo piede anche in Italia.



LE DIMENSIONI DELLE TESSERE


Sebbene le tessere possano avere dimensioni variabilissime, come mostra chiaramente l'illustrazione, è possibile ricondurle a tre formati standard, più eventualmente un quarto, ma del tutto particolare.

  • Grandi o molto grandi: sono le tessere dei set che provengono dal sud della Cina, da Taiwan, dal Vietnam e soprattutto da Hong Kong. Come dimensione maggiore oscillano tra i 34 e i 40 mm e come spessore, in proporzione, possono arrivare ai 24 mm: quasi dei piccoli mattoni! Va da sé che il peso di questi set è molto considerevole, anche tenendo conto del materiale in cui sono realizzati, quasi sempre resina (urea), che ha un peso specifico cospicuo, e del numero di tessere che fanno parte del set; si tenga conto che quelli vietnamiti raggiungono di norma i 160 pezzi.

  • Intermedie: sono le tessere di molti set europei e americani, alcuni prodotti in Oriente (importati) e altri prodotti localmente. La dimensione maggiore dei pezzi oscilla tra 28 e 32 mm, mentre lo spessore può variare più notevolmente (da 6.5 a 14 mm), a seconda che le tessere siano del tipo spesso o sottile.

  • Piccole: sono le tessere dei set prodotti nella Cina centrale (in particolare a Shanghai) e in Giappone, che con dimensioni di 25.5×18.5×15.5 mm sono sicuramente i set più minuti tra quelli tradizionali. Anche alcuni set inglesi moderni (di manifattura giapponese), hanno queste stesse dimensioni.

  • Mignon: una curiosità sono i set da Mah Jong cosiddetti da viaggio o di formato mignon, che possono avere tessere di dimensioni ridottissime. Alcuni di essi hanno i disegni stampati direttamente sulle mini-tessere, altri invece, come l'edizione in basso a sinistra, hanno delle minuscole etichette adesive incollate su ciascun pezzo.
  • Entrambi gli esemplari mostrati provengono da Hong Kong.
    Il primo, mostrato in alto a sinistra e qui a destra, ha tessere formato 15×11×8 mm ed è completo di tavolo da gioco pieghevole, di soli 32 cm per lato, che fa anche da custodia per i pezzi e per i vari accessori. L'altro, qui a sinistra, comprende le tessere di soli 13×10×7 mm e i dadi, incluso quello che indica il vento del giro.

    Pur essendo considerate spesso dei gadget piuttosto che dei veri set da gioco, le edizioni mignon consentono teoricamente di giocare una regolare partita di Mah Jong, anche in ambienti con pochissimo spazio a disposizione (in treno, al bar, ecc.).


I MATERIALI


  • Bambù: materiale considerato tradizionalmente "economico" in Oriente, con cui venivano e vengono tutt'ora confezionati i dorsi dei set prodotti nella Cina centrale, soprattutto a Shanghai.
    In molte edizioni importate in Inghilterra tra il 1920 e il 1930, l'intero pezzo è solitamente in bambù; in tal caso la forma della tessera riprende la curvatura naturale del fusto della pianta, avendo la superficie leggermente concava.
    Il bambù è riconoscibile perchè le superfici levigate non sono mai colorate ma mantengono la tonalità propria del legno, da nocciola a color miele, e la sua naturale trama, mentre sullo spessore superiore ed inferiore della tessera le fibre appaiono in sezione, con un aspetto molto caratteristico.

  • Osso: materiale considerato più nobile del bambù, e come tale usato di solito solo per la parte anteriore della tessera.
  • In realtà le varietà di osso impiegato nella fabbricazione delle tessere sono due: quello ricavato da ossa lunghe di bovino, sbiancate e opportunamente ritagliate ("osso naturale"), e quello ricavato da ossa di pesce ridotte in polvere e poi compresse in blocchi ("osso sintetico") da cui poi si ritagliano i prismi.
    Il primo tipo di osso (cfr. figura a destra), utilizzato soprattutto in passato, si presenta leggermente più irregolare del secondo in quanto a superficie, tonalità di colore, ecc. e all'osservazione con una buona lente d'ingrandimento mostra la parziale conservazione della struttura tissutale, cioè sottili canali che lo attraversano longitudinalmente.
    Il secondo tipo, molto più comune al giorno d'oggi perché meno costoso e più facile da lavorare, ha un aspetto più omogeneo e regolare, assai simile alla resina (vedi sotto), anche se la superficie non è mai perfettamente lucida, conservando traccia dei segni della levigatura e della colorazione, comunque eseguita ancora a mano, applicando il colore così da riempire i solchi per poi raschiare via dalla superficie l'eccesso di pigmento.

