Questa pagina descrive l'origine della complessa iconografia delle tessere del Mah Jong e spiega gli ideogrammi che compaiono su alcuni pezzi. Ovviamente il loro apprendimento non è affatto necessario per praticare il gioco, ma può rappresentare un utile complemento, soprattutto per coloro che desiderano approfondire le loro conoscenze sul Mah Jong anche da un punto di vista storico, linguistico e culturale.



ORIGINE E SIMBOLOGIA DEI SEMI


I semi di Cerchi, Bambù e Ideogrammi derivano dalla struttura dei mazzi di carte cinesi tradizionali dette "a semi monetari". Si tratta di una varietà di carte da gioco molto antica, forse la prima che sia mai comparsa al mondo, che ha avuto origine in Estremo Oriente molti secoli fa: non c'è accordo sulla data della loro comparsa, ma è probabile che nel XIII secolo fossero già esistenti.
Si ritiene che queste carte abbiano poi avuto diffusione attraverso l'Asia centrale fino alla Persia, e che da qui siano poi giunte dopo qualche secolo in Europa (in particolare, prima in Spagna, poi in Italia e in Germania); ad ogni passaggio, i loro disegni e i loro semi subivano una certa trasformazione, ma tracce dei motivi originali sono comunque rimaste, come ad esempio l'evidente somiglianza del seme di Cerchi col seme di Denari delle carte italiane e spagnole.

carte a semi monetari: esemplari di diversi stili, di epoca moderna
Le carte a semi monetari esistono tutt'oggi (cfr. illustrazione qui in alto) e sono diffuse in Cina come nell'intero Sudest Asiatico; ne esistono varianti a tre semi e varianti a quattro semi. La loro descrizione esula dall'interesse di questo sito, ma chi volesse approfondire la tematica può visitare le pagine di , nel quale l'argomento viene discusso in dettaglio, con numerose illustrazioni in proposito.

È tuttavia importante precisare che Cerchi, Bambù ed Ideogrammi non coincidono con i semi originali delle suddette carte, ma ne rappresentano un'evoluzione, anche nei nomi.
Infatti nelle carte tradizionali i semi sono chiamati rispettivamente Denari, cioè singole monete, Stringhe, cioè cento monete infilate ad una sottile corda (come anticamente si usava fare in Cina ed è tutt'oggi simbolo di prosperità, cfr. illustrazione a sinistra) e Miriadi ovvero Decine di Migliaia, riferite sempre alle monete e rappresentate dallo stesso ideogramma  Wan che si ritrova anche nel Mah Jong. Inoltre, essendo basati su valori numerici (rispettivamente 1, 100 e 10.000) i tre semi originali avevano anche una gerarchia; ma nel Mah Jong, una volta andato perso il rapporto tra semi e numeri, anche questa è svanita: infatti nel gioco, Cerchi, Bambù e Miriadi sono assolutamente equivalenti.

Nei semi di Cerchi e di Bambù la modalità di rappresentare il valore di ciascun pezzo è del tutto simile al sistema usato dalle carte da gioco occidentali: i segni del rispettivo seme sono ripetuti un numero di volte pari al valore del pezzo (tre volte il segno = 3, otto volte il segno = 8, e così via).
Un'eccezione a questo schema è data dall'1 di Bambù, che raffigura un uccello, in genere un pavone, il cui aspetto può variare anche di molto a seconda delle edizioni (cfr. galleria per altri esempi).
Le ragioni di questa iconografia un po' "speciale" vanno cercate nelle stesse carte da gioco a semi monetari da cui il Mah Jong deriva, nelle quali il soggetto corrispondente all'1 di Bambù, chiamato 1 di Stringhe, ha una forma che potrebbe ricordare una testa di uccello capovolta (cfr. gli esempi a destra)

1 di Stringhe da diverse edizioni
di carte a semi monetari
L'ideogramma rosso che identifica il terzo seme, , nella lingua cinese ufficiale (mandarino) è letto wan, mentre in dialetto cantonese e in giapponese è letto man; significa "10.000, decine di migliaia", ma anche "moltitudine, miriade". Nelle edizioni moderne appare sempre nella sua forma ufficiale, graficamente più complessa; invece nelle edizioni prodotte fino al 1930-35 circa aveva assai più spesso la forma semplice .
A differenza degli altri semi, le tessere di Ideogrammi non esprimono il valore di ciascun pezzo mediante il numero dei segni, bensì attraverso un ulteriore ideogramma situato nella metà superiore del pezzo, solitamente di colore blu o nero, corrispondente ad un numero da 1 a 9:

