Nato nel 1964, laureato in lettere e con svariati anni di studi musicali alle spalle, Federico De Caroli pubblica i suoi primi lavori amatoriali alla fine degli anni ‘70, adottando lo pseudonimo Deca e compiendo il primo approccio con il suono elettronico su un sintetizzatore analogico polifonico. La matrice classica e pianistica inizialmente preponderante si stempera nel corso del tempo fino a maturare un personale stile di ricerca sonora che fa uso a 360° sia di strumenti tradizionali, sia dell’elettronica più avanzata e recentemente anche della voce. Deca ha usato la sperimentazione come porta per accedere ad un’evoluzione stilistica in continuo divenire e non come obbiettivo fine a se stesso. Partito dalla lezione della scuola cosmica e ispirato dalle icone artistiche dell’adolescenza (Pink Floyd, Jean-Michel Jarre, Kraftwerk) è arrivato ad una personale alchimia di tradizione ed innovazione, che innesta i paradigmi del suono artificiale su quello naturale e attinge a vari generi senza legarsi a nessuno in particolare. Da oltre un ventennio sulla scena, non ha mai goduto di notorietà eclatante, in parte per la scelta di mantenere un basso profilo, in parte per l’estrema vastità delle sue produzioni e di conseguenti scelte editoriali che hanno reso la distribuzione dei suoi dischi prevalentemente mirata ad appassionati e collezionisti. Oltre ad aver pubblicato una decina di album ufficiali, infatti, Deca ha firmato numerosi progetti collaterali, accostando la sua esperienza di compositore al teatro, al cinema, alla televisione, all’arte multimediale, al balletto; mettendo così a frutto in modo concreto le sue ricerche sulla contaminazione tra i generi. Si è occupato inoltre di narrativa e poesia, di produzioni video, di arti grafiche e fotografia, facendo spesso confluire nei progetti musicali i frutti di altre discipline. Oggi è considerato dalla critica specializzata e da numerosi estimatori uno dei più grandi compositori viventi nel genere elettronico di matrice ambient-industrial.
Nel 1988 è stato uno dei fondatori del Manifesto Distonirista (ovvero della Distorsione Onirica). Dal 1994 ha concentrato tutte le attività artistiche – sue e dei suoi collaboratori – sotto l’egida del cosiddetto Atom Institute, una sorta di collettivo creativo sperimentale.
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