E dopo solo un anno dal primo episodio, Guybrush Threepwood ritorna sui nostri monitor, quando ormai è già un pirata con tanto di barba. Migliorati la grafica e il sonoro, aumentata l'ironia, confermati lo stile e la giocabilità perfetti. Che dire, ragazzi? Grazie Ron Gilbert.

A volte tornano. E così è stato. Il 1991 ha visto nascere il seguito di uno dei migliori giochi di avventura di sempre; mentre stavamo ancora gustando The Secret of Monkey Island, Monkey Island 2 (MI2 per gli amici) usciva nei negozi. Chi non amava le avventure grafiche dovette probabilmente ricredersi, chi le adorava rimase soddisfatto.
Ehi ragazzi, che introduzione ganza! In effetti, MI2 confermò il successo del primo episodio facendo aggiudicare alla Lucasarts il titolo indiscusso di miglior produttrice di adventure game. Ma quali furono le caratteristiche che decretarono il successo di questo gioco?
Prima tra tutte, la grafica. Ulteriormente migliorato, l'aspetto di MI2 coniuga l'atmosfera indescrivibile del primo episodio con qualche pixel in più e a fondali più definiti. Buono il lavoro svolto soprattutto per la rappresentazione dei personaggi, più definiti e animati meglio, che sembrano fatti apposta per scatenare l'ilarità di chi gioca; ma cosa molto molto importante è che lo STILE è rimasto lo stesso del suo predecessore. Continuando con la realizzazione tecnica, le musiche sono ancora una volta superlative (grazie di esistere Michael Land) e si inseriscono ottimamente nel gioco. La giocabilità è rimasta la stessa di prima, quindi ottima; sinceramente non so quante ore di gioco MI2 possa fornire, ma sinceramente penso che sia leggermente meno longevo del primo episodio. Questo fatto sembra essere confermato da enigmi meno astrusi e più accesibili ai principianti; interessante è anche l'inserimeno della modalità "facile", con meno enigmi, adatta soprattutto a chi si è appena avvicinto agli adventure games. In fin dei conti, quindi, MI2 sembra un gioco all'altezza del prequel,che molti giudicano addiritura superiore. Io, prima di lanciarmi in simili affermazioni, preferisco soprassedere, ma una cosa è certa: a distanza di dieci anni, MI2 fa ancora una bella figura nella mia ludoteca personale.