Nelle edizioni del gioco per uso in Occidente, sulle tessere di tutti e tre i semi sono presenti anche dei piccoli numeri arabi, che facilitano l'identificazione dei valori; nelle edizioni orientali questi ultimi in genere mancano (cfr. il secondo pezzo da sinistra nell'illustrazione precedente).

Infine, una particolarità che si osserva in alcune delle primissime edizioni americane (1923) è la presenza di un diverso ideogramma su ciascuno dei quattro 1 di Cerchi, al centro del disegno: 自 Zi, 由 You, 麻 Ma e 雀 Que, letti in quest'ordine, formano un'espressione idiomatica che significa "per sempre libero", chiaramente allegorica in quanto contiene i due ideogrammi relativi al nome del gioco, 麻雀 (cfr. la sezione storia). Nell'illustrazione qui a lato i pezzi sono ordinati da destra verso sinistra (雀麻由自) secondo la direzione in cui, ancora negli anni '20, venivano letti gli ideogrammi cinesi.
Babcock quasi certamente copiò questo dettaglio da un'edizione originale cinese, ma il suo mancato riscontro in altri set originali dell'epoca o antecedenti, nonché nelle edizioni importate in Gran Bretagna (ma di fabbricazione cinese) grosso modo negli stessi anni, sembra indicare che i quattro ideogrammi, con ogni probabilità, non appartenevano all'iconografia tradizionale.



ORIGINE E SIMBOLOGIA DEI DRAGHI


In Occidente anche le tessere dei Venti e dei Draghi hanno solitamente piccole lettere per permetterne una più facile identificazione da parte dei giocatori:
  • i quattro Venti sono marcati con le iniziali inglesi (internazionali) dei punti cardinali: E, S, W, N;

  • i tre Draghi, un po' più difficili da identificare per i giocatori inesperti, riportano le lettere C per il Drago Rosso, F per il Drago Verde e B per il Drago Bianco.
    Queste lettere sono l'abbreviazione del nome cinese dei tre pezzi:
    • C sta per Chung, cioè l'ideogramma che compare sul Drago Rosso e significa "centro", ma anche "dentro".
      (NOTA: attualmente la trascrizione fonetica di questo ideogramma non è più chung, come una volta, ma zhong).

    • F sta per Fa (), l'ideogramma che indica il Drago Verde, e significa "emettere, far uscire, scoccare (una freccia)".

    • B sta per Bai ("bianco") o, per esteso, Bai ban ("tavola bianca"), oppure Bai pi ("pelle bianca"), con riferimento al colore del drago.
      In alcuni set è presente la lettera P anziché la B, essendo bai pronunciato non troppo diversamente da pai.
Nei set prodotti prima del 1940 circa, il Drago Bianco era un soggetto completamente privo di decorazioni, cioè del tutto identico ad una tessera di ricambio, il che spiega il nome di "tavola (tessera) bianca".

Drago Bianco visto da davanti e di lato, da
un'edizione inglese del 1923 prodotta in Cina
e da una giapponese moderna (a destra):
nella prima il davanti si distingue dal dorso
per la curvatura, nella seconda per il colore
L'aspetto interamente bianco era valso a questo soggetto il soprannome di sapone da parte di alcuni giocatori occidentali, perché in effetti ricordava un po' una minuscola saponetta.
La cornice  fu aggiunta in seguito come puro elemento grafico di distinzione. Infatti quando cominciarono a comparire edizioni prodotte in materiali sintetici (resine, cfr. dettagli), le cui tessere hanno spesso la parte frontale che forma un tutt'uno col dorso (cosiddette edizioni monocromatiche), diventava impossibile stabilire se un pezzo privo di disegni fosse il davanti di un Drago Bianco oppure un qualsiasi dorso. Si dice anche che un secondo scopo della cornice fosse quello di fungere da deterrente per i giocatori fraudolenti, che baravano spacciando per Draghi Bianchi le tessere di ricambio!