  • Avorio: materiale considerato di lusso e oggi assai raramente usato per la manifattura delle tessere. In passato sostituiva l'osso nei set più importanti, ma il colore dei due materiali è molto simile. L'avorio si riconosce perchè è privo del sistema di microcanali dell'osso e perché quando viene osservato in vicinanza di una fonte luminosa più o meno forte (una lampadina elettrica) conserva una vaga translucentezza mentre l'osso è totalmente opaco.

  • Pietre dure: agata, giada o altri materiali preziosi/semipreziosi come la madreperla sono raramente usati per la produzione di edizioni molto esclusive; in realtà il colore naturale, le venature e le screziature di questi materiali non li rendono particolarmente adatti allo scopo, per cui i pezzi, nonostante la manifattura molto accurata, possono risultare meno leggibili che con i tradizionali osso, resina, ecc..

  • Plastica (Resina): è un termine molto generico, dietro il quale si celano non meno di cinque sostanze diverse, ciascuna delle quali con caratteristiche proprie. È comunque il materiale economico più comunemente usato nella produzione delle tessere sin dai primi anni '40. Le varietà principali sono:

    1. polistirene (o polistirolo): resina termoplastica ottenuta polimerizzando lo stirene, più nota come materiale da imballaggio, ma in questo caso prodotta in forma molto densa; colore, peso e consistenza sono porcellanacei: la superficie è bianca, liscia, molto dura. Lega molto bene coi pigmenti, per cui viene comunemente usato per i dorsi colorati o con trame speciali. Sono prodotti in questo materiale le edizioni contemporanee provenienti da Taiwan, dal Giappone, e quindi anche molte di quelle reperibili in Occidente.

    2. resine acriliche: polimeri ottenuti dall'acido acrilico e da esteri acrilici, le cui caratteristiche fisiche sono assai simili a quelle descritte per il polistirolo, al punto da essere virtualmente indistinguibili a occhio nudo. Anche la provenienza delle edizioni è per lo più la stessa.

    A - B
    1. polietilene (o politene): resina termoplastica ad alta densità ottenuta dall'etene, che a differenza delle precedenti plastiche ha una tonalità vagamente grigiastra-giallina ed ha una consistenza più tenera, meno liscia, di aspetto leggermente translucido vicino ad una fonte luminosa; al tatto ricorda un po' una saponetta, o un pezzo di cera. Spesso i disegni sui pezzi sono meno accurati che in altre edizioni. Sono prodotti in questo materiale le edizioni più economiche provenienti dalla Cina e (meno spesso) da Hong Kong.

    C

    resina simulante
    le fibre del bambù
    1. resina ureica: resina ottenuta da polimeri di urea e formaldeide, usata soprattutto a cavallo degli anni 1960-1970; solitamente bianca (non colorata), ha la tonalità lattescente dell'avorio o dell'osso; anche in quanto a consistenza, simula sufficientemente bene i due materiali più tradizionali, che ha in larga parte sostituito. Infatti in diverse edizioni inglesi prodotte a cavallo degli anni 1960-70 (ma di manifattura orientale), le tessere avevano la parte anteriore in resina ureica e i dorsi in bambù, proprio a simulazione della classica struttura in osso e bambù.

    (resina/bambù)
    D

    (osso/bambù)
    1. resine fenoliche (bakelite, catalin): sono le antesignane delle materie plastiche, ottenute da polimeri di fenolo e formaldeide, impiegate a cavallo degli anni 1930-1950, note coi loro nomi commerciali (Bakelite in Nordamerica e Catalin in Gran Bretagna). Si riconoscono facilmente dalla caratteristica tonalità giallastra, che a seconda degli additivi impiegati va dal color miele all'ambra scuro; in alcune edizioni proprio questo sfondo giallo smorza un po' i colori dei disegni. La consistenza è dura, liscia, pesante. Il Catalin è riconoscibile dalla bakelite perché quest'ultima è completamente intransparente, mentre il primo è debolmente translucido se osservato contro una fonte di luce potente. Sono materiali tipici delle edizioni prodotte a cavallo degli anni 1940-1950 in Gran Bretagna e soprattutto negli Stati Uniti, dove anche le immancabili aste reggitessera ed altri accessori erano quasi costantemente di bakelite.

