Intervista
a PAVAN SERGIO (5/10)
La partita più
difficile è stata quella contro il Maserà,
giocata in casa quando eravamo primi in
classifica. Cera una pioggia
torrenziale e il campo era al limite
della praticabilità. Abbiamo perso per 3-1,
non ceravamo proprio in campo.
Ricordo che, dopo la partita, siamo
andati a ballare al Residence (al
pomeriggio della domenica in quegli anni
le ragazze rientravano alle 18,30
19,00): non riuscivamo nemmeno a stare in
piedi per la stanchezza!
Una volta siamo andati in
trasferta a Cadoneghe e il campo era
ghiacciato. Io ero capitano e dovevo
decidere, insieme allaltro capitano
e allarbitro, se giocare o meno. Si
è deciso di giocare e larbitro ci
ha detto che avrebbe potuto sospendere la
partita in qualsiasi momento. Dopo due
minuti Cione, un nostro
giocatore di cui ricordo solo il
soprannome, cadendo si è procurato un
taglio profondo sulla gamba. La partita
è stata immediatamente sospesa.
Ricordo un torneo giocato a
Cadoneghe in un solo giorno, con in palio
una coppa. Quattro le squadre
partecipanti, una partita al mattino e,
se vinta, la finale il pomeriggio.
Abbiamo vinto la prima partita, al
mezzogiorno abbiamo mangiato pane e
patate americane, abbiamo fatto un giro
per il paese e siamo scesi in campo il
pomeriggio, vincendo partita e coppa. Il
ritorno era in treno: a piedi sino alla
stazione di Padova, e qui metà squadra
è salita su un treno e metà su un altro.
Ci siamo presi in giro a vicenda:
entrambi i gruppi erano convinti di
essere saliti sul treno giusto. I
giocatori dellaltro gruppo, dopo
due stazioni, si sono resi conto di
essere saliti sul treno per Cittadella.
Per poter ritornare hanno dovuto prendere
due treni; sono rientrati dopo mezzanotte.
Quando ancora giocavo con la
Doria ho fatto un provino con la 1°
squadra del Battaglia. Nel corso della
partita Franco Filippi, che aveva 3-4
anni più di me e giocava centromediano (allora
non cera il libero), mi ha
completamente neutralizzato: devo dire
che fino ad allora non avevo mai pensato
di smettere, ma quel giorno mi è andata
via la voglia di giocare. Filippi è
stato capitano del Battaglia per circa 10
anni, quando la squadra era in promozione.
Il migliore della squadra era però
Achille (Bècca) Garbin, nativo
di Battaglia: è poi andato a giocare con
il Taranto.
Ricordo che durante una
partita in casa, senza che larbitro
se ne accorgesse, Achille si è levato la
scarpa e, a piedi nudi, ha fatto partire
da metà campo una sassata che si è
infilata allincrocio dei pali. Si
era talmente abituati sin da bambini a
giocare a piedi nudi, che si
consideravano le scarpe non solo un
di più, ma anche un ostacolo.
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