In Giappone, però, è rimasto l'uso di rappresentare questo soggetto senza alcuna decorazione: nelle edizioni giapponesi (illustrazione in alto, esemplare a destra) i dorsi sono sempre colorati quindi non esiste alcun rischio di confusione. Ciò vale anche per le edizioni occidentali antiche, in cui nonostante il pezzo non avesse alcuna decorazione, era comunque riportata la piccola lettera B o P, oppure le tessere erano concave davanti e convesse dietro (edizioni in bambù), il che rendeva impossibile scambiare il Drago Bianco per un dorso.

Nella maggior parte dei set, il Drago Verde viene indicato dall'ideogramma Fa  (il primo da sinistra nell'illustrazione a lato).
Tuttavia nelle edizioni giapponesi, nonché in alcune occidentali (quelle più antiche, di importazione cinese, e quelle moderne di produzione nipponica), i Draghi Verdi sono rappresentati con lo stesso simbolo, ma scritto in forma arcaica 
(leggermente diversa); la porzione che differisce, cioè quella in basso a destra (矢), presa individualmente ha il significato di "freccia".

L'iconografia dei tre Draghi ha un'origine incerta; sono state proposte diverse interpretazioni, tra cui un riferimento al tiro con l'arco (Drago Rosso = colpire il centro del bersaglio, Drago Bianco = mancare il bersaglio, Drago Verde = scoccare la freccia).
Secondo un'altra ipotesi, invece, il Drago Rosso avrebbe inizialmente fatto parte delle direzioni cardinali, o Venti (E, S, W, N), rappresentando una quinta direzione: il Centro.

In Occidente i giocatori sembrano aver preso sufficientemente confidenza con il modo di rappresentare i Draghi: infatti dopo quasi un secolo dall'introduzione del gioco vengono ancora raffigurati con gli ideogrammi originali, seppure coadiuvati dall'aggiunta di una lettera.
Ma non è così negli Stati Uniti, dove già in alcuni dei primissimi set i Draghi cominciarono ad essere mostrati con l'immagine dell'animale mitologico (quando non addirittura col nome per esteso), divenuta nel tempo la rappresentazione nazionale standard di questo soggetto.

Va detto in proposito che il termine "Draghi" viene usato solo in Occidente, essendo stato introdotto da Babcock al tempo in cui importò il Mah Jong dalla Cina.
I giocatori orientali non chiamano affatto "Draghi" questi pezzi, bensì 元 Yuan ("Grandi, Capi") in Cina; in Giappone invece sono detti 元 Gen, adottando la stessa grafia e lo stesso significato cinese, benché in giapponese questo ideogramma abbia più propriamente il significato di "origine, fonte".

Presi individualmente, i Draghi sono indicati in cinese come Chung (zhong), Fa e Bai o Bai ban (sui cui significati si è già detto in precedenza).
Invece in giapponese sono detti rispettivamente Chun (un adattamento del vocabolo cinese originale), Hatsu (pronuncia giapponese dell'ideogramma verde per "emettere, scoccare") e Haku (letteralmente: "bianco"): quindi il loro significato è identico, nonostante le differenze di pronuncia.

