Il quarto episodio della mitica saga porta una ventata di novità. Per giocatori di vecchia data come me si tratta di vedere le nostre speranze rinnovate. Finalmente la Lucas ci ha dimostrato che Monkey Island non è finito con Ron Gilbert. Infatti (senza muovere troppe critiche a MI3) questo nuovo capitolo ha nuovamente un forte "carattere", diverso dai precedenti, ma che mi da speranza per un futuro episodio, ai livelli di dodici anni fa, anche se l'avventura grafica è un genere sempre meno conosciuto.

 Mentre sputavo la sabbia di Monkey Island dalla bocca, cominciai a chiedermi se la vita da temibile pirata fosse davvero eccitante come sembrava. Gli ultimi eventi erano stati dei campanelli d'allarme, dalla presunta moglie di mia moglie alle smanie antipiratesche del gazillionario australiano Ozzie Mandrill. Se solo avessi scelto una strada diversa, LeChuck sarebbe ancora morto, e i misteri dell'Insulto Supremo sarebbero rimasti per sempre un enigma, i pirati ubriaconi dell'area delle Tre Isole non sarebbero ora costretti nella doppia minaccia del turismo e del fuoco infernale. Se solo... all'improvviso, il dito leggero di una scimmia familiare mi toccò la spalla. Era il momento della battaglia più gloriosa della mia temeraria esistenza.

-Tratto dalle "Memorie di Guybrush Threepwood: Gli anni di Monkey Island".

In questa nuova avventura dalla strana grafica, il nostro eroe, Guybrush Threepwood, deve affrontare un nemico completamente diverso dallo standard piratesco. Infatti questa volta sono le manie turistico-consumiste di O. Mandrill, e il suo progetto di pulizia fra pirati a minacciare l'area delle Tre Isole. Naturalmente il voodoo e il fuoco non mancano mai! Quindi Guy, assieme alla neomoglie si trova costretto a lottare contro la burocrazia caraibica, in un caos di denunce, arresti, incantesimi e tutti gli altri ingredienti tipici della Saga. Il risultato è un avventura davvero fuori dagli schemi cui eravamo abituati, con un ritmo scoppiettante fra esilaranti gag e strani colpi di scena.