L' Enciclopedia di Cassandra | |||
|
Graal Il Graal è un'icona misteriosa che, per 8 secoli, ha costituito un ideale ma di cosa si tratta nella realtà? Il termine Graal designa in
francese antico una coppa o un piatto, derivando dal latino medievale
gradalis, con il significato di "piatto", dal greco κρατήρ ("vaso")
o krater (parola greca usata per una coppa poco profonda e con due
manici). Secondo alcuni studiosi, all'origine l'oggetto era una coppa appartenente ad un sacerdote druidico che vi poneva il sangue delle vittime sacrificali e Nascien, secondo la tradizione un principe di Sarras convertito al cristianesimo da Giuseppe d'Arimatrea, sarebbe stato il primo sacerdote druido ad accettare la fusione dell'antica cultura con quella cristiana. In un'Europa abbandonata dall'egemonia della cultura romana, appena lambita dal cristianesimo, queste differenti tradizioni si sono fuse trovando un vettore comune nella figura di Gesù Cristo: il Graal (poi Santo Graal) infatti diventa la coppa utilizzata nell'Ultima Cena da Gesù, utilizzata successivamente da Giuseppe d'Arimatea per raccogliervi il sangue del Cristo.
Origini Le origini del Graal letterario possono essere ricondotte ad antiche saghe celtiche intorno ad un eroe viaggiatore che si ritrova in un "altro mondo", su un piano magico parallelo al nostro. In questi racconti il Graal era semplicemente un piatto o coppa, come l’inesauribile cornucopia greco-romana, presentato per significare la natura mistica dell’altro mondo. In termini
materiale, i primi accenni al Graal sono nelle pagine di un manoscritto
medioevale ormai perduto (anche se, poichè l'originalità era vista con
sospetto, molti autori sostenevano di essersi ispirati a testi più
antichi per i racconti di loro invenzione). Jacopo da Varagine, il quale nel 1260 circa, racconta nella Legenda
Aurea, che durante la prima Crociata (del 1099), i Genovesi trovarono il
calice usato nell'Ultima Cena.
Apparizione del Santo Graal Il Graal appare per la prima volta sotto forma letteraria nel
'Perceval
ou le conte du Graal' (fra
il 1190 e il 1240), un
racconto probabilmente destinato a un pubblico di cavalieri (non
particolarmente raffinati ma non completamente estranei all'ambiente
culturale).
Le 'continuazioni' del Conte du Graal Nei 3/4 decenni
che seguirono il decesso di Chrétien, una mezza dozzina di scrittori
tentò di completare il racconto. Le conte du
Graal' fu scritto con la sponsorizzazione di Filippo, conte di Fiandra.
Sembra probabile che le varie continuazioni siano legate ai suoi
successori sul trono delle Fiandre che, oltre a essere famosi per il
loro mecenatismo letterario, sembravano considerare l'opera come
proprietà della famiglia regnante. Manessieur è l'autore della 'terza continuazione' e, come il predecessore, lavorò per la contessa. Nei brani da lui scritti, il Graal conpare 3 volte: portato da un angelo per guarire Perceval e un altro duellante, la seconda in cui 'mentre passava il Graal, le tavole furono colme dei piatti più prelibati' e alla morte del Re Pescatotore. In quest'ultima fase, Percival viene incoronato e, dopo sette anni da sovrano, diventa un eremetita e scompare con gli oggetti sacri del Re Pescatore (Graal compreso). Gerbert de Montreuil fu l'autore della 'quarta continuazione' riportando, nel testo in nostro possesso, le ultime righe della 'seconda continuazione' (di Wauchier). Con ogni probabilità, anche questo autore concludeva il racconto con l'incoronazione di Perceval e la ricompensa del Graal.
I prologhi del Conte du Graal I tentativi di completare il 'Conte du Graal' apparvero poco chiari anche ai contemporanei e, mentre venivano composte le 'continuazioni', due autori ritennero fosse necessario un prologo chiarificatore. I risultati furono 'Il prologo di Bliocadran' e il 'Prologo di spiegazione'. Nel Prologo di
Biocadran vengono evidenziati gli antenati di Perceval. Il 'Prologo di
spiegazione' comincia con la leggenda di fanciulle che vivono nella
foresta e offrono carni e bevande ai passanti stoviglie di oro. Il
racconto continua con lo stupro e il furto da parte del re Amangos e dei
suoi cavalieri (poi puniti dai cavalieri di Artù).
