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Alchimista del suono, Artefice di colonne sonore mentali, Profeta elettronico e onirico: questi alcuni tra gli eloquenti appellativi che la stampa specializzata ha dedicato a Deca (al secolo Federico De Caroli) nel corso del tempo. Oltre quindici anni di costante tensione ed impegno mirati alla ricerca di nuove soluzioni musicali ed artistiche che non si sono fermate alla semplice sperimentazione, ma che hanno consolidato le radici della cultura musicale stessa attorno alle tecnologie in fase di evoluzione. Oltre quindici anni di registrazioni in studio, di concerti, di progetti multimediali che hanno abbracciato molte forme espressive: dal teatro al cinema, dal balletto alle mostre interattive, fino a confluire verso un’idea di colonna sonora che vive di autonomia propria anche aldilà dell’uso che ne viene fatto nelle specifiche circostanze. Si è parlato spesso di “colonne sonore mentali”, ovvero composizioni scritte e realizzate per un ascolto che può anche fare a meno del supporto visivo, tanta è la ricchezza di atmosfere e la profondità degli elementi sonori che si assommano in esse. Forte di una preparazione classica effettuata sul pianoforte e attraverso corsi di perfezionamento, Deca si è accostato alla metà degli anni ‘80 al mondo delle sale d’incisione, vivendo come tastierista free-lance e arrangiatore la rivoluzione dell’era digitale. Senza mai abbandonare un approccio artigianale con gli strumenti, per moderni che fossero, Deca sposava la causa del suono elettronico in un periodo che vedeva l’avvento del cd misurarsi con un ritorno alla musica acustica e al rock. E con un occhio al pianoforte ed uno ai più evoluti sintetizzatori, cominciò a pubblicare album di musica strumentale che solo oggi, col senno di poi, possiamo definire fuori da ogni moda e improntati sull’evoluzione di uno stile personale; un marchio di fabbrica di inconfondibili e originali sonorità e ritmi. |