MULTIMEDIALE
Un volta c'era il testo, che si leggeva in modo sequenziale. Poi è arrivato l'ipertesto, che si naviga tra link e clic.
La parola affascina, e nello stesso tempo rassicura anche un po' chi, soprattutto nella scuola, ha tendenzialmente paura delle novità, soprattutto se tecnologiche. E a naso lo intuisce chiunque: nell'era dei computer, il testo si è fatto "iper", !
Poi succede che alle parole "linkate" si cominciano ad aggiungere immagini, suoni, animazioni, cioè altri "media". Come chiamerà questo nuovo arrivato? Presto detto: ipermedia!
Oddio! Se l'ipertesto è un testo diverso, l'ipermedia che cos'è, un “media” diverso?
Mi ricordo anni fa quando, durante la presentazione di un CD ROM scolastico, lo definirono un: “ipermedia interattivo!”
Moto istintivo di ripulsa da parte dei non "addetto ai lavori", perché il termine suonava francamente orribile. E in realtà lo era.
Media è una parola di origine latina che molti pronunciano all'inglese. E' una parola plurale che al singolare fa medium, e dire “un media” già non è in partenza un gran sfoggio di cultura.
Il prefisso iper poi, già opportunamente usato per estendere il significato della parola testo, pone l'accento sui "link", sulla navigazione: non si consultano cioè i diversi media in modo sequenziale... Per cui aggiungere anche “interattivo” è ripetizione pura e semplice dello stesso concetto. Ma è facile cadere nella tautologia quando si usano le parole non facendo realmente i conti con il loro significato.
Con i bambini anche di prima elementare o della materna, che non hanno il problema di superare culturalmente la sequenzialità, faccio spesso dei lavori al computer in cui mettiamo insieme parole, immagini, testi, animazioni, definiti "oggetti" in un unico insieme che scorre via come un video clip, senza link e clic. Chiamiamo questo semplicemente MULTIMEDIALE, aggettivo sostantivato che rende alla perfezione l'idea, facile e comprensibile a chiunque, e in perfetto accordo con una modalità tranquilla e naturale con cui si formano le parole nuove nella lingua italiana.
Il punto di vista è quello di chi fa, cioè di chi mette insieme i diversi media in un unico prodotto. Che poi per navigare, per “consumarlo” serva qualche clic, è davvero così determinante? Vale l’invenzione di una parola tutta nuova che qualcuno poi deve spiegartela?