Intervista
a PAVAN SERGIO (2/10)
ALI Adelino Carrari a
sinistra e io alla destra. Adelino era
velocissimo e aveva le mie stesse
caratteristiche, ma sbagliava tanti gol.
E rimasto alla Condor.
MEZZALI Enzo (Cecio)
Cappellozza, buon centrocampista
interditore, mi spronava a compiere 2-3
giri di campo prima della partita, in
modo da essere ben riscaldato;
Ilario Donà (1),
classica mezza punta, era bravo a
difendere e sapeva segnare, soprattutto
su punizione.
CENTRAVANTI Vittorio (Capéto)
Bottin, passato poi direttamente al
Battaglia; era un funambolo del calcio,
giocava alla brasiliana.
Non sono più tra noi Otello
Noventa e Giampaolo Zanardi, Adelino
Carrari ed Enzo Cappellozza.
Le rivali di sempre erano la
Murialdina, lEsedra Don Bosco, La
Sacra Famiglia, lArcella, il
Brusegana, il Vigonovo, il Mestrino, la
Vigontina e il Crocefisso.
Le partite venivano preparate
in funzione della squadra che si doveva
incontrare: cerano infatti squadre
particolarmente forti in attacco, altre
piuttosto forti in difesa o in
centrocampo e altre ancora equilibrate
nei vari reparti. Lallenatore ci
diceva come dovevamo affrontare gli
avversari che lui o altri conoscevano e
ci preparava anche mentalmente, dandoci
delle raccomandazioni. Non dovevamo mai
tirare indietro le gambe: si doveva
essere rispettosi dellavversario,
ma decisi. La stessa preparazione della
partita veniva effettuata nella Doria.
Una volta abbiamo vinto il
Campionato Provinciale e perso il
successivo Campionato Regionale CSI (Centro
Sportivo Italiano). Il risultato dellandata,
giocata al Campo Petron di Padova, è
stato di 1-1. Ricordo che Vittorio
Bottin, dopo aver dribblato due
difensori, ha scartato anche il portiere
e fatto partire un tiro che sarebbe
sicuramente andato in porta da solo. Io
sono intervenuto in gran velocità per
segnare, ma ho solo deviato
la palla, mandandola alta, sulla traversa.
Anche il cappellano di allora, che ci
seguiva, si è disperato, mettendosi le
mani nei capelli. Questa partita è stata
vista anche da 4 giocatori del Pernumia;
ricordo lincitamento che mi dava un
certo Pigozzo: queste sono partite
fatte così; vai tranquillo, mi ha
detto, ma anche lui si era messo le mani
nei capelli. Al ritorno, giocato a Mestre-Agnoletto,
abbiamo perso 1-0 (io sono rimasto in
panchina, non ricordo il perché: forse
per il gol sbagliato?), e il trofeo è
sfumato. Quel gol sbagliato me lo porterò
dentro finché vivrò.
(1) Ilario Donà è scomparso
nel gennaio 2005.
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