    E

  • Legno: materiale che una volta in Occidente era impiegato in analogia al bambù della manifattura tradizionale orientale. Le varietà di legname possono variare considerevolmente, da quelle economiche (balsa) a quelle più nobili (bosso) fino a quelle più esclusive (palissandro). Le decorazioni sulla parte frontale delle tessere possono essere incise (come avviene per le tessere in bambù, osso, ecc.) se il legno è chiaro, Altrimenti possono essere dipinte sulla superficie precedentemente laccata di bianco, in alcuni casi con una tecnica a rilievo. Una terza modalità, usata solo negli anni '20, prevedeva decorazioni stampate su rettangolini di carta oppure di celluloide che venivano poi incollati alla tessera (esemplare a destra nella foto).
    Molto comuni nel periodo aureo del Mah Jong, soprattutto negli Stati Uniti, i set di legno ebbero un rilancio negli anni '70-'80, con tecniche di produzione più sofisticate di una volta, anche se le edizioni erano sempre piuttosto economiche, destinate ad un'utenza molto giovane.
  • Tessere di legno vengono sporadicamente prodotte ancora oggi, più come oggetto di artigianato che per reale richiesta da parte dei giocatori.

  • Cartoncino: Nel periodo della "febbre" del Mah Jong in America e in Europa, alcune ditte misero in commercio anche delle edizioni molto economiche, di produzione locale, le cui tessere erano fatte di più strati di cartoncino pressato. I disegni erano stampati a parte su rettangolini di carta, poi incollati su ciascuna tessera. Essendo tessere mediamente più sottili di quelle realizzate in altri materiali, questi set prevedevano sempre l'impiego di aste poggiatessera. Il materiale, più vulnerabile di qualsiasi altro, tendeva facilmente all'usura.
    I set in cartoncino scomparvero presto dalla circolazione. Ricomparvero nel catalogo di qualche produttore di giochi da tavolo per ragazzi a metà degli anni '70: il cartoncino e le tecniche di stampa nel frattempo erano molto migliorate, ma in quanto a qualità, il prodotto rimaneva di fascia bassa. Oggi tutte queste edizioni fanno parte solo degli esemplari da collezione.
Un'ultima considerazione a proposito delle tessere formate da due parti (quella frontale e il dorso) riguarda lo spessore degli strati, che solitamente varia in ragione della natura di ciascun materiale: tanto più quest'ultimo è "nobile", tanto più lo strato è sottile. Ciò si vede chiaramente nelle tessere di osso e bambù confrontandole con quelle in plastica e bambù (cfr. illustrazione più in alto): nelle prime lo strato anteriore (osso) è più sottile del dorso (bambù), mentre nelle seconde, al contrario, è la parte anteriore sintetica quella più spessa.
Nelle tessere interamente in plastica, invece, la parte frontale e il dorso tendono ad avere uguale spessore, ma non in tutti i casi.



IL DISEGNO DEI SOGGETTI


Molti dei pezzi hanno un disegno piuttosto costante, a prescindere dall'edizione a cui appartengono. Qualcuno di essi, però, può prendere aspetti diversi.
  • 1 di Cerchi: è un pezzo la cui decorazione è sempre basata su motivi geometrici simmetrici, anche se i colori possono variare, in genere con una prevalenza di blu, di nero o di verde nella parte più esterna.
  • In alcune edizioni la sua parte centrale ha degli elementi distintivi: nelle edizioni giapponesi vi si trova un piccolo fiore a cinque petali, simbolo imperiale e stemma nazionale. In alcune edizioni cinesi, invece, vi si legge il nome del fabbricante.
    Infine nelle prime edizioni del gioco importate negli Stati Uniti (1923-25) era comune che su ciascuno dei quattro esemplari del set figurasse un piccolo ideogramma: in alcuni casi era sempre lo stesso, in altri erano ideogrammi diversi, che ordinati secondo la giusta sequenza formavano un'espressione idiomatica cinese: 自由麻雀 ZiYou MaQue, letteralmente "passero libero" ma dal significato di "per sempre libero", "libero come un uccello" ecc. (che contiene il nome del gioco, ). Tale particolare, descritto ed illustrato anche nella sezione simboli, è poi caduto in disuso.