È interessante notare, però, che il termine "Draghi" non fu un'invenzione di Babcock del tutto gratuita, per dare al gioco un tocco più esotico, bensì con ogni probabilità fu ispirata dalla composizione arcaica dei pezzi, con cui il fondatore del Mah Jong occidentale ebbe sicuramente modo di venire in contatto durante la sua pemanenza in Oriente.
Come spiegato anche nelle sezioni sulla storia e sui dettagli, tra le versioni più antiche di questo gioco (Cina, 1870-1910) alcune edizioni avevano quattro pezzi contraddistinti dall'ideogramma rosso  Long ("drago") e altri quattro dall'ideogramma verde  Feng ("fenice"): sostanzialmente, questi due soggetti corrispondevano agli attuali Drago Rosso e Drago Verde.
L'idea di chiamare tali pezzi "Draghi" forse venne a Babcock in quanto il drago e la fenice sono entrambe creature accomunate dal fatto di esistere solo nella fantasia e di essere volanti; la definizione di "Drago" potrebbe poi essere stata estesa al terzo soggetto, il pezzo senza alcuna decorazione (quindi di difficile inquadramento per i giocatori occidentali), che in Occidente divenne così per tutti il Drago Bianco.
Un punto importante a favore di questa teoria è che i due soggetti arcaici suddetti erano ancora presenti nelle primissime edizioni di Mah Jong comparse negli Stati Uniti attorno al 1923 (cfr. illustrazione a destra), pur avendo la composizione dei pezzi già acquisito il suo schema definitivo, cioè quello tutt'ora in uso: in pratica, persistevano i due soggetti arcaici e ma venivano chiamati con i "nuovi" nomi Drago Rosso e Drago Verde.
Viceversa, i primi set in Europa (1923 circa) hanno sempre avuto i Draghi già indicati con i ben noti ideogrammi e , pur essendo stati introdotti solo due o tre anni dopo la diffusione del gioco in America.
Ben presto, come già accennato in precedenza, le edizioni americane preferirono abbandonare la rappresentazione dei Draghi a mezzo di astratti ideogrammi, preferendogli la vera e propria sagoma dell'animale mitologico. Ma, così facendo, si finì col perdere qualsiasi rapporto coi soggetti originali cinesi, che invece in Asia ed in Europa è fortunatamente sopravvissuto.



ORIGINE E SIMBOLOGIA DI STAGIONI, FIORI E ALTRI SOGGETTI SPECIALI


Sui pezzi speciali, cioè Stagioni e Fiori, normalmente compaiono i rispettivi ideogrammi: 春 Chun ("Primavera"), 夏 Xia ("Estate"), 秋 Qiu ("Autunno") e 冬 Dong ("Inverno") nella prima serie, e 梅 Mei ("Pruno"), 蘭 Lan ("Orchidea"), 菊 Ju ("Crisantemo") e 竹 Zhu ("Bambù") nella seconda.

Le Stagioni fanno parte del gioco per il loro rapporto con le direzioni cardinali, ovvero con i quattro Venti che le rappresentano (un elemento che caratterizza fortemente il Mah Jong): infatti in Cina la primavera è la stagione durante la quale soffiano prevalentemente i venti da Est, l'estate quella in cui prevalgono i venti da Sud, l'autunno quella in cui soffiano maggiormente da Ovest, mentre d'inverno lo fanno da Nord. I pezzi delle stagioni sono quindi numerati da 1 (Primavera) a 4 (Inverno) seguendo questo rapporto.

La serie dei Fiori, invece, si spiega con la tendenza di molte culture orientali ad attribuire un legame tra fiori, piante o alberi e il periodo dell'anno di cui sono più caratteristici. Ciò è meno univoco del rapporto Stagioni-Venti di cui si diceva prima; infatti, i Fiori che fanno tradizionalmente parte del Mah Jong, cioè Pruno, Orchidea, Crisantemo e Bambù, sono oggi numerati in questo stesso ordine (cfr. esempio a sinistra in alto), ma nelle edizioni antecedenti gli anni '40 questi due soggetti erano invertiti nella loro sequenza (esempio più in basso), risultando così Bambù il n°3 e Crisantemo il n°4. Ovviamente non vi è nessuna specifica ripercussione sul gioco dipesa da questa variazione.

Altre interessanti relazioni con la cultura e la tradizione locali le riservano i pezzi speciali che in alcune edizioni sostituiscono o si affiancano a Stagioni e Fiori.
Nei set americani dei primi anni '20, ad esempio, oltre alla serie dei Fiori, più o meno costante, c'era una discreta variabilità nella scelta dei soggetti della seconda serie (nonostante quest'ultima venisse chiamata comunque "le Stagioni", evidentemente ignorando i soggetti realmente riprodotti sulle tessere).
Quelli presenti nelle edizioni col marchio ufficiale "Mah-Jongg" (cfr. storia), come mostrato qui a destra, erano piccole vedute di genere che raffiguravano quattro mezzi di trasporto tradizionale (carretto, portantina, risciò e sanpan), ma i loro quattro ideogrammi 中 Zhong, 華 Hua, 麻 Ma e 雀 Que, letti in questa sequenza (anche se all'epoca la scrittura cinese procedeva da destra verso sinistra), formavano l'espressione "mah jong cinese" o, più letteralmente, "passero della canapa cinese". Questa fu probabilmente una trovata di J.P.Babcock, perché tale serie non è mai comparsa in alcuna edizione orientale.

