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LA JANUA MAJOR della Cattedrale di Benevento | |
I
PANNELLI DELLA JANUA MAJOR
La visita di Maria ad Elisabetta Sogno di Giuseppe (pannello perduto) La fuga in Egitto (molto danneggiato) Gesù chiama Giacomo e Giovanni di Zebedeo L'ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme I discepoli addormentati nel Getsemani L'incontro di Gesù coi soldati: "Sono io" dice Gesù. Giuda rifiuta i soldi del tradimento Il canto del gallo provoca in Pietro il rimorso ed il pianto Gesù affronta la flagellazione Il Cireneo porta la croce di Gesù L'Angelo annuncia alle pie donne che Gesù è risorto Arcivescovo metropolita di Benevento Per comodità non ho citato i pannelli che raffigurano i vescovi suffraganei
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La Janua Maior, la porta di bronzo della Cattedrale di Benevento, è stata definita, da Adolfo Venturi, come "il maggior poema sacro dell'età romanica nel Mezzogiorno d'Italia". Creata da due artisti successivi, la porta è composta di due battenti e complessivamente divisa in 72 pannelli delimitati da una doppia cornice di ovuli fissati, ai punti di intersezione, da rose in rilievo. Quarantatre di questi pannelli narrano la storia di Cristo, a partire dall'annunciazione a Maria (primo pannello in alto a sinistra) fino all'ascensione di Gesù. Venticinque pannelli raffigurano l'arcivescovo metropolita di Benevento ed i ventiquattro Vescovi suffraganei, quelli che facevano parte, tra il XII ed il XIII secolo, della Chiesa metropolitana Beneventana. Infine, in quattro pannelli sono rappresente teste di leoni con anelli. Di tutti questi pannelli sono arrivati fino a noi quasi tutti, tranne qualcuno danneggiato o distrutto dagli eventi bellici. IL GIUDIZIO DEGLI STUDIOSI Moltissimi studiosi, appassionati ed amanti dell'arte si sono fermati a contemplare la JANUA MAJOR della cattedrale di Benevento. Tra essi voglio ricordarne qualcuno come Ciampini, Sarnelli, Borgia, De Vita, Lenormant, Meomartini, Bertaux, Venturi al quale dobbiamo la splendida definizione riportata sopra, Leisinger ed infine i nostri Zazo e Rotili. Mi piace riportare, tra i tanti, il giudizio del prof. Mario Margotti, ripreso dal libro di mons. Ferdinando Grassi: "I frammenti dela porta di bronzo Beneventana": "Nel secolo XI si rivelò in queste opere di metallo un potere plastico, con una manifestazione nuova, di vita interiore. Così l'inerte materia, con la <<potenza rude>> del bronzo, si colloca tra le alte creazioni dell'arte. Sin dal secolo XI - continua Margotti - si notano nella scultura romanica propositi comuni e scambi di opere, di artefici e di influenze. Dovuta ad un artefice meridionale, - un artefice non insensibile agli insegnamenti che poté trarre dall'opera di Bonanno Pisano-, è la porta, a forte rilievo della CATTEDRALE DI BENEVENTO. Divisa in trentasei compartimenti per ogni battente, separati da cornici ad ovuli, al cui incrocio s'appunta un rosoncino, questa porta della fine del secolo XII, è il capolavoro dell'arte Beneventana (Mario Margotti, rivista L'ILLUSTRAZIONE VATICANA, anno 1937, n. 22). G. Edoardo Mottini conferma: "La sicurezza della composizione e la vivacità plastica sono singolari in quest'opera imponente. La porta del Duomo di Benevento annunzia e promette i miracoli fiorentini dei secoli successivi" (G. Edoardo Mottini, Storia dell'Arte italiana, Ed. scolastiche Mondadori, p. 311). A questi entusiastici giudizi, voglio aggiungerne altri due ripresi dall'Enciclopedia Universale dell'Arte: "La porta di bronzo di Benevento accoglie esperienze di tipo romanico occidentale" (Enciclopedia Universale dell'Arte, vol. VIII, Ed. G. C. Sansoni- Firenze, pag. 289). "Nel XII secolo i fonditori italiani produssero una serie di splendide porte per lo più sotto l'influsso bizantino: se ne trovano esempi a Benevento, Monreale, Pisa e altrove (Enciclopedia Universale dell'Arte, vol. IX, Ed. G. C. Sansoni-Firenze, pag. 232). L'ARTISTA, ED EPOCA DI FUSIONE DELLE PORTE Benché da più si riconosca in Oderisio da Benevento l'autore di una delle porte, a parere di mons. Grassi, gli autori sono circondati dall'anonimato "cfr. Ferdinando Grassi, Ed. Tipografica Pompei Napoli, p. 70). Secondo Grassi l'artista anonimo che ha fuso la Porta di bronzo è uscito dal cenacolo culturale di Montecassino. Anche l'epoca della fusione della Janua Major non è attestata concordemente dagli studiosi. Tuttavia la più credibile delle tesi risulta, a mio parere, quella di mons. Grassi, il quale, nell'escludere la partecipazione all'opera dell'artista Beneventano Oderisio, fa risalire la fusione alla prima metà del XIII secolo "cfr. I frammenti dela porta di bronzo Beneventana, Ed. Tipografica Pompei, Napoli, pag. 73).
Per visitare i pannelli ripresi in queste pagine, basta cliccare col mouse sul pannello della mappa immagine che si vuole vedere. Così si inquadra meglio la posizione della formella nel contesto di tutta l'opera. Oppure, più semplicemente, scegliere tra i pannelli indicati a lato e cliccare su uno di essi.
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