  • 8 di Cerchi: pezzo tradizionalmente blu (o nero), che però in alcune edizioni d'importazione risalenti agli anni '20 era di colore rosso. Tale peculiarità è in seguito caduta in disuso, per cui è un buon indicatore dell'età di un set.
    Sono anche note edizioni di varie epoche con uno schema di colori leggermente divergente da quello standard, nel qual caso l'8 di Cerchi può assumere un aspetto ancora diverso, come nell'ultimo esemplare verde/rosso mostrato a destra.

  • Seme di Bambù: nella sua versione originale (cinese) è composto da pezzi prevalentemente verdi: alcuni sono integralmente di questo colore (2, 3, 4, 6, 8) e altri di colore misto (verde/rosso il 5 e il 9, verde/rosso/blu l'1, del quale si dirà anche dopo, nonché il 7).
  • Questo schema viene rispettato anche in altri paesi orientali, tra i quali Hong Kong, Singapore, Vietnam, Giappone (nei set di quest'ultimo paese al posto del verde e del blu c'è di solito un unico colore scuro intermedio).
    Invece le edizioni prodotte in Taiwan hanno uno schema cromatico leggermente diverso: anche il 2, il 4 il 6 e l'8 hanno particolari di colore blu oltre che verdi, sebbene la differenza non sia così evidente perchè i set taiwanesi hanno spesso tonalità piuttosto scure, che rendono i due colori non troppo diversi. Nei set europei ispirati allo stesso schema, però, questa differenza è molto più evidente.
    Quello della colorazione dei Bambù è più di un semplice dettaglio: in molti regolamenti, a partire da quello cinese classico (cfr. varianti) esiste una mano speciale detta appunto tutta verde perché formata da combinazioni di pezzi interamente di questo colore, cioè di 2, 3, 4, 6, 8 di Bambù con la partecipazione del Drago Verde.
    La deviazione dallo schema tradizionale dei set taiwanesi, si spiega col fatto che il regolamento seguito dai giocatori locali (cfr. Varianti, variante taiwanese) non contempla la suddetta mano speciale, quindi non vi è alcuna esigenza che i suddetti valori del seme di Bambù siano integralmente verdi.
    I set reperibili in Occidente, tanto quelli di fabbricazione che solo di ispirazione orientale (la grande maggioranza del totale), possono presentare tanto l'uno che l'altro schema, a volte anche con "ibridi" (cfr. la galleria per immagini di altre edizioni).
    Esiste poi un piccolo numero di edizioni prodotte localmente che non tengono conto di questa colorazione e seguono schemi non standard, ad esempio avere l'intero seme di Bambù formato da pezzi completamente verdi, come l'esempio qui a destra.
    Ciò non ha particolare rilevanza ai fini del gioco, anche nel caso in cui le regole locali includano la mano tutta verde (come ad esempio nella variante italiana), ma è certamente più facile per i giocatori, soprattutto per quelli meno esperti, individuare e ricordare quali sono i pezzi di bambù che fanno parte di questa mano se il loro colore effettivo è interamente verde.

  • 1 di Bambù: tradizionalmente raffigurato come un uccello, spesso un pavone, deve questa curiosa interpretazione alla forma del pezzo corrispondente nei mazzi di carte tradizionali cinesi: l'1 di Stringhe (cfr. storia per i dettagli). Sebbene la conformazione dell'uccello tenda ad essere simile nelle varie aree geografiche orientali, ad esempio nei set cinesi, in quelli giapponesi, in quelli di Hong Kong, ecc., in Occidente ha una forma molto più libera e dunque diversa da edizione a edizione.