In altre edizioni coeve ma prive del marchio originale erano presenti le vere e proprie Stagioni.
Altre ancora, invece, avevano quattro soggetti riferiti ad attività dell'uomo, marcati con gli ideogrammi 漁 Yu "pesca", 樵 Qiao "raccolta della legna", 耕 Geng "aratura" e 读 Du "studiare, leggere". Questa serie era stata certamente copiata da set originali cinesi, perchè sono noti esemplari orientali molto antichi comprendenti questi quattro soggetti.

Nei primi set giunti dalla Cina verso l'Europa (soprattutto in Gran Bretagna), la serie delle Stagioni era rimpiazzata più o meno costantemente da quattro soggetti diversi da quelli americani, numerati anch'essi dall'1 al 4.
琴 Qin abbreviazione di GuQin o Kuchin (letteralmente "antica cetra"), strumento tradizionale cinese a sette corde (cfr. illustrazione a destra in alto); 棋 Qi per WeiQi o Weichi, gioco da tavolo praticato su una scacchiera con pedine chiare e scure, più noto in Occidente col nome giapponese di Go o I-go; 书 Shu cioè "libro, scrittura", in realtà indicante la calligrafia; 画 Hua ovvero "disegno, pittura". Dal 1600 circa queste attività, dette 四艺 SiYi cioè "le Quattro Arti", erano considerate quelle a cui si dedicavano i letterati e facevano quindi parte a pieno titolo del retaggio culturale cinese.



In seguito queste serie "alternative" scomparvero dalle edizioni occidentali, venendo rimpiazzati dalle Stagioni, soggetti con cui i giocatori si trovavano evidentemente più a loro agio. Tuttavia vi sono esempi di edizioni orientali moderne che ancora contengono queste serie, soprattutto se il set ha una dotazione multipla di pezzi speciali, come avveniva anche in alcuni set cinesi arcaici. Ciò farebbe pensare che la serie delle arti manuali e quella delle "Quattro Arti" più intellettuali fossero volutamente contrapposte.

Altri soggetti che è frequente incontrare tra i pezzi speciali delle edizioni orientali sono quelli abbinati a coppie; pur essendo spesso numerati (ma non sempre), mancano dell'ideogramma identificativo.
I più frequentemente osservati sono:
  • l'Anziano (il Ricco) e la Pentola di monete d'oro;
  • il Pescatore e il Pesce;
  • il Gatto e il Topo;
  • il Gallo e il Millepiedi.
  • Più di rado, alcune edizioni possono contenere soggetti menu usuali, come nell'esempio a sinistra, che ai primi due più comuni abbina una figura maschile giovane e un rospo a tre zampe.
    Questa coppia, in apparenza bizzarra, si riferisce ad un personaggio molto popolare del folklore cinese chiamato 劉海 LiuHai, un alchimista che sarebbe vissuto nel X secolo e che avrebbe appreso il segreto dell'immortalità dal rospo 蟾蜍 ChanChu (rappresentato più spesso con tre zampe). I due, come mostra l'illustrazione a destra, compaiono spessissimo assieme in dipinti, stampe, statuette, amuleti, ecc. in quanto considerati portatori di prosperità e ricchezza; nelle loro raffigurazioni non mancano quasi mai le monete, infilate a una stringa, come in Cina era davvero in uso fare nei secoli passati.

    Una considerazione più generale è che in tutte queste coppie di soggetti abbinati il primo è "dominante" sul secondo: infatti alcune varianti delle regole permettono al giocatore che possiede il primo pezzo di catturare il secondo corrispettivo, se appartiene ad un avversario.