Robert de Boron Una successiva interpretazione del Graal è quella che si trova nel
Parzival di Wolfram von Eschenbach, secondo il quale il Graal sarebbe
una pietra magica (lapis exillis) che produce ogni cosa che si possa
desiderare sulla tavola in virtù della sua sola presenza. - la storia del
Graal (Joseph d'Arimathie ovvero Giuseppe di Arimatrea) fu composto
tra il 1170 ed il 1212. - la storia di
Merlino e Artù (Merlino). - la storia di Perceval, di cui ci sono giunte solo due copie molto diversa fra loro.
I romanzi successivi Il romanzo
successivo, 'Perlesvaus', tratteggia nel prologo la genealogia dei
custodi del Graal (da Giuseppe di Arimatrea ad Artù) e i poteri del
Graal sono enunciati fin dall'inizio perché rappresentanti della Nuova
Legge di Cristo (in contrapposizione della Vecchia Legge di pagani ed
ebrei). Vari cavalieri intraprendono la ricerca del Graal in racconti annessi al
ciclo arturiano. Alcuni di questi racconti presentano cavalieri che
ebbero successo, come Percival o Galahad; altri raccontano di cavalieri
che fallirono nell’impresa per la loro impurità, come Lancillotto.
Nell’opera di Wolfram, il Graal fu messo in salvo nel castello di
Munsalvaesche (mons salvationis) o Montsalvat, affidato a Titurel, il
primo re del Graal. Alcuni hanno identificato il castello con il
Monastero di Montserrat in Catalogna. La Chiesa, a sua volta, vede l'occasione per esercitare il proprio controllo su questi guerrieri e sviluppa una versione religiosa degli ideali laici profusamente descritti nel nuovo genere letterario.
Un testo di natura
religiosa (sebbene si creda che originariamente fosse laica e con
protagonista Lancillotto. Solo successivamente sarebbero state aggiunte
le componenti 'cristiane') è la Quéte du Saint Graal
(1220?). L'autore stesso, forse un monaco,
sottolinea l'aspetto religioso inducendo il personaggio di Artù a dichiarare (poco prima della
comparsa del Graal): 'saremmo molto lieti se Nostro
Signore ci mostrasse un segno del suo grande amore Le pagine iniziali riprendono la storia di Giuseppe di Arimatrea come era stata narrata da Robert de Boron tranne per alcuni particolari: - il Graal non gli viene consegnato da Pilato ma lo stesso Giuseppe la recupera per 'avere alcune cose che Egli aveva toccato quando era in vita'; - vengono indicate numerose similitudini fra il vagare di Giuseppe col Graal ed il vagare degli israeliti alla ricerca della Terra Promessa con l'Arca dell'Alleanza (il Graal, fra l'altro, sarà posto per ordine divino in un'arca e apparirà in grado di ferire/uccidere chi si avvicina troppo, esattamente come l'Arca di Mosè).
Il Graal, secondo i testi
gnostici e viene tramandato da padre a figlio nella discendenza di
Giuseppe d'Arimatrea. Il custode detiene il titolo di Re Pescatore e una
ferita alle gambe che, nei
romanzi arturiani,
rende la terra sterile. - Giuseppe d'Arimatrea; - Josephus (figlio di Giuseppe d'Arimatra) il quale, risulta votato alla castità; - Alain (figlio di Hebrone e
della sorella di Giuseppe d'Arimatrea) che, essendo votato alla castità,
non ha figli. - Giosuè (fratello di Alain) che sposa la principessa delle Terre di Foraine di cui, ha guarito il padre dalla lebbra; - Amindanap (figlio di Giosuè) che sposa la figlia di Re Lucesdi di Gran Bretagna; - Chatelois (figlio di Amindanap) che diventa cavaliere e, in seguito, sovrano delle terre paterne; - Manaal (figlio di Chatelois) ricordato per le abbazie che avrebbe fatto costruire; - Lambor (figlio di Manaal) ucciso da un saraceno con la spada trovata su una nave abbandonata (in seguito, si scopre che la nave era stata varata dopo un sogno profetico da Salomone e destinata a riportare il Graal a Sarras. La spada è quella destinata a Lancillotto); - Pelleam (figlio di Manaal) che
sarà ferito a entrambe le gambe durante una battaglia. Pelles (figlio di Pelleam) viene
principalmente anche perché, con uno stratagemma riesce a far
ingravidare la figlia da Lancillotto. L'eroe (Gawain, Percival, o Galahad) incontra il re pescatore ed è invitato ad una festa al castello. Il Graal è ancora presentato come un vassoio di abbondanza ma è anche parte di una serie di reliquie mistiche, che includono anche una lancia che stilla sangue (da alcuni interpretata come la Lancia di Longino) ed una spada spezzata. Lo scopo delle reliquie è di incitare l’eroe a porre domande circa la loro natura e quindi rompere l’incantesimo del re infermo e della terra infruttuosa, ma l’eroe invariabilmente fallisce nell’impresa.
