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Natura, Amore e Vita
Presentazione
Un gran segno apparve nel cielo:
una Donna vestita di sole,
con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle.
Apocalisse 12, 1
Dedicato a Romolo Mantovani:
Hai offerto la tua vita per liberare il prossimo dalla schiavitù della malattia, la tua casa è stata un centro d’Amore e Preghiera per quanti si sono rivolti a chiedere aiuto e liberazione attraverso gli insegnamenti e la conoscenza dei principi salutari igienici e delle virtù medicinali insite in tutta la Natura vivente.
Oltre 60 anni di continuo impegno ed esperienza pratica gratuita, ti hanno reso un grande uomo capace di effondere l’Amore diretto e a distanza, basta leggere un tuo libro per rendersi conto di quanto hai donato all’umanità per liberarla.
Ciò che ho ricevuto da Romolo Mantovani mi ha spinto ad intraprendere profonde ricerche, sia in Italia che in Francia, per risalire alle fonti, alle opere e alla portata del suo messaggio. Sono riuscito a contattare editori, parenti, amici, inoltre a reperire tutti i libri in lingua italiana e francese, scritti nell’Associazione Fraterna Amore e Vita.
Vi sono casi di guarigioni strabilianti che fanno piangere di gioia, tanto è il bene e l’amore che irradia da un essere umano libero.
Dedicato a Te che sei alla ricerca della Salute:
Possa questo stimolarti nel rispetto e nella conoscenza della Natura vivente, portando nel tuo corpo, nel tuo cuore e nella tua mente quella Pace Universale e quell’ammirazione che si devono ad un’anima così bella.
Dio creatore, donaci la grazia di contemplare le meraviglie del creato. In Te, l'intera Natura risplende di tenera bellezza. Donaci la grazia di vederne i colori, di sentirne i profumi, di gustarne la vita, di provarne la gioia, affinché giungiamo a ringraziarti con il Tuo stesso Amore infinito.
Antonio Bigliardi
Prologo
L’uomo è un’unità organica, morale, spirituale.
Romolo Mantovani
…sembra un sogno, adesso che
sei qui con me e non puoi crederci…
La Crus
Sono nato con il profumo delle Rose di Maggio che mi ha sempre affascinato e sono cresciuto in periferia, la campagna mi è sempre stata vicina, allora piena di Alberi e sempre di Vita.
Ero magro e alla visita medica della classe elementare il dottore, in tono scherzoso, mi disse di mangiare delle grandi bistecche.
Si andava periodicamente dal medico e ogni volta si ritornava con una sporta piena di medicinali, avevo timore delle malattie, mi sembrava di essere in un campo in cui solo i medici detenessero la conoscenza.
Un giorno, vidi mio padre subire la manifestazione di una rara malattia ad avanzamento progressivo di cui la medicina non aveva che trovato dei palliativi. Fece tanti trattamenti ospedalieri tra cui la radioterapia, senza successo, finché dopo mesi, vidi arrivare in casa una persona con erbe e ortaggi, pensavo fosse un suo amico e da allora egli iniziò ad alimentarsi in modo diverso da prima: tante verdure, tisane, erbe, succhi, a volte digiuno, non avevo mai visto niente di simile. Quella persona era piena di forza vitale, arrivava ogni fine settimana da noi e sempre aveva con sé erbe, frutta e ortaggi freschi differenti.
Mentre in ospedale si attuavano esami e terapie nocive e deprimenti per l’organismo, con l’aiuto di chi conosceva la Natura si giungeva nell’arco di alcuni mesi ad una profonda purificazione del sangue e di tutti gli organi interni.
Mio padre riuscì a vincere la progressione della malattia proprio grazie a questo incontro gratuito con la medicina naturale vivente.
Nel Febbraio del 1989 sentii come una pugnalata che mi feriva il costato, il dolore era molto forte, chiamai la guardia medica, pensava fosse uno strappo muscolare e mi diede degli antidolorifici e dei tranquillanti. Ma il male non diminuiva, così alla sera andai al pronto soccorso dove mi diagnosticarono un pneumotorace destro e mi trasferirono in un altro ospedale dicendomi che ci sarebbero voluti 15 giorni.