  • Seme di Ideogrammi: non un singolo pezzo, ma l'ideogramma rosso Wan che rappresenta l'intero seme è soggetto a due principali varianti, come detto anche nella sezione simboli. Fino agli anni 1920-1940 (e raramente oltre), l'ideogramma veniva inciso sulle tessere prevalentemente nella sua forma più semplice, , mentre in seguito è subentrato l'uso della sua variante complessa, . Sono tuttavia noti anche esemplari antichi con l'ideogramma in quest'ultima forma, ma sono piuttosto rari, soprattutto in edizioni di lusso, realizzate in osso o in avorio.
  • Pertanto la forma semplice è quasi certamente indicativa di una produzione del set abbastanza indietro nel tempo, mentre la forma complessa suggerisce un'età meno avanzata, ma non può escludere del tutto che il pezzo sia d'epoca.

    Ancora più rare sono le edizioni antiche in cui anziché Wan compare come segno del seme l'ideogramma  Pin, questa è una delle varianti arcaiche conosciute (cfr. anche storia).

  • Drago Bianco: è il pezzo col maggior numero di varianti grafiche. In origine era completamente privo di decorazioni, e così è rimasto fino al 1930-1940 circa, cioè fino all'introduzione dei materiali sintetici. Infatti quando comparvero i primi set in cui il dorso della tessera forma tutt'uno col davanti, si decise di dotare il Drago Bianco di una cornice decorata come segno convenzionale per distinguere questo soggetto dai dorsi; il suo colore è normalmente blu (o nero), eppure non mancano le varianti: verde, rosso e verde, cornice a forma di drago stilizzato, ecc.
  • Il perché fu scelta proprio una cornice come segno distintivo forse ha a che fare con l'uso in alcune edizioni cinesi arcaiche (precedenti il 1910) di decorare gli Onori, cioè i Venti, i Draghi ed eventuali altri soggetti oggi non più usati, proprio con una cornice che correva attorno al soggetto centrale. In realtà, però, questi stessi set contenevano spesso anche un certo numero di pezzi interamente bianchi, senza alcuna cornice; forse erano Draghi, oppure semplici pezzi di riserva.
    In Giappone, dove non si usano set monocromatici, questo soggetto è rimasto bianco, privo di qualsiasi decorazione. Analoga conformazione ha anche in alcuni set commercializzati nel Regno Unito ma di fabbricazione giapponese, sebbene in questi ultimi appare costantemente la lettera B o più spesso P, se non addirittura il nome per esteso (come nell'illustrazione a sinistra).
    Va peraltro segnalato il fatto che, come detto nelle righe introduttive, l'aspetto del Drago Bianco può condizionarne l'uso in alcuni mani speciali: a quella detta "tutta verde" (anche nota come Giada Imperiale), che prevede l'uso dei soli valori del seme di Bambù interamente di questo colore (2, 3, 4, 6, 8) e dei Draghi Verdi, può prendere parte anche il Drago Bianco se l'edizione lo raffigura con una cornice interamente verde. Anche la sua partecipazione alla mano di pezzi "tutti uguali capovolti" può essere inficiata da insolite varianti grafiche asimmetriche, come quella verde/rossa mostrata più in alto.

  • Drago Verde: tradizionalmente rappresentato dall'ideogramma fa nelle sue due grafie,   e  : la prima delle due è la forma più arcaica, che si è conservata nei set giapponesi e in diversi set inglesi ispirati a questi; la seconda è la grafia attualmente usata in tutti i paesi di influenza culturale cinese (Cina, Hong Kong, Taiwan, Vietnam, ecc.).
    Solo nei set americani prende la forma di un vero e proprio drago, ma nelle edizioni dei primi anni '20 (le prime comparse in Occidente) aveva spesso ancora l'aspetto dell'ideogramma  feng ("fenice"), un reliquato dei set cinesi arcaici (cfr. storia).

  • Drago Rosso: pressochè sempre raffigurato con l'ideogramma  chung. Solo nei set americani questo soggetto prende la forma di un vero e proprio drago. Tuttavia nelle prime edizioni statunitensi (1923-25) aveva ancora l'aspetto dell'ideogramma  long ("drago"), anch'esso un reliquato dalla composizione cinese arcaica dei pezzi (cfr. storia).