Secondo il racconto dei Vangeli sinottici (Matteo 26,26-29; Marco 14,22-25; Luca 22,15-20), durante l'Ultima Cena Gesù prese il pane, lo
spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: Il giorno dopo, Venerdì di Passione, Gesù fu crocifisso. Quando venne deposto dalla croce uno dei suoi discepoli, Giuseppe d'Arimatea, lo avvolse in un lenzuolo e lo portò nella tomba di famiglia che si era da poco fatta costruire lì vicino. Robert de Boron, autore del Roman dou l'Estoire
de Graal ou Joseph d'Arimathie (secolo XIII) aggiunge a queste vicende
un episodio che non compare né nei vangeli canonici né negli
apocrifi: mentre il corpo di Gesù veniva lavato e preparato per
essere sepolto, alcune gocce di sangue uscirono dalla ferita infertagli
dal centurione. Il rapporto fra Graal ed
Eucarestia, il rapporto culminante della messa10, è molto
stretto. Il Graal nelle tradizioni esoteriche Molte tradizioni esoteriche hanno inteso sotto il nome Graal il simbolo della Conoscenza, della Sapienza, Tradizione Arcaica o Primordiale. Il Graal rappresenterebbe dunque la "Parola Perduta" cioè quella conoscenza che doveva essere concessa all'"Uomo dell'Eden" ed il cui simbolo era rappresentato dall'Albero della Vita. In tale ottica le tradizioni esoteriche occidentali tracciano una breve storia del percorso che avrebbe subito il Graal da dopo la caduta edenica del genere umano fino ad arrivare all'Ultima Cena. Il Graal viene intagliato dallo
smeraldo che ornava la fronte di Lucifero e perduto dall'angelo durante
la caduta. Affidato ad Adamo, il gioiello rimane incustodito quando il
primo uomo viene cacciato finché Seth ottenne il permesso di tornare in
paradiso a recuperarlo.
Secondo una recente interpretazione il santo Graal deriverebbe da "sang
real", ovvero il sangue della discendenza di Gesù, sposato con Maria
Maddalena. La Maddalena, assieme ad altre donne citate nei vangeli, dopo
la crocifissione sarebbe fuggita dalla Palestina su una barca per
approdare in Provenza assieme al figlio avuto da Gesù. Avrebbe poi
risalito il Rodano raggiungendo la tribù dei Franchi, che non sarebbero
stati altro che la tribù ebraica di Beniamino nella diaspora. I
Merovingi, i primi re dei Franchi, proprio a causa di questa origine
avrebbero avuto l'appellativo di re taumaturghi, ovvero guaritori, per
la loro facoltà di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani,
come il Gesù dei vangeli.
Già nel Medioevo esistono testimonianze relative al luogo dove sarebbe
conservato il Graal. Le più importanti sono:
2. un’altra fonte della fine del XIII secolo parla di una copia del
Graal a Costantinopoli. La testimonianza si trova nel romanzo tedesco
del XIII secolo Titurel il giovane. Questo Graal sarebbe stato trafugato
dalla chiesa del Boucoleon durante la quarta crociata e portata da
Costantinopoli a Troyes da Garnier de Trainel, decimo vescovo di Troyes,
nel 1204. Viene ricordato lì ancora nel 1610, ma sarebbe scomparso
durante la Rivoluzione francese; 4. l’altro calice identificato col Graal è il santo cáliz, una coppa di agata nella cattedrale di Valencia. Essa è posta su un supporto medievale e la base è formata da una coppa rovesciata di calcedonio. Sopra c’è una iscrizione araba. Il primo riferimento certo al calice spagnolo è del 1399, quando fu dato dal monastero di San Juan de la Peña al re Martino I di Aragona in cambio di una coppa d’oro. Secondo la leggenda il calice di Valencia sarebbe stato portato a Roma da San Pietro.