    Infine, i pezzi 百搭 Bai Da, quando presenti, hanno spesso delle decorazioni negli angoli opposti, riferibili anch'essi a oggetti e simboli tradizionali (sebbene piuttosto stilizzati, per via delle ridotte dimensioni), la cui funzione è verosimilmente scaramantica, data anche la natura di questi pezzi aggiuntivi, simili per concetto ai jolly delle carte da gioco.


    Superando con un balzo l'Oceano Pacifico e passando alle edizioni americane moderne, osserviamo che quest'ultime sono spesso dotate, oltre che dei Joker (jolly) con tanto di nome, anche di una doppia serie di pezzi speciali (in tutto, sedici). È risaputo che i giocatori statunitensi prediligono le regole che fanno uso di numerose tessere extra; molte di queste sono decorate con con allegorie floreali, ma in realtà a volte i veri e propri Fiori sono assenti.
    Sebbene la loro combinazione sia diversa a seconda dell'edizione, la più frequente è quella mostrata a sinistra: una serie di Stagioni con nomi inglesi abbreviati e numeri progressivi da 1 a 4 in rosso, una serie identica ma con lettere e numeri in nero, una terza serie di Stagioni con i corrispondenti ideogrammi cinesi e numeri arabi, nonché una serie con ideogrammi e numeri di diverso colore dai precedenti, che raffigurano soggetti beneauguranti: 福 Fu "fortuna, felicità", 禄 Lu "buona sorte", 寿 Shou "lunga vita" e 貴 Gui "nobile, prezioso".
    In altre edizioni sono presenti Stagioni e Fiori con i loro nomi inglesi, ma la terza e quarta serie sono pressoché sempre analoghe a quelle appena descritte.
    Il motivo della presenza di icone così poco "americane" (il cui reale significato è probabilmente compreso da una percentuale davvero minima degli utenti) si giustifica col fatto che nel Nordamerica ancora oggi molte edizioni, per motivi economici, vengono importate da Taiwan.


    Un'ultima considerazione riguarda la forma di alcuni ideogrammi che accompagnano i vari soggetti fin qui descritti, che in alcune edizioni sono scritti in forma "semplice", cioè con un minor numero di tratti, mentre in altre edizioni hanno la forma "ufficiale", più complessa.
    Occorre premettere che non tutti gli ideogrammi hanno le due grafie; ad esempio, quelli delle Stagioni appaiono sempre in un'unica forma. Ma il secondo soggetto tra i Fiori, l'Orchidea può essere scritto 兰 (forma semplificata, cfr. illustrazione a destra, A, C ed E) come pure 蘭 (la sua variante più complessa, B, D ed F).
    D'altronde, come spiegato in precedenza, lo stesso fenomeno interessa l'ideogramma Wan (万 ~ 萬), che rappresenta uno dei tre semi. Invece l'ideogramma 读 Du (facente parte delle quattro attività umane), quando presente, è sempre scritto nella sua forma semplice, mai in quella più complessa.
    Questa tendenza alla doppia grafia sulle tessere ha diverse motivazioni: in primo luogo, perché originariamente in Estremo Oriente i giocatori di Mah Jong erano per lo più contadini, pescatori, ecc., di modesta estrazione culturale (esattamente al contrario dei giocatori occidentali), con un grado di alfabetizzazione spesso limitato alla conoscenza dei soli ideogrammi semplici.
    Poi dipende dalla provenienza geografica: nei set prodotti in Cina (esempio A in figura) ormai da diversi anni si fa uso quasi esclusivamente degli ideogrammi semplici, mentre in altre aree come ad esempio Taiwan (esempio B), prevale l'uso di quelli ufficiali, dalla grafia più complessa.
    Infine anche per un motivo di ordine pratico: nel ridottissimo spazio a disposizione sulla tessera, per quelle incise a mano (esempio C) si prediligono gli ideogrammi "semplici", perché più facili da riprodurre (quelli ufficiali risulterebbero confusi e poco comprensibili). Viceversa con tecniche industriali, come l'impressione a caldo per mezzo di una matrice (esempio D), è possibile mantenere la leggibilità anche di quelli più complessi.
    Nelle moderne edizioni occidentali (esempi E ed F), ovviamente, la scelta di usare l'una o l'altra forma è piuttosto ininfluente, perchè i giocatori prestano molta più attenzione al numero che all'ideogramma.



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