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Trincee Monte Zebio

Fortini

TRINCEE MONTE ZEBIO


MUSEO ALL'APERTO DI MONTE ZEBIO

Le motivazioni che hanno portato alla scelta dell'area di Monte Zebio per sviluppare un progetto di recupero sono molteplici: la facile accessibilità, la presenza, in uno spazio limitato, di molte testimonianze di guerra sia italiane che austo-ungariche e infine la "lunetta" che non è zona sacra a termini di legge ma lo è nella realtà degli eventi accaduti: la visita al campo di battaglia vuol far percepire in breve spazio, la vita di trincea, quella nelle retrovie e dei combattimenti in campo aperto avvenuti tra il rifugio stalder (q.1600), il Bivacco dell'angelo-ex Casara Zebio (q1660) e Malga Zebio (q.1675).

COME RAGGIUNGERLO: Una volta arrivati ad Asiago prendere la strada per Gallio, appena usciti dal paese
seguire le indicazione per l'aereoporto girarci attorno verso l'ingresso.
Arrivati all'ingresso troverete la segnaletica per il museo all'aperto, dopo un berve
tratto asfaltato diventa strada bianca, la quale arriva alla malga e potete
parcheggiare l'auto. Potete a metà strada quando trovate una croce parcheggiare
l'auto, e seguire il sentiero 1 ora circa di percorso.



ALLINTERNO DEL MUSEO POTETE VEDERE:



IL Caposaldo austro-ungarico di quota 1706 di crocetta dello Zebio; linea difesa inespugnabile e di perfezione costruttiva, esso costituisce un esempio illuminante dell'ingegno e del lavoro umano nella trasformazione di un'altura in apparenza insignificante in un vero e proprio fortilizio; questa sommità ha offerto la possibilità di ricostruire la sistemazione originaria delle opere di difesa (trincee campali, rafforzate, di collegamento), le opere di supporto (ricoveri, depositi, caverne) e i sentieri di collegamento con le retrovie;

La "lunetta" con la straordinaria testimonianza dei lavori sotterranei di mina e contromina eseguiti da italiani ed Austriaci. Qui il terreno ancora sconvolto testimonia lo scoppio, l'8 giugno 1917, della mina italiana che provocò la morte dell'intero presidio della Brigata Catania.
Il reticolo delle posizioni austro-ungariche che si prolungano verso Monte Rotondo e Monte interrotto con la possibilità di accedere alle postazioni di cannoniera in galleria ed alle strutture ligistiche austro-ungariche.
Il sistema dei collegamenti italiani del "rifugio stalder" e delle "poste cecie", l'ex posto di infermeria, la lapide della Brigata Sassari, le strutture logistiche italiane delle retrovie, una vasca d'acqua, alcune postazioni di cannoniera, l'ex comando del 151° Reggimento della Brigata Sassari e la trincea didattica.

CENNI STORICI:

Il 16 Giugno del 1916, smorzatesi gli effetti della Strafexpedition, il comando Austro-ungarico decise di ritirare le proprie truppe su una posizione facilmente difendibile attestando, tra il 24 e il 25 giugno la linea di difesa che dall'Ortigara scendeva verso sud toccando i monti Campigoletti, Chiesa, Forno; granari di Boscosecco, Colombara M.Zebio possedeva enorme importanza: in questo accidentato terreno montuoso passava infatti l'unica strada percorribile che, attraverso Casara Zingarella - Malga Galmarara- M.Zoviello - Bocchetta Portule e Casara Larici si allacciava presso Vezzena all'importo arteria della Val d'Assa...."

Gli italiani giunsero sulle posizioni di monte Zebio tra il 26 e il 27 giugno e dopo ripetuti attacchi andati a vuoto, sospesero qualsiasi operazione.
Linverno tra il 1916e 1917, partocolarmente rigido, posticipò al 10 giugno del 1917 lo sviluppo del piano di riconquista del Costone di Portule previsto dagli italiani.
L'8 giugno 1917, due giorni prima dell'attacco italiano, scoppiò sulle posizioni della "lunetta" la mina italiana, uccidendo 120 soldatti della brigata Catania. Il cratere della mina venne immediattamente occupato dagli austro-ungarici e contro di esso si infrasero inutilmente i tentativi del 146° fanteria. Il 10 giugno 1917 il XXII° Corpo D'armata comandato da Generale Negri di Lamparo ebbe il compito di superare i monti Zebio e Mosciagh per raggiungere la strategica val Galmarara.


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