Una storia
C'era una volta, nei lontani e fantastici anni Settanta, che malfidati spot ci raccontano come turbolenti e "di piombo", una intera generazione (intera o quasi) che non solo pensava fosse possibile agire in prima persona per cambiare il mondo, ma seriamente provava a interrogarsi su se stessa, sulla politica grande e sulle cose di tutti i giorni, i rapporti tra le persone, la difficoltà e la ricchezza di essere uomini e donne.
Complessivamente, fu un colossale fallimento, se dopo sono venuti i rampanti anni Ottanta e negli anni Novanta e 2000 abbiamo mandato la "televisione al potere"!
E tante di quelle storie umane un tempo collettive, vissute, vere e sofferte, sono naufragate nell'isolamento dell'individualismo, stritolate tra un benessere forzato che non aiuta a vivere meglio e il soffocante senso di accerchiamento di chi ha perso il senso della solidarietà. Probabilmente, molti degli slogan post sessantotteschi erano in realtà parole vuote, e in molti all'interno di quei gran movimenti semplicemente andavano con la corrente, senza capire bene le cose su cui credevano di ragionare. E i genitori di oggi non sono migliori dei loro genitori, con l'aggravante di non poter più ripetere l'eterno ritornello "Ai miei tempi...", perché da ragazzi ne hanno combinate di tante e di tali che difficilmente i loro figli potranno fare altrettanto.
Mi disse un giorno, sul finire di quegli anni Settanta, una ragazza, prima di uscire per sempre dalla mia vita in cui a un certo punto era davvero entrata alla grande, mi guardò in faccia e mi disse: "Tu devi lavorare con i bambini!"
Io ero alle mie primissime esperienze di animazione teatrale nelle scuole: un incontro tra persone...
Sono passati i decenni, e il mondo è diventato se possibile ancora più complicato. I bambini però, nonostante tutto quello che si dice in giro, non sono cambiati più di tanto. Non importa quali sono oggi i loro eroi televisivi, né quali videogiochi preferiscono, e non nemmeno è così difficile distrarli dalla fatica di esistere in una società in cui non si cresce per vivere ma per consumare. Se li ascolti, se ti interessi avvero a loro, i bambini ti rispondono sempre...