5. nella Quéte du Graal, testo
appartenente al
ciclo arturiano, Gesù
stesso domanda a Galahad, Perceval e Bors (cugino di Lancillotto) di
portare il Graal a Sarras (una città 'ai confini con l'Egitto', il cui
nome potrebbe derivare dall'aggettivo saraceno). 6. nel libro The Idylls of the King di Tennyson (1885) si racconta che Giuseppe d'Arimatrea nasconde il calice nel Chalice Well di Glastonbury. 7. una tradizione lucchese sostiene che, nel VIII° sec., Gualtero ritrovò il Volto Santo (un antico crocefisso scolpito in noce, anche se le leggende sostengono si tratti di cedro del libano9. L'opera è tuttora visibile nella Chiesa di San Martino a Lucca) ed un'ampolla contenente il sangue di Cristo (di cui si sono perse le tracce dopo la consegna a Lumi);
8. secondo lo scrittore
trecentesco Albrecht von Scharffenberg, che scrisse "Il secondo Titurel",
il Graal e la croce sarebbero custodito in un castello detto "Turning
Castle" (Castello Rotante) molto simile al
Takt-I-Taqdis5. 9. secondo altre versioni, il Graal sarebbe in mano ai Catari e conservato a Montsegur (dove i seguaci sono stati sterminati dall'Inquisizione, nel 1244). Questo è il luogo dove, negli anni '30, l'ufficiale naziasta Otto Rahn ha cercato il Graal; 10. un'ulteriore versione vede il Graal consegnato ai Templari (dalla setta ismailita degli Assassini che veneravano Bafometto6), nascosto e mai ritrovato nel Castello di Gisors.
11. il Graal, secondo alcune
teorie, sarebbe stato consegnato ai Cavalieri Teutonici (fondati nel
1190) dai Sufi7. 12. altre versioni sostengono che il Graal, portato da Savoia con la Sacra Sindone, si trovi a Torino e che le statue del Tempio Santa Madre di Dio celano le indicazioni per raggiungere il nascondiglio;
13. il Graal risiede a Bari
dove è stato portato nel 1087 sotto copertura (il viaggio,
ufficialmente, serviva a portare le spoglie di San Nicola, che avrebbe
ottenuto la sua fama di dispensatore di abbondanza proprio grazie
all'oggetto, dalla Turchia) dal Papa Gregorio VII. Il Pontefice non
voleva lasciare la reliquia a Sarraz (dove il suo potere rischiava di
essere sfruttato dai saraceni) ma non intendeva pubblicizzare l'evento
perché il calice appariva ancora legato all'Antica Religione
[?]. §§§ ° §§§ ° §§§ NOTE: 1 = i cavalieri sono guerrieri. Il loro potere e la loro ricchezza dipendeva dalle terre loro assegnate come compenso per le prestazioni militari offerte. 2 = il termine 'romanzo' deriva dal francese 'roman'. Questo termine denota la storia come un 'romanz' ovvero, un testo scritto nella lingua di ogni giorno (invece della lingua colta: il latino).
3 =Gauteier di Montbéliard
discendeva dai duchi di Borbogna e legato lontanamente, per matrimonio,
ai conti Champagne e di Fiandra. 4 = da notare che Boron potrebbe avere scelto Giuseppe di Arimatrea perchè, nel Nuovo Testamento, l'uomo è indicato come decurione (qualifica militare poi trasformata in 'membro del Sinedrio', normalmente mascherata nella versione volgare dell'opera) e, come soldato, l'uomo diventa un esempio per la classe dei cavalieri a cui sono destinati i poemi cavallereschi. 5 = Takt-I-Taqdis è il palazzo persiano costruito nel VII° sec. che poteva essere fatto ruotare su grandi rulli di legno. 6 = secondo alcune teorie, Bafometto sarebbe il nome con cui veniva chiamato il Graal. 7 = i Sufi sono una setta islamica che venere il Dio nelle tre religioni (ebraico, cristiana e islamica).
8 = lo Zoroatismo è una
religione diffusa nell'Iran preislamico, conosciuta anche come
Mazdeismo.
9 = secondo la leggenda, lo
scultore del Volto Sacro è il discepolo Nicodemo, menzionato nel Vangelo
di Giovanni. 10 = la messe, a sua volta, la cerimonia centrale della chiesa medioevale. §§§ ° §§§ ° §§§ BIBLIOGRAFIA: Graal di Richard Barber (Ed. Piemme 2004) http://www.negritemi.netsons.org/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=50 http://gwyneed.splinder.com/tag/re+art%C3%B9 http://www.bonifacio-ottavo.it/alunni/lavori/SacroIV.htm http://www.itclucca.lu.it/interessanti/luccacittadarte/2id/VOLSAN/IL%20%20VOLTO%20%20SANTO.html
|
||
In queste pagine,
potrete trovare materiale tratto da internet che rimane di proprietà
degli ideatori e dei primi utilizzatori. Se qualcuno riconoscessero materiale di loro creazione in questo
sito, di inviarmi un loro link che sarò lieta di
inserire nelle mie pagine. In caso di uso non gradito, provvederò a cancellarli dal sito. |