Il
nome della specie deriva dal latino "loca tesqua" che vuol
dire landa desertica in riferimento al suo habitat di crescita. Questo
fungo, infatti, viene trovato nella nostra macchia mediterranea, sotto
cisto. Localmente molto ricercato e consumato, esso mostra una spiccata
somiglianza macroscopica col Lactarius torminosus, che cresce sotto
betulla, e col Lactarius mairei che cresce sotto latifoglia.
Cappello:
3-9 cm., sodo, piano convesso, piano-depresso ma non profondamente,
poco carnoso e con margine regolare o appena gibboso. Fortemente villoso
al margine: più evidente nel fungo giovane, meno evidente nel
vecchio. La peluria è lunga fino a 4-5 mm. Colore da crema
pallido - carnicino a crema - giallognolo coon sfumature rosate al
centro; non presenta zonature. Cuticola di aspetto bambagioso - lanoso,
piuttosto appiccicosa fino al punto da trattenere le foglioline secche
di cisto cadute sopra.
Lamelle:
adnate - subdecorrenti, a volte biforcute in prossimità del gambo,
colore da crema pallido a crema giallognolo con sfumature rosate, mediamente
fitte. Presenza di lamellule. Si sporcano di fulvo-ocraceo nei punti
lesionati.
Gambo:
piuttosto corto rispetto al diametro del cappello, pruinoso e leggermente
feltrato nella parte superiore. Colore da pallido a subconcolore al
cappello, chiaro nella parte inferiore e più scuro nella parte
superiore dove evidenzia una zona rosata. Cilindrico, ricurvo, rastremato
in alto ed attenuato in basso,cavo nel fungo adulto. Talvolta presenta
verso la base piccoli scrobicoli concolori.
Carne:
biancastra con macchie umide rosate più o meno presenti. Al taglio
vira leggermente al grigio - rosa pallido. Di aspetto spongioso, ma
abbastanza compatta e poco cedevole. Sapore acre, odore fungino gradevole,
un poco fruttato.
Latice:
poco abbondante, bianco immutabile.
Spore: 7-9 x 5-7 µ, ellissoidi - rotondeggianti, crestate
Habitat:
Esclusivamente in macchia mediterranea sotto cisto in autunno ed inverno.
Commestibilità:
Viene considerato dalla letteratura non commestibile a causa del sapore
acre e di una sua sospetta tossicità. Nel Salento è
uno dei funghi più conosciuto (nome volgare marieddhu),
molto ricercato e regolarmente consumato. Tanto apprezzato da ritrovarlo
regolarmente in vendita ad un prezzo che non si discosta di molto
da quello dei porcini.