Il polmone destro era totalmente collassato e giunti al pronto soccorso mi fecero un taglio nel quinto spazio intercostale sulla linea ascellare media e vi introdussero un tubo collegato ad un vaso di vetro con valvola ad acqua e aspirazione, in pratica un drenaggio toracico con valvola unidirezionale collegata ad un circuito di pressione negativa.
In questi 15 giorni che parevano interminabili, iniziai a conoscere la vita dell’ospedale che mi sembrava diventare nel tempo come un carcere.
Vi era un’atmosfera di competizione e gerarchia tra i medici, chi era in grado di trasmettere speranza e auscultare perfettamente con lo stetoscopio e chi invece si comportava freddamente in modo autoritario ricorrendo continuamente senza scrupoli alla prescrizione di radiografie al torace.
Ai malati recalcitranti venivano prescritti esami o procedure non sempre indispensabili e necessarie, tipo raggi x stratificati ed enteroclismi.
Al termine di questo periodo, il polmone era ritornato normale e dovevano solo togliermi il drenaggio. Arrivò il professore con l’infermiere, bagnò abbondantemente un fiocco di cotone con un disinfettante inappropriato e me lo appoggiò sul taglio sfilandomi il tubo. Ad un certo punto sentii un improvviso immenso bruciore che mi fece fare un urlo molto forte. Capii solo dopo che era entrato il disinfettante nel torace. Il professore non era preparato a questa reazione e mi lasciò aperta la ferita in cui immediatamente entrò nuova aria all’interno della cassa toracica. Avrei così dovuto ripetere nuovamente tutto per altri 15 giorni in modo da far uscire l’aria che era entrata dall’esterno.
Ero distrutto, ricordo tutta la pazienza dei miei famigliari che ogni giorno venivano a trovarmi e tutti gli stratagemmi che dovevo inventarmi per evitare di farmi fare ogni giorno due inutili lastre al torace.
Un dì, un’infermiera aprì la finestra del balconcino e mi disse di venire a respirare un po’ d’aria fresca; il Sole splendeva con tutta la sua luce e si vedevano i prati con i fiori primaverili spuntare; questo semplice atto sembrava una liberazione dopo 30 giorni vissuti in quella camera.
Ero teso per l’ultimo intervento, un’infermiera mi diede la mano, utilizzarono un disinfettante appropriato e tutto andò bene.
Al mio ritorno a casa decisi che dovevo darmi da fare perché una cosa simile non accadesse mai più e, ricordandomi l’esempio di mio padre, iniziai a ricercare intensamente e studiare testi di medicina naturale, leggere riviste, contattare persone esperte, tra cui il signore che per mesi ci aveva tanto aiutato: Armando Bellesia. Mio compaesano, oltre 50 anni di esperienza tra erbe, massaggi, iridologia, medicina naturale ecc.
Profondo osservatore e conoscitore già dalla visione del volto. Tutta questa pratica si riconosce ed è come se emanasse luce dal corpo dei veri guaritori che non pretendono mai nulla, donando invece con passione la loro esperienza, sicurezza e amore.
Il solo tocco è fluido di Vita. Già a 25 anni gli vengono prescritti gli occhiali ma egli rifiuta e mai li utilizzerà, inizia il cammino naturale con Messeguè, rischiarando la vista con il succo di Aloe diluito in acqua.
Ecco cosa mi disse nella prima telefonata che gli feci in merito alle mie ricerche sulla figura straordinaria di Romolo Mantovani: " Noi cerchiamo di risalire alla fonte, all’origine, e quando ci arriviamo scopriamo che il tale è morto, ma i libri restano e da questi si può imparare molto ".
Grazie Armando Bellesia, nulla hai chiesto come compenso nei tre mesi in cui hai aiutato mio padre, di cuore tanto amore ed esperienza hai donato.
Per CONTATTI: antoniob64@libero.it
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