  • Numeri arabi e lettere: Le edizioni orientali, in particolare quelle dalla Cina, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Vietnam e Giappone, se prodotte per il mercato locale non hanno numeri arabi; il valore di ciascun pezzo di Cerchi e di Bambù si riconosce dal numero dei segni, mentre per gli Ideogrammi, per i Venti e per i Draghi (salvo quello Bianco) l'identificazione avviene solo grazie ai caratteri ideografici.
    Viceversa, le edizioni orientali per esportazione, nonché quelle prodotte in Occidente (una netta minoranza rispetto alle prime!), hanno sempre il piccolo numero o lettera che facilita il riconoscimento dei pezzi; fu Babcock stesso che introdusse questo particolare, come veniva espressamente citato dai primi manuali d'istruzione statunitensi.
  • Tuttavia fino al 1940-50, i Draghi costituivano un'eccezione a questo schema: in molte edizioni, come quella mostrata a destra (del 1950 c.ca), i tre Onori non avevano alcuna lettera, benché tutti gli altri pezzi l'avessero, compresi i Venti, che sono anch'essi Onori. In seguito furono stabilmente aggiunti anche su questi tre soggetti.

  • Stagioni e Fiori: sono tessere con un'iconografia abbastanza eterogenea, potendo essere raffigurate con una più variabile gamma di allegorie; i soggetti di gran lunga più comuni per entrambe le serie, però, sono rappresentati da varietà floreali o comunque botaniche.
  • Su questi pezzi, oltre ad un numero progressivo da 1 a 4, quasi sempre compare il nome della Stagione o del Fiore, solitamente espresso con l'ideogramma corrispondente (per gli ideogrammi si veda la sezione simboli); in Occidente sono frequenti le edizioni con nomi in inglese, scritti per esteso o abbreviati.
    Come accennato anche nella sezione sui simboli, nei set di fabbricazione più antica, fino al 1940 circa, la sequenza dei Fiori aveva gli ultimi due soggetti invertiti, cioè 1·Pruno, 2·Orchidea, 3-Bambù e 4·Crisantemo, anziché 1·Pruno, 2·Orchidea, 3·Crisantemo e 4·Bambù, come nelle edizioni attuali. Nei set giapponesi, poi, la sequenza è ancora differente: 1·Orchidea 2·Bambù 3·Crisantemo e 4·Pruno, ma ciò ha scarsa rilevanza pratica perché nella variante di gioco giapponese le Stagioni e i Fiori non vengono comunemente usati.

    In alcune edizioni orientali, in particolare dalla Cina e da Hong Kong, è presente solo l'ideogramma del nome (cfr. illustrazione in basso a destra), oppure solo il numero (qui a destra) espresso con cifre ideografiche (一, 二, 三 e 四) in una delle serie, e nell'altra con cifre occidentali (1, 2, 3 e 4). In questi casi l'uso di colori diversi per ciascuna serie rende comunque possibile stabilire a quale delle due appartiene un dato pezzo, anche se per un giocatore occidentale è difficile stabilire a quale Stagione o a quale Fiore in particolare esso corrisponde.

    Esistono poi diverse edizioni le quali, come accennato anche nella sezione tessere, hanno in dotazione dei soggetti alternativi che rimpiazzano le comuni Stagioni o Fiori, oppure coesistono con essi; in quest'ultimo caso si parla più propriamente di pezzi addizionali.
    Ad esempio, nelle prime edizioni comparse in Europa (a partire dal 1924 circa), al posto delle Stagioni si trovavano quattro soggetti indicati come "le Quattro Arti": Liuto, Scacchiera, Libri e Dipinto, il cui significato viene analizzato nella sezione simboli.
    Quando il set dispone di serie addizionali, come avviene con alcune edizioni orientali, oltre alle Quattri Arti appena descritte vi è la presenza anche di quattro soggetti ispirati ad altre attività umane: Pesca, Raccolta del legno, Aratura e Studio (nell'esempio a sinistra sono quelli con numeri ed ideogrammi in marrone).

    Infine in molte edizioni orientali è presente una serie costituita da soggetti abbinati in coppie, di cui i più frequenti sono l'Anziano (anche detto il Ricco), la Pentola di monete d'oro, il Pescatore e il Pesce, mostrati qui in basso; ma ne sono possibili anche degli altri, descritti nella sezione simboli.

    Nei set provenienti dalla Cina centrale (Shanghai) questi quattro soggetti di solito sostituiscono i Fiori.
    Viceversa, nei set provenienti da Singapore, e talora in quelli di Hong Kong, i quattro soggetti a coppie non sostituiscono le due serie tradizionali, bensì le affiancano, costituendo quindi pezzi